Buche e voragini abbandonate, i “monumenti” odiosi di Roma

Buche e voragini abbandonate, i “monumenti” odiosi di Roma. Parafrasando la pubblicità dei diamanti, per una clientela ricca (Un diamante è per sempre), possiamo affermare che a Roma una buca, una voragine, un mini cantiere recintato è come un diamante: è per sempre. Da Alemanno a Gualtieri, passano i sindaci, restano i problemi.
Si apre una buca? Il massimo che si fa è recintare il perimetro attorno, in maniera più o meno estesa.
Si scava per dei lavori resi necessari da guasti o per posare nuovi cavi? Lo scavo, la voragine, si lascia recintata e non si richiude. Spesso per mesi e mesi, al punto che si può anche completare il ciclo annuale. E in teoria può confinare con il mai, buche recintate che non vengono richiuse affatto. Ma nel frattempo si riempiono di rifiuti gettati da incivili, perché a Roma se ne sono in abbondanza: vuoi mettere quanto è facile gettare una lattina, una bottiglietta e altro in una buca, non serve nemmeno rendere la mira.

Le responsabilità di ditte, Comune e Municipi: a chi compete?


Da chi dipende? Dal Comune di Roma? Dai municipi? Dalle ditte che una volta eseguiti i lavori di riparazioni non richiudono? Mancanza di comunicazione tra le parti? Menefreghismo e indolenza? Controlli assenti perché chi comanda non ha previsto una catena di controllo per questo genere di cosa?
Il risultato è che Roma Capitale (anche di indisciplina, sporcizia e caos) si ritrova indesiderati e odiosi “monumenti” che i cittadini non vorrebbero. Ma ai quali, alla fine, si finisce per fare l’abitudine, anche quando costituiscono un ostacolo reale alla circolazione dei pedoni (ma spesso anche delle auto), anche quando sottraggono preziosi spazi per parcheggiare.
Nelle foto potete “ammirare” la recinzione per la voragine di via D’Andrea, in zona Torrevecchia: è stata recintata addirittura prima dello scorso Natale, sta per celebrare il suo primo compleanno! La strada è stretta e caotica, richiuderla e togliere la recinzione sarebbe cosa urgente, ma non interessa a nessuno, tantomeno al Municipio che avrebbe il dovere di occuparsene. Più sotto le foto della buca non richiusa in via Montessori, angolo via Sangemini: è stata aperta l’ultima settimana di agosto per un grosso problema elettrico, che ha lasciato per qualche giorno l’intero palazzo senza energia elettrica e che in attesa della riparazione definitiva, fu assistito con un camioncino con generatore. Fortunatamente il problema alla fine su risolto, ma la buca aperta non è stata ancora richiusa. E sono trascorsi due mesi!
L’ultima riguarda la buca, per ora piccola e rotonda, apertasi sulla via Trionfale, dinanzi a un piccolo supermercato, e prontamente recintata, una settimana fa. Ancora non è da considerare un vero “monumento”, ma c’è il rischio che lo diventi. A meno che, come avviene per i cassonetti posti sulla grande arteria di scorrimento e dunque assai visibili, si dia la precedenza a sistemare ciò che si vede, lasciando che quanto è più nascosto resti così come è. Vale per le buche e per i cassonetti: ci si lamenta della raccolta differenziata ma poi si lasciano stracolmi e inutilizzabili a lungo i cassonetti della carta e della plastica.
A voler essere precisi, come nel caso della voragine recintata di via D’Andrea, si è solo recintata la parte, ma non si è risolto il problema. A volte si lasciano i mini cantieri aperti anche a lavori eseguiti. Ma a volte non si riparano nemmeno i luoghi per i quali si è approntata la recinzione. Perché? A chi compete?

Il “monumento in via D’Andrea, zona Torrevecchia

Il “monumento” in via Montessori, angolo via Sangemini

Il “monumento” più recente in via Trionfale

La buca recintata in via Trionfale, da circa una settimana
La buca recintata in via Trionfale, da una settimana circa

Leandro De Sanctis

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