Il resto di Sara, di Valeria Ancione | Recensione

Il resto di Sara, di Valeria Ancione | Recensione.
Con il suo terzo romanzo Valeria Ancione affronta la sfida più difficile: un racconto corale con tanti personaggi, un universo familiare e non che in una drammatica notte d’attesa si ritrova catapultato in un ospedale, il Papardo di Messina. Sara ci è arrivata in fin di vita a causa di un incidente stradale: a bordo della Vespa è stata investita da un’auto passata col rosso ad un semaforo. E così, come troppo spesso accade, una scelta sbagliata, una leggerezza colpevole, va a sconvolgere la vita di una donna, di una giovane mamma. L’infermiera dell’ambulanza che la raccoglie si chiama Nenzi: la conduce in condizioni gravissime verso una flebile speranza di salvezza, verso un’operazione alla testa delicatissima. Ma la routine incidente-ambulanza-ospedale, si trasforma in altro per Nenzi, che ha vissuto un analogo dramma personale anni prima, e per tutto il mondo di Sara.
Fin qui l’apertura de Il resto di Sara, che ruota attorno all’unico personaggio in realtà assente nel racconto, ancorché motore delle storie. Nella sala d’attesa s’intrecciano passato e presente di parenti e amici: il dramma di Sara diventa occasione di riflessioni, tra attesa, speranza, sensi di colpa, preghiere e proponimenti. Come se all’improvviso l’incidente obbligasse tutti a guardarsi dentro, a far fluire emozioni e smarrimenti, tradimenti, ricordi e situazioni, passandole nel tritatutto del dolore e dell’incognita. Perché spesso sono proprio i nodi della vita, gli eventi traumatici, a restituire un senso a ciò che a volte diventa abitudine. Non si dice sempre che ci si attacca di più alle persone proprio quando le si perde o si ha paura di perderle? Ma Sara è solo l’occasione, involontaria, drammaticamente casuale, per ripensare rapporti amorosi, legami sentimentali, amicizie coltivate e tradite tra piccole invidie e gelosie che in certi momenti appaiono in tutta la loro meschinità. A meditare se non sia sciocco chiudersi nel già vissuto, piuttosto che lasciarsi fluire nei sentimenti, difendendo anche ciò che sembra smarrito o perduto.
Il resto di Sara è anche occasione di ripartenza, un evento che diventa spartiacque e propone a chi può, di riscrivere il futuro. Valeria Ancione dimostra di conoscere l’universo femminile nelle sue sfumature più intime, ma tratteggia con garbo e decisione anche le figure maschili, andando a comporre un racconto corale che ricorda certi riusciti film di Robert Altman. Le storie e i personaggi s’intrecciano senza sbavature, con una prosa sicura, ricca e profonda, ma anche e soprattutto genuina e naturale, ambientata in quei luoghi di Sicilia che l’autrice ben conosce e che il lettore può immaginare e annusare, come l’odore del pane fragrante o il sapore dell’immancabile granita con panna.
Tre romanzi, tre storie diverse: da La dittatura dell’inverno a Il resto di Sara, passando per Volevo essere Maradona, Valeria Ancione ha consolidato con sicurezza e qualità il suo ruolo di scrittrice, oltre la professione giornalistica che è stata ed è ancora la sua vita.

Il resto di Sara

IL RESTO DI SARA – di Valeria Ancione. 236 pagine, Arkadia editrice, collana Eclypse. 16 euro. Copertina in brossura

Leandro De Sanctis

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