A casa tutti bene, seconda stagione | Recensione

A casa tutti bene, seconda stagione | Recensione. La brutta notizia, per chi ha portato a termine con fatica la seconda stagione, è che ce ne sarà anche una terza, alla luce del finale. Se già la seconda stagione di A casa tutti bene era parsa una sbrodolatura della vicenda già trattata nel film, nella terza Gabriele Muccino esagera, scegliendo una narrazione che vorrebbe approfondire la sua teoria dei parenti serpenti, dei segreti che ciascun membro familiare, originale o acquisito, porta in dote, contribuendo al veleno che finisce per impregnare tutto e tutti, degenerando verso finali tragici. Il crollo di un impero che non sopravvive a chi lo aveva creato, una ricchezza che si sgretola a colpi di avidità e di follie tutt’altro che lucide.

A casa tutti bene | Come deraglia una storia

Fatico a capire la benevolenza con cui si è scritto della seconda stagione di A casa tutti bene. Ora che lo spettatore italiano può fare confronti, guardando serie tv di altri Paesi, da quelle dei maestri inglesi ma anche serie del Nord Europa, francesi o spagnole, il paragone può risultare impietoso, anche a livello di recitazione. Non so perchè a Muccino piaccia tanto far urlare sempre e in ogni situazione i suoi personaggi, per lo più psicolabili, quando non decisamente stupidi, incapaci di governare i propri istinti, si agire seguendo il cervello e non l’impulso del momento. Puntata dopo puntata, quelle urla isteriche diventano sempre più insopportabili. Ecco un bel mix tra soggetto, sceneggiatura e recitazione, fa di A casa tutti bene (seconda stagione) una serie faticosa da digerire, insopportabile alla lunga.
E non ci si riesce a spiegare, non si capisce, perché i personaggi di Muccino scelgono sempre l’azione più assurda, quella senza salvezza, destinata a portare alla rovina.
Paradossalmente, nel passaggio clou della seconda stagione (che non svelo perché è un delitto spoilerare), la soluzione, peraltro ovvia nella sua banalità, la offrirebbe il personaggio meno dotato di cervello, il cugino combina guai (naturalmente anche lui urlatore incontenibile, anche se deve solo dire ti amo al suo amore). Ma guai a fare cose semplici, a tenersi lontani dai guai irrimediabili, che i membri della famiglia Ristuccia collezionano e generano senza soluzione di continuità.
L’unica cosa realmente toccante è la vicenda di uno dei personaggi, malato di Alzheimer: il Sandrino Mariani interpretato da Valerio Aprea è una commovente e realistica gemma nel deserto.
Leggendo le sue interviste, ultima quella rilasciata a Silvia Fumarola su La Repubblica, Gabriele Muccino sembra anche poter discutere di temi importanti in maniera efficace. Inevitabile chiedersi perché poi quando trasforma queste apprezzabili riflessioni in film o serie tv, partorisce prodotti così deludenti, spesso irritanti.
P.S.: ho già ricevuto annunci di spettatori che si rifiuteranno di proseguire nella visione di una terza stagione. Non c’è da stupirsi che sia stata una serie molto vista e quindi definita di successo: ma l’indice di gradimento, come si diceva nella preistoria della tv, può essere ben diverso dall’indice di ascolto.

A casa tutti bene, stagione 2

A CASA TUTTI BENE – Stagione 2. Italia 2023. 8 episodi di circa 50 minuti ciascuno. Totale nelle due stagioni: 16 episodi.
Regia: Gabriele Muccino
Interpreti: Francesco Scianna, Simone Liberati. Silvia D’Amico, Francesco Acquaroli, Laura Morante, Alessio Moneta, Laura Adriani, Federico Ielapi, Antonio Folletto, Paola Sotgiu, Valerio Aprea, Euridice Axen, Emma Marrone, Milena Mancini, Francesco Martino.

Leandro De Sanctis

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