Pilieci, l’allenatore dello scudetto Under 16 di Volleyrò

Pilieci, l’allenatore dello scudetto Under 16 di Volleyrò.
Tredici scudetti giovanili vinti negli ultimi nove anni, Volleyrò Casal de’Pazzi, domenica scorsa a Catania è tornata a fregiarsi del titolo di campione d’Italia con la sua squadra Under 16, per la quale è stato il quarto scudetto, seconda solo alla formazione under 18 che ne ha portati in bacheca sei. Una soddisfazione meritata per il club nato dalla passione infinita del compianto Andrea Scozzese e di Armando Monini.
E così due anni dopo il titolo vinto dalla Under 17, Volleyrò Casal de’Pazzi di nuovo campione con Matteo Pilieci in panchina, con una squadra decisamente particolare, ricca di talenti, come dire, ereditari, considerate le figlie di campioni che tanto hanno dato alla pallavolo italiana. Proseguendo sulle orme del passato, ma sempre all’ingegna del futuro e della qualità individuale che si pone al servizio della squadra, come dimostrano i premi individuali (tre anche stavolta) oltre al premio dei premi, il titolo della MVP assegnato ad Alexandra Baleva. A guidarla in panchina il tecnico romano Matteo Pilieci, che ha risposto alle domande di Marco Tavani.

di Marco Tavani

Lo scudetto 2023 è anche la storia di un allenatore che al Volleyrò ha visto nascere la sua passione per la “panchina”, che ha fatto la gavetta sui campi minori e che finalmente ha coronato i suoi sforzi dopo tanta fatica. Perché se è vero che al Volleyrò crescono grandi giocatrici è altrettanto vero che possono crescere anche grandi tecnici. Questa è la storia di Matteo Pilieci, giovane allenatore romano, che domenica si è aggiudicato il titolo nazionale con la sua Under 16.

Partiamo dalla fine di questo lungo viaggio. Matteo, sono passati un paio di giorni dalla vittoria dello scudetto. A mente più lucida, che impresa è stata?

“Pensando a inizio anno è stata una vittoria inaspettata. Era un gruppo di grandi potenzialità ma che era ben lontano dal raggiungere questo obiettivo. Le ragazze sono state bravissime perché sono migliorate molto più di quanto ci aspettassimo”.

Pilieci, quest’anno c’è stato un percorso tortuoso. La squadra è venuta fuori alla distanza. Quando si è verificato il punto di svolta?

“Sicuramente a gennaio, al Campesan. Ci siamo confrontati con le altre squadre di livello nazionale e ho visto che ce la potevamo giocare con tutte loro. Da quel momento ci siamo messi sotto con il lavoro”.

La gara con l’Imoco è stata entusiasmante. Qual è stata la chiave per aggiudicarsi la vittoria?

“Sono sincero, la sera prima mentre preparavo la partita con Adriano Di Peco non ero così sicuro di potercela fare, perché Imoco ci sembrava davvero molto forte. Negli ultimi anni il livello dell’Under 16 è cresciuto tantissimo. Già nel girone abbiamo avuto delle difficoltà, poi anche nei quarti di finale. La finale con l’Imoco non me l’aspettavo così, però durante la partita guardavo le mie ragazze eseguire le cose che avevamo preparato tatticamente e lì ho capito che potevamo vincere”.

Questo è un gruppo giovanissimo, composto da tantissime 2008. Che gruppo è sia dal punto di vista tecnico sia da quello umano?

“È un gruppo che ha tantissima personalità, anche chi di loro è un po’ più introversa in realtà nasconde una grande forza caratteriale. A tutte piace stare in palestra, a volte siamo andati ben oltre l’orario previsto per l’allenamento e hanno tutte dimostrato grande dedizione al lavoro”.

Arriviamo ai ringraziamenti. A chi senti di dire grazie per questo titolo?

“Soprattutto ad Armando Monini, che ci permette di vivere questo sogno. Lui è il motivo per cui siamo qui tutti i giorni. Poi a Laura Bruschini, il nostro direttore sportivo, che ci guida nella gestione del gruppo e scova i talenti in giro per l’Italia. A Luca Cristofani, il nostro direttore tecnico, sempre pronto a consigliarci quando ne abbiamo bisogno. Ringrazio tutto lo staff, Gabriele Antola, Fabio Poli, Adriano Di Peco, Stefano Bitonte, Marco Tavani e Consuelo Turetta e poi ovviamente le ragazze che hanno permesso di realizzare questo sogno”.

Parlaci un po’ di te. Come e quando hai deciso di diventare un allenatore?

“Circa dodici anni fa. Cercavo un lavoro che mi portasse qualche soldo a fine mese e conobbi Andrea Scozzese che mi fece iniziare a lavorare come allenatore alla palestra del Lucrezio Caro. Da lì è iniziato tutto”.

Quanto è stata fondamentale nel tuo percorso la figura di Andrea Scozzese?

“Andrea è stato importantissimo, perché quello che era iniziato solo come un “lavoretto” lui me l’ha fatto diventare una grande passione. Ricordo che veniva a vedere i miei allenamenti e pretendeva che fossero fatti al meglio. Ho così cominciato a cambiare mentalità, sia nel modo di allenare sia nel modo di essere. Pretendeva tanto, puntava sempre al massimo e ogni giorno voleva che il lavoro fosse fatto meglio”.

Ora che si è vinto, come si riparte per confermarsi e dove si trovano gli stimoli per non fermarsi?

“Ormai già sono proiettato alla nuova stagione. Ci sarà un gruppo nuovo, con nuove ragazze, e già la voglia di ricreare qualcosa di unico, come fatto quest’anno, è uno stimolo importante”.

Prima però un po’ di meritate vacanze. Sai già cosa farai?

“Finalmente, ci voleva proprio un po’ di riposo. Andrò in montagna con la mia compagna. Ci rilasseremo, cercando di staccare un pochino la spina anche se poi è sempre difficile non pensare alla pallavolo”.

Leandro De Sanctis

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