Morata come Trezeguet, il destino bianconero di rigore. La semifinale degli Europei di calcio che ha lanciato l’Italia di Mancini in finale ha un elemento in comune con la finale dei Mondiali 2006. Anche allora fu determinante per il successo degli azzurri l’errore di un giocatore juventino nella serie dei rigori che concluse la finale tra Italia e Francia. A sbagliare quella volta fu David Trezeguet, il bomber bianconero, che colpì la traversa e vide la palla rimbalzare in campo ma non al di là della linea del gol.
A Wembley stavolta è stato Alvaro Morata a fallire dagli undici metri nella serie di rigori, dopo aver realizzato il gol del pareggio che neutralizzava lo splendido gol di un altro juventino, Federico Chiesa.
La storia che ha accompagnato Morata in questi Europei è davvero scandalosa: il centravanti juventino è stato bersagliato dalla parte più becera delle tifoseria spagnola, coperto di insulti lui e perfino minacciata in maniera insopportabile la sua famiglia, la moglie italiana e i suoi figli. Luis Enrique, il ct della Spagna, lo ha scelto e poi difeso, anche se contro l’Italia ha deciso di rinunciare inizialmente a lui, salvo mandarlo in campo una volta che gli iberici erano in svantaggio.
Criticare un giocatore come Morata (che tra l’altro ha accettato di tirare il rigore nonostante un infortunio agli adduttori) ha davvero dell’incredibile: i tifosi juventini sanno bene il suo valore, tecnico e umano, dimostrato sia sotto la gestione di Allegri che con Pirlo nella stagione appena conclusa. Non a caso la Spagna, pur giocando bene contro gli azzurri, ha avuto bisogno di lui per finalizzare e segnare il gol dell’1-1.
Ciò che hanno passato lui e la sua famiglia danno il segnale di quanto in basso sia precipitata la cultura del nostro tempo, lordata dai social che garantiscono anonimato e impunità. E dimostrato che non è un problema soltanto italiano.
