Savani, il saluto di un vero capitano azzurro

Nel momento in cui Cristian Savani ha deciso di lasciare il volley è inevitabile ripensare a quanto di buono abbia fatto per la pallavolo, a cominciare da quella Nazionale che lo ha visto azzurro dal 2001 al 2013 con un palmares di ben nove medaglie. Se il bronzo olimpico di Londra 2012 vissuto da capitano, punto di riferimento per il ct Mauro Berruto, è la gemma luminosa, non meno valore anche sentimentale, rivestono i due titoli europei vinti nella prima fase della sua carriera azzurra.
Nel 2003 a Berlino e nel 2005 a Roma, con la Nazionale di Gian Paolo Montali. Anche due medaglie d’argento europee, con il grande rimpianto per come andò la finale di Vienna 2011 contro la Serbia, segnata dalle nefandezze dell’arbitro olandese Loderus. E poi la finale perduta due anni dopo con la Russia, in quell’atipico campionato europeo giocato nello stadio di calcio del Copenaghen. Un argento e due bronzi nelle World League, un bronzo nella Grand Champions Cup.
Dopo gli inizi a Carpenedolo, fu lanciato nella massima serie dal Montichiari, prima tappa del suo giro d’Italia che sarebbe poi diventato un giro del mondo. Da Trento a Roma, da Perugia alla Lube con cui vinse il suo unico scudetto. Dopo i suoi lunghi anni all’estero, nel 2017 il ritorno in Italia, tormentato da problemi fisici che ne mortificavano le ambizioni: Latina, Verona, Siena. Due campionati cinesi, una coppa del Qatar, una Supercoppa italiana, una Coppa Cev con la Roma, una Challenge Cup e una Coppa Campioni del Golfo. Cristian Savani è stato un giocatore molto importante per la Nazionale e per il volley italiano, ma nel momento in cui lascia la pallavolo giocata, vada sottolineato anche il suo stile, il suo modo di vivere il suo ruolo. All’Olimpiade di Londra 2012 nascose sotto la tuta la maglia numero 16 che era appartenuta al povero e compianto Vigor Bovolenta: da vero e sensibile capitano, Cristian si rese protagonista di un gesto che interpretava i sentimenti di tutta la squadra.
Le zone miste nei palazzetti sono spesso terreno di battaglia che talvolta inducono alla fuga o al disinteresse, a risposte sgarbate e frettolose se non proprio maleducate. Cristian Savani si è sempre rapportato con pazienza ed educazione, un valore prezioso allora come oggi. Uno di quei giocatori che rispondono in maniera sensata e approfondita alle domande che gli vengono rivolte. E quando in una certa occasione, si lasciò sfuggire una peraltro giusta considerazione, che avrebbe potuto creargli fastidi perché anche i tecnici di valore spesso sono permalosi, decisi volontariamente di… non aver sentito. A Cristian auguro con affetto di continuare ad essere capitano anche nella vita, oltre che per la sua famiglia.

Cristian Savani (Foto Chiarini)
Cristian Savani (Foto Chiarini)

Le parole di Cristian Savani

Dopo quasi 20 anni di carriera ho deciso che è arrivato il momento di voltare pagina.
Scrivo questo post per ringraziare in primis lo sport che mi ha regalato è fatto vivere tante emozioni. Un grazie quindi alla pallavolo e a tutte le opportunità che mi ha dato.
Ringrazio mia moglie Mihaela, che è stata sia la roccia che mi è sempre stata vicina in questi anni e mi ha assecondato in tutte le scelte che ho fatto, che la spalla su cui ho pianto nei momenti più bui. Perché una carriera è un mix di emozioni con cui cresci, capendo anche quali sono i conti che la vita da atleta ti lascia da saldare. Grazie anche a te Mia, perché dovunque sei stata, sballottata in giro per il mondo, hai sempre trovato il modo di far diventare tutto una splendida avventura.
Ringrazio tutti i miei coach, i dirigenti, i fisioterapisti, i dottori e tutti i compagni di squadra e non, che ho incontrato in questo bellissimo viaggio. Sia nel bene sia nel male siete stati parte di tutto questo.
Ora però è arrivato il momento di usare tutta la mia esperienza, tutta la mia grinta e tutta la mia dedizione per quella che sarà la mia seconda maglia…la maglia della seconda vita. Quella che utilizzerò fuori dal campo per realizzarmi in qualcosa che spero abbia ancora tanto a che fare con questo sport.
Grazie a tutti,
Sava

Leandro De Sanctis

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