Un altro Ferragosto | Recensione

Un altro Ferragosto | Recensione.
Non avevo particolarmente apprezzato Notti magiche e Siccità, gli ultimi due film di Paolo Virzì prima di questo ritorno con Un altro Ferragosto, ventotto anni dopo l’ormai celebre Ferie d’agosto. nel tempo divenuto cult movie per ciò che raccontò, per come lo raccontò e con chi scelse per raccontare questa contrapposizione tra destra e sinistra politica portata a livelli pratici, familiari e di modi di vivere.
Dico subito che dopo una partenza un po’ così, Un altro Ferragosto mi è piaciuto molto, una commedia amara che rispecchia il buio civile e politico che stiamo vivendo in un Paese sprofondato in una deriva inarrestabile, come e peggio di ventotto anni fa. La vacanza nell’isola di Ventotene con i personaggi superstiti e invecchiati di quelle Ferie d’agosto, oltre a rimettere in scena due visioni opposte della vita, ovviamente schierandosi ma lasciando anche spiragli interrogativi e autocritici. Da una parte i Molino (patriarca influencer autentico per cultura, Silvio Orlando), intellettuali di sinistra sensibili e colti ma con irrisolte problematiche nei rapporti familiari (con la moglie, con i figli), dall’altra i Mazzalupi (cialtroni, volgarotti, fasci superficiali ed evasori fiscali di destra: orfani del compianto Ennio Fantastichini e del romanticismo di Piero Natoli hanno trovato un degno erede in Vinicio Marchioni candidato sposo della figlia Sabrina Mazzalupi (Anna Ferraioli Ravel), nota influencer ignorante sconfinata. Il vuoto assoluto che sale in cattedra sul web grazie a followers alla sua…inadeguatezza.
Un altro Ferragosto ha l’amaro sapore della sconfitta, della sinistra politica ma soprattutto della parte più sana e sensibile di un Paese seppellito dall’egoismo sociale, dal razzismo, dall’omofobia e in generale da tutti quei disvalori di cui la destra più becera si fa vanto. Virzì affida al personaggio interpretato da Emanuela Fanelli il monologo manifesto del film, riflessione velenosa ma aderente di quanto e come l’Italia sia diventata un popolo di ignoranti odiatori, senza memoria, senza cultura e senza futuro. Monologo che arriva a concludere e integrare lo sfogo deluso del giornalista Sandro Molino-Silvio Orlando.
E così i due film di Virzì si congiungono, dando l’addio alle speranze che furono e vivendo il passo d’addio verso la morte, celebrando il funerale degli ideali, fallimenti totali: l’amore, il rapporto tra padri e figli, la politica che ha perso la memoria. Il cancro che divora Sandro Molino, il cancro incurabile che sta seppellendo l’Italia.
Bello riproporre audio e immagini dei personaggi scomparsi, divertenti i sogni politici del giornalista Molino (giornalismo, professione scomparsa anch’essa) che nei suoi ultimi giorni di vita sogna i confinati di Ventotene, incontra Sandro Pertini e Altiero Spinelli. Se la vana speranza di sfuggire alle conseguenze del berlusconismo tornato a essere fascismo è affidata al nipotino che si appassiona ai racconti del nonno, la realtà ripropone il panorama attuale, il trionfo del disimpegno narcisistico distaccato dalla realtà.
Nonostante sia un film cupo che suscita malinconia, Un altro Ferragosto è anche divertente, in virtù di una sceneggiatura sveglia e incisiva e di interpreti di livello. Vinicio Marchioni nei panni del fascio cafone offre un’interpretazione magnifica. Lui e la “Sabry”, la promessa sposa influencer (Anna Ferraioli Ravel) sono i migliori in una bella prova corale che vede in campo stavolta anche Christian De Sica. Emanuela Fanelli e Andrea Carpenzano, accanto a Sabrina Ferilli, Laura Morante, Gigio Alberti, Paola Tiziana Cruciani, Silvio Vannucci, Rocco Papaleo.


Un altro Ferragosto

UN ALTRO FERRAGOSTO – Italia 2024. Durata: 115 minuti.
Regia: Paolo Virzì.
Interpreti: Silvio Orlando, Laura Morante, Vinicio Marchioni, Andrea Carpenzano, Sabrina Ferilli, Paola Tiziana Cruciani, Silvio Vannucci, Gigio Alberti, Anna Ferraioli Ravel, Emanuela Fanelli, Rocco Papaleo, Christian De Sica.

Leandro De Sanctis

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