Egonu e Sirci, le stelle delle finali scudetto volley

Egonu e Sirci, le stelle delle finali scudetto della pallavolo. Insieme con Simon e Leon, mattatori uno della prima finale di SuperLega Credem Banca a Perugia, l’altro della seconda a Civitanova.
Paola Egonu nella prima partita di finale tricolore ha siglato il record di punti in una partita, toccando quota 47. Dal morto che parla alla Paola che segna per la cabala. L’azzurra che tutto il mondo pallavolistico ci invidia (un po’ meno i giornalisti) sposta gli equilibri come nel calcio in un recente passato facevano Cristiano Ronaldo e Messi. L’Imoco Conegliano si è aggrappata a lei per evitare di interrompere la serie di vittorie consecutive, arrivata ora a quota 62. La Igor Novara di Lavarini ha tirato fuori dal cilindro una partita con i fiocchi, arrivando a sfiorare la clamorosa impresa, sfumata nel finale per dettagli.
Onestamente credo sia sterile e privo di senso il discorso su una Conegliano Egonu-dipendente. E’ naturale che se si ha in squadra una fuoriclasse come lei, il gioco sia focalizzato sulle sue qualità. Il problema è delle avversarie che non hanno una stella come lei, da cui dipenderebbero molto volentieri. Va elogiata Novara, che ha stupito forse un po’ tutti per il modo in cui è riuscita a stare in campo e quasi a domare la corazzata veneta.

Egonu e Sirci le stelle

Dalle donne agli uomini. Le due finaliste stanno giocandosi lo scudetto con in panchina allenatori diversi da quelli con cui erano partiti. Se De Giorgi è stato fatto fuori alla vigilia di una gara di ritorno dei play off di Champions League (al suo posto il ct azzurro Blengini), il belga Heynen è stato rimosso tra gara1 e gara2 delle finali. Al suo posto una panchina a tandem: Fontana e Cadeddu.
Ma visto che nello sport contano i risultati, alla luce dell’exploit della Sir Safety a Civitanova, si può ben dire che il vincitore sia stato Gino Sirci, il presidente della Sir Perugia che ha esonerato Heynen nella convinzione che senza di lui ad allenare e a scegliere il sestetto, la squadra avesse ancora chance si vincere lo scudetto. I fatti gli hanno dato clamorosamente ragione: Fontana e Cadeddu hanno dato fiducia ad Atanasjievic, il bomber veterano che ha vissuto mesi travagliati e che era stato emarginato e dimenticato da Heynen. Leon è tornato Leon sfoderando un 60% in attacco e Perugia ha pareggiato il conto, dopo che in gara1 era stato un altro gigante cubano, Simon, a mettere il sigillo sul match.
Al di là delle qualità tecniche, anche la pallavolo è uno sport che può essere deciso da episodi e da motivazioni che a volte spingono atleti e squadre oltre i supposti limiti. E dopo la svolta da record di Gino Sirci, Civitanova-Perugia è di nuovo una finale in cui tutto può succedere.

Le maglie della finale: vincono le donne

Sotto il profilo cromatico, non secondario dato che le partite si seguono in tv, la finale femminile vince alla grande e con semplicità. Novara ha indossato una maglia bianca, Conegliano ha optato per la azzurra. Chiaro da una parte, scuro dall’altra.
Tra gli uomini invece da qualche anno è in voga la mania delle maglie nere, totalmente o parzialmente black. Perugia e Civitanova non hanno fatto eccezione domenica scorsa. Unica differenza gli inserti, praticamente quasi invisibili quando le telecamere riprendono il gioco in campo lungo. Azzurro sul nero della Sir Safety. Rosso sul nero della Lube. E si parla di porzioni ridotte della maglia.
E pensare che i colori originari del club umbro erano bianconeri. E sul sito della Lega per una banale svista appaiono si le maglie nuove ma anche la scritta indicante il colore verde adottato nella scorsa stagione. Si potrebbe dire che in SuperLega Credem le squadre ne fanno di tutti i colori quando si tratta delle divise, ma in realtà vedono soprattutto nero. E anno dopo anno, ho perso la voglia di ricordare che in campo dovrebbero sempre andare squadre con divise di colore contrastante, come un tempo comandava il vademecum.

Leandro De Sanctis

Torna in alto