Sofia Goggia, impresa d’argento a Pechino 2022 (e Delago bronzo)

Sofia Goggia, impresa d’argento a Pechino 2022.

Il collega Fausto Narducci, che ha seguito nove Olimpiadi per la Gazzetta dello sport, scrive per noi di Pechino 2022. Ogni giorno il pagellone dell’Olimpiade Invernale. Da 10 a 1 un voto per tutte (o quasi) le discipline in programma, un modo diverso e divertente per rileggere la giornata olimpica.
L’undicesima giornata ha portato l’argento e il bronzo della discesa femminile all’Italia che raggiunge quota 13 medaglie.

DIECI: Goggia l’argento dei miracoli

Ce la siamo immaginata come una gigantesca partita di curling, lo sport del momento. L’Italia aveva piazzato perfettamente le sue stone: Sofia Goggia lì davanti, Nadia Delago ed Elena Curtoni a completare i punti e Nicol Delago in copertura. Sembrava fatta: tre punti per l’Italia quando con il pettorale 15 è scesa la svizzera Corinne Suter, una delle ultime avversarie in grado di impensierirci. La gara della vita di una sciatrice che non aveva mai fatto podio alle Olimpiadi anche se aveva già vinto la discesa ai Mondiali di Cortina e vantava altri tre podi iridati.
A 27 anni, nel pieno della maturità, la guastatrice anti-azzurra ha sbagliato le due paraboliche ma ha messo il turbo nel finale. Sembrava battuta almeno per il promo posto, invece, chissà come, si è infilata fra le nostre stone e si è presa il punto. Sogno sfumato negli ultimi 30 secondi, quelli in cui la svizzera ha compiuto il sorpasso sulla Goggia, campionessa olimpica uscente.
La Goggia è sembrata sul punto di piangere, ha lasciato quasi stizzita il leader corner ma ha già compiuto un miracolo a rientrare in queste condizioni, quasi ottimali, a 23 giorni dall’incidente di Cortina. Argento e bronzo non si erano mai visti nella discesa femminile azzurra alle Olimpiadi. Vincendo di nuovo la bergamasca avrebbe eguagliato i due ori consecutivi della tedesca Katja Seiziger, oro a Lillehammer ’94 e Nagano ’98. Solo altre quattro volte c’erano stati due azzurri sul podio nella stessa gara olimpica: Polig-Martin in combinata ad Albertville 92, Gustavo-Rolando Thoeni  in slalom a Sapporo ’72, Gros-Gustavo Thoeni a Innsbruck 76 e Ceccarelli-Putzer a Salt Lake City 2002 in superG. Questo il precedente più vicino a quello di ieri ma all’epoca fu arricchito da un oro che oggi è mancato per 16 centesimi. Avrete sicuramente sentito le dichiarazioni post-gara di Sofia: merita l’Oscar anche per come sa parlare ai tifosi, all’Italia, alle compagne e alle rivali. Monumentale. Dopo la Pellegrini, il più grande personaggio dello sport italiano al femminile. 

Il Presidente Mattarella e Sofia Goggia FOTO CONI
Il Presidente Mattarella e Sofia Goggia FOTO CONI

NOVE L’abbraccio delle sorelle Delago

Non è proprio quello fra Marcell Jacobs e Gianmarco Tamberi dopo gli ori di Tokyo ma l’abbraccio fra le sorelle Delago ha il calore familiare. Ancora più bello perché la più felice delle due è quella che non è salita sul podio: la sorellina Nadia bronzo, la sorellona Nicol undicesima. Nadia vantava un quarto e un quinto posto nelle discese stagionali di coppa ma si sapeva che la 24enne di Selva Val Gardena era in condizioni eccellenti: scendendo col pettorale 11 aveva tolto la posizione di leader alla compagna di squadra Curtoni, la Goggia l’ha spinta al secondo posto, la Suter al terzo ma almeno il bronzo è arrivato. Un bronzo da dividere in due, con la sorella.

OTTO: Non dimentichiamoci di Elena Curtoni

Chissà cosa è passato nella testa di Elena Curtoni in quei lunghi minuti trascorsi nel leader corner. Era scesa col pettorale numero uno e, senza punti di riferimento, non potevamo sapere quanto valesse il suo tempo anche se l’azzurra era stata veloce e senza sbavature. Man mano che scendevano le avversarie fino al pettorale numero 10, di medio livello, il sogno del podio è rimasto nella testa di Elena, guardata a vista dalla sorella Irene (due sorelle, come le Delago) inviata sul parterre di Eurosport. Poi la sequenza che l’ha buttata giù dal podio: pettorale 11 Nadia Delago, 13 Goggia, 15 Suter e infine a sorpresa la tedesca Kira Weidle che l’ha lasciata al quinto posto. Fuori dal podio e terza azzurra, ma dopo Pechino non dimentichiamoci di Elena rimasta con l’oro virtuale al collo per le prime dieci discese di Pechino 2022. 

SETTE Il bis della Gasser nello snowboard

Non è facile ripetersi ai vertici a quattro anni di distanza. Fra le atlete che sono riuscite a fare il bis dell’oro di PyeongChang c’è anche l’austriaca Anna Gasser che ha replicato la vittoria nella Big Air dello snowboard. Tre manche con tre trick diversi che hanno messo alle spalle la neozelandese Zoi Synnott Sadowski che era stata oro nel Slopestyle. L’Australia, il Paese in cui è nata Zoi prima di trasferirsi in Nuova Zelanda, si starà mangiando le mani. 

SEI L’abbraccio Gu-Gremaud è da copertina

Artisti azzurri sugli sci crescono. Nel freestyle il giovanissimo Leonardo Donaggio, dopo l’eccezionale quinto posto nella Big Air, ha fallito la finale dello slopestyle classificandosi 18°. La veterana Silvia Bertagna nello slopestyle ha confermato il decimo posto delle qualificazioni dopo essersi ritirata nella Big Air. Sembra poco ma per la disciplina più povera del panorama azzurro sono passi da gigante. Clamoroso l’argento di Ailing Eileen Gu: la modella di San Francisco che aveva scelto di gareggiare per la Cina dei suoi genitori dopo l’oro nella Big Air si è dovuta accontentare dell’argento dietro alla svizzera Mathilde Gremaud che si è rifatta del bronzo della prima gara. L’abbraccio prlungato fra le due rivali in mezzo alla pista è un’altra immagine da copertina in questi Giochi. 

CINQUE: Al biathlon maschile manca qualcosa

Manca ancora qualcosa al nostro biathlon maschile. Anche nella staffetta maschile il primo poligono pulito di Tommaso Giacomel ci aveva portato in terza posizione ma poi gli errori al tiro si sono susseguiti per lo stesso Giacomel ma soprattutto per Hofer e Windisch che ha tagliato il traguardo finale in settima posizione nonostante il suo proverbiale sprint. Non ci aspettavamo molto di più ma almeno potevamo giocarcela vista la giornata-no di molte squadre. Incredibile il crollo di Eduard Latypov, quello che aveva negato il podio a Hofer nell’individuale: con 5 errori alle due sessioni di tiro ha fatto precipitare la Russia, saldamente in testa, al terzo posto. Ne ha approfittato per vincere la Norvegia, nonostante la giornata disastrosa di Tarjei Boe. E ha conquistato l’argento la Francia che ha regalato la quinta medaglia (2 ori e tre argenti) a Quentin Fillon Maillet che è uno dei grandi personaggi di questi Giochi. Il medagliere francese è quasi tutto nelle sue mani.  

QUATTRO: la Shiffrin avrà l’ultima occasione

Non vogliamo infierire ma è lungo l’elenco delle grandi deluse della discesa femminile di Pechino: solo sedicesima Lara Gut, diciottesima Mikaela Shiffrin, fuori pista Esther Ledecka. La svizzera ha già al collo l’oro del superG e comunque vada uscirà soddisfatta da Pechino, l’americana è già leggenda di suo ma se non si riscatterà nella combinata, dove l’’infortunio della Vlhova le assicura il ruolo di favorita, concluderà le due settimane più brutte della sua vita agonistica. Dopo la morte del padre, è giusto dirlo, Mikaela non è stata più la testa anche se In Coppa non è mancato qualche acuto. Dopo la Brignone tiferemo per lei: almeno una medaglia la vogliamo lasciare all’americana triste? 

TRE La caduta che cancella l’oro giapponese

La giapponese Miho Tagaki ha fatto un brutto scherzo allo squadrone giapponese dell’inseguimento in pista lunga. Cadendo nell’ultima curva mentre la sua squadra era in vantaggio, ha lasciato la vittoria alle canadesi. Incredibile, non la prenderanno bene a casa. 

DUE: Il combinatista che sbaglia strada

Veramente clamoroso, soprattutto a questi livelli, l’errore del fenomeno norvegese Jarl Magnus Riiber (primo nel salto) che ha sbagliato la strada verso lo stadio al termine del primo giro quando era in testa perdendo il vantaggio di mezzo minuto sugli inseguitori. Per sua fortuna la Norvegia ha comunque realizzato la doppietta nella combinata nordica (gundersen 10 km + grande trampolino): oro a Joergen Graabak e argento a Jens Luraas Oftebro. E Riiber? E’ andato completamente in trance classificandosi ottavo, con un distacco di 38” dal vincitore. Italia praticamente non pervenuta: piazzamenti dal 22° al 39° posto per Buzzi, Pittin, Costa e Bortolas

UNO. La Russia “travestita” ma sempre dopata

A tutta la gestione del caso Valieva. Cio, Russia, atleta, comitato organizzatore Wada e tribunali: nessuno è assolto. Anche a 15 anni qualunque atleta ha gli stessi diritti e doveri degli adulti. Kamila Valieva ha gareggiato nel corto dell’individuale praticamente sub iudice: se andrà sul podio tutte le medaglie saranno sospese. Ed è stata aggiunta una partecipante in più in caso di squalifica a posteriori. Il voto zero lo merita la Russia. Anche travestita da Comitato Olimpico Russo evidentemente continua a praticare il doping di stato. 

Fausto Narducci

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