Schwazer innocente, il presidente Mei si schiera

Schwazer innocente, Il presidente della Fidal, Stefano Mei, si schiera con un pubblico comunicato. Domenica mattina, intervenendo alla trasmissione di Max Cannalire su Tv Radio Unicusano, avevo sottolineato il silenzio del Coni e della Fidal sulla vicenda, dopo che il Processo di Bolzano ha trasferito sul banco degli accusati Wada e ex Iaaf (World Athletics) per il complotto che ha portato all’ingiusta squalifica del marciatore azzurro.
Grazie alla trasmissione Le iene ha parlato al riguardo il presidente del Coni, Giovanni Malagò. Oggi si è aggiunto Stefano Mei.
L’Italia sportiva ha il dovere di dare un seguito alla sentenza di Bolzano e di battersi per la totale riabilitazione di Schwazer, che deve riavere la vittoria nel mondiale di marcia conquistata a Roma e deve poter essere riammesso all’attività sportiva, della quale è stato già insopportabilmente e ingiustamente defraudato. Dopo le parole, ora servono in fretta fatti concreti. Dal Coni e dalla Fidal.

Le parole di Stefano Mei, presidente della Fidal

Per dovere di informazione dei nostri tesserati, essendo peraltro già reperibile sul web, ho chiesto di pubblicare il testo della recente ordinanza del GIP di Bolzano a conclusione delle indagini nei confronti di Alex Schwazer.

La lettura degli atti potrà dare a tutti consapevolezza in ordine a quanto il Giudice abbia concluso; io, personalmente, affrontata la lettura ho maturato la convinzione che la vicenda della seconda positività di Alex Schwazer poggi le sue basi su fatti e circostanze prive della doverosa (sia sul piano giuridico sia, anche, in relazione agli obblighi di gestione sportiva) consistenza.

Certo è che la condanna sportiva per i fatti del 2016, inflitta a un atleta che, pagato il precedente debito sia con l’ordinamento sportivo sia con quello statale, avrebbe inteso riabilitarsi sul campo, è da mettere in discussione. La conclamata discordanza dei fatti che emerge dalla lettura del decreto di archiviazione, rende difficilmente sopportabile la condanna sportiva inflitta all’atleta.

La chiarezza definitiva sul caso penso sia dovuta non solo a Schwazer, ma a tutto il nostro movimento: il mio auspicio è che questa storia dolorosa, anche per la Federazione, possa esser ricondotta su binari di equilibrio e correttezza e che tutto ciò che oggi è nell’ombra possa venire alla luce.


Il Presidente FIDAL
Stefano Mei

Leandro De Sanctis

Torna in alto