TIRO A VOLO Il segreto di uno sport sempre ai vertici mondiali

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Quando c’è da sparare a fin di bene, l’Italia del tiro a volo si fa sempre trovare pronta. Europei, Mondiali, Coppa del Mondo, Olimpiadi: può accadere di non azzeccare la giornata. E col nuovo regolamento i migliori risultano più penalizzati, anche se poi spesso alla fine la classe emerge. Ma l’impressione di una storia d’amore infinita con podi e medaglie è qualcosa di tangibile. Ce lo ha ricordato la recente tappa di Coppa del Mondo, ad Al Ain, gara di skeet femminile con entusiasmante tripletta azzurra: tre italiane sul podio, vittoria di Diana Bacosi, davanti a Chiara Cainero e Katiuscia Spada, rispettivamente atlete di Esercito, Forestale e Fiamme Oro. Le mamme tiratrici ancora una volta infallibili, con le medaglie da dedicare ai loro bimbi. Per la soddisfazione di Andrea Benelli, il direttore tecnico campione olimpico ad Atene 2004: «Le ragazze sono state grandiose. Guardiamo all’Olimpiade di Rio con serenità, ma guai a rilassarsi»
    Ma quale è il segreto della grande scuola italiana di tiro a volo? Come si fa a mantenersi ad alto livello, rinnovando anche i protagonisti, lanciando nomi nuovi?
Il direttore tecnico del trap, Albano Pera, assicura: «Non è cosi semplice trovare nuovi talenti, bisogna fare attenzione alle novità. Indubbiamente è molto importante che la Federazione abbia un ottimo settore giovanile. Prendiamo alcuni ragazzi ancora in erba e lavoriamo per rifinirli, per dargli la mentalità giusta. Non sempre ci si riesce. La nostra federazione ha un settore giovanile molto organizzato, lavora bene, propone ragazzi nuovi, magari in certi periodi più bravi in altri meno. La base è importante, poi trovare il campione, chi vince a livello internazionale è piu complicato. Ma ultimamente, soprattutto nel settore femminile abbiamo avuto molto»
    I 25.000 agonisti, le 15.000 persone che ogni week end affollano i campi di tiro, i 700.000 amatori: ecco la ricchezza della federazione presieduta da Luciano Rossi, la cui storia è quella di tanti altri tiratori. Una passione di famiglia che si tramanda di padre in figlio e che è la vera benzina di uno sport fiero delle sue radici e della sua affidabilità, capace di esportare tecnici in tutto il mondo e di esibire orgogliosamente l’eccellenza italiana nel settore.
    L’organizzazione prevede che ogni tecnico di settore (Pera, Benelli, Cenci) abbia la facoltà di designare un responsabile di sua fiducia per il settore giovanile. «Utilizziamo le stesse metodologie, chi lavora con noi segue i nostri programmi e risponde ai rispettivi direttori tecnici. Nelle grandi occasioni ci scambiamo pareri, un paio di volte l’anno ci riuniamo e ognuno porta la propria esperienza, idee, difficoltà. Poi ognuno di noi gestisce personalmente la propria squadra, in base agli elementi che ha. Queste riunioni sono un arricchimento per tutti, magari una volta si sperimenta una cosa, si fanno modifiche. Insomma è un meccanismo oleato e collaudato. Non si può raggiungere sempre il top ma possiamo essere soddisfatti del lavoro. I risultati sono frutto del lavoro di tutti: il segreto maggiore è la mentalità, gente che sa rompere piattelli ce n’è tanta. Ma carattere e mentalità che permettono di affrontare i momenti difficili i giovani devono apprenderla. Certo, anche da noi. Quando un ct le ha fatte e in prima persona certe esperienze, sa quali leve andare a toccare». Albano Pera potrebbe essere chiamato a dolorose scelte nel trap femminile: «Non sarà così facile ma spero di avere avere l’imbarazzo della scelta. Alle ragazze chiedo sempre di mettermi in difficoltà. Più lo fanno e più sono soddisfatto».
    Già, l’Olimpiade, la grande ribalta quadriennale di una disciplina che meriterebbe di più. A un anno e mezzo da Rio, con la stagione appena iniziata, l’Italia ha già conquistato nove carte olimpiche. Ne manca ancora una, nel trap femminile, dove Jessica Rossi non è riuscita ancora a confermarsi all’altezza della sua fama (è c’è la concorrenza della rientrante Gelisio). Tre atlete per due posti, con il nome nuovo Silvana Stanco, la svizzera italiana rampante. Le altre carte sono state guadagnate da Luchini e Filippelli (skeet uomini), Bacosi e Cainero (skeet donne, dove c’è anche la Spada), Pellielo e Fabbrizi (trap uomini), Barillà e Innocenti (double trap). C’è ancora tempo per battagliare; Coppa del Mondo, l’Europeo in Slovenia e l’atteso mondiale che Lonato ospiterà dall’8 al 19 settembre. Ma è anche vero che in passato, solo due volte il dt Albano Pera fece scelte diverse da quelle indicate dalle acquisizioni di carte olimpiche.

Leandro De Sanctis

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