SOCIETA’ Bianchi, neri, down: Pisa, Conegliano, Roma e i colori dell’ignoranza

Anche il sonno della cultura, della civiltà, oltre che della ragione, genera mostri. Come ha detto anche Tommie Smith (lo vedete in foto, nel 1968 all’Olimpiade di Mexico City, alzando quel pugno guantato verso il cielo divenne mito): il razzismo è solo una questione di ignoranza.
 La lettura dei quotidiani di ieri è risultata deprimente. A Pisa una studentessa senegalese 14enne dal brillantissimo rendimento è stata insultata ripetutamente per invidia razzista. A Roma una vecchia signora bianca ha insultato e colpito una donna di colore seduta dietro di lei (Voi africani che fate qui? Negri!) recitando i demenziali mantra resi tristemente popolari da quell’essere chiamato Salvini. A Conegliano e Mestre, location le stazioni ferroviarie, il bigliettaio si ricorda dell’abitudine vigliacca tutta italiana di essere forte con i deboli e debole con i forti, insultando e discriminando un gruppetto di ragazzi affetti da sindrome di Down  (peraltro anche accompagnati): Siete lenti fate perdere il treno agli altri, state indietro.

Oltre all’ignoranza e alle inesistenti doti intellettive, un invisibile e vergognoso filo generazionale lega la vecchia del bus di Roma (posso chiamarla vecchiaccia?) agli adolescenti che hanno insultato con bigliettini deliranti la studentessa senegalese di Pisa che sogna di diventare avvocato (e le auguro di diventare un brillantissimo avvocato, di scegliere le cause giuste per cui battersi, senza troppe bugie nell’esercizio della professione). 
Questa è l’Italia che leghisti e razzisti xenofobi vogliono come modello? La Repubblica ha pubblicato le foto di uno dei bigliettini tristemente farneticanti. Si leggono dei frammenti di testo, tre parole mi hanno colpito e indignato: negro, razza pura. Avere conferma che un adolescente di oggi usa questi termini è uno sconforto per chiunque. Inutile rammaricarsi che questa ragazza o questo ragazzo non siano vissuti negli anni del loro idolo Adolf Hitler e della banda di criminali di guerra. Per la vecchiaccia di Roma il rincoglionimento senile (magari di matrice televisiva) non è un’attenuante. 

Per gli adolescenti di Pisa (e per l’ambiente dove stanno crescendo, ma fino a un certo punto: non è che possa sempre essere colpa dei genitori, anche se l’esempio è fondamentale) e per tutti quelli che usano questi termini nella vita quotidiana e sul web, non so dire se provo più rabbia o pena. No, pensandoci bene nessuna pena. Se non quella che il loro atto richiede. Spero che la bocciatura e l’anno in più che trascorreranno a scuola, serva a farli riflettere e a far loro accettare che il mondo sia a colori e che sia popolato da ragazze nere più intelligenti e brave di loro (o di lui o di lei, lo sapremo quando sarà indentificato l’autore del misfatto).

Leandro De Sanctis

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