VOLLEY Bonitta verso i Mondiali: «Niente alibi, abbiamo azzurre di qualità»

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Nell’estate del 2006, quando ebbe termine la sua prima avventura sulla panchina della Nazionale femminile che quattro anni prima aveva guidato al titolo mondiale, Marco Bonitta non avrebbe mai immaginato che un giorno avrebbe di nuovo allenato le azzurre, per giunta in un Mondiale giocato in casa. Ecco perchè la serata di martedì, quando l’Italia esordirà al PalaLottomatica di Roma affrontando la Tunisia (si giocherà alle ore 20) avrà un sapore davvero speciale per il tecnico ravennate.
    Negli ultimi otto anni Bonitta ha avuto modo di rivisitare la sua carriera accumulando varie esperienze: ha allenato la nazionale femminile polacca all’Olimpiade di Pechino 2008; è tornato al maschile allenando club in A1, A2 ed anche in B1; ha preso in mano il Club Italia e riassaporato il gusto della medaglia con gli azzurrini, rivivendo emozioni lontane. Come quella indimenticabile giornata d’oro di Berlino 2002. Poi, inattesa, l’investitura del presidente federale Carlo Magri, che ha deciso di puntare ancora su di lui regalandogli una nuova speranza, un’occasione che Bonitta ha colto al volo e con entusiasmo. Si è messo al lavoro, ha parlato con le giocatrici, sia con chi pensava di utilizzare, sia con chi aveva deciso di lasciar fuori. Il tentativo di percorrere strade tattiche diverse, riciclando Tai Aguero (oro agli Europei di Polonia 2009 giocando opposta) in regia ed immaginando una Nazionale senza il genio collaudato di Eleonora Lo Bianco, la ragazzina da lui lanciata nel 2002, a scapito di una certa Cacciatori che era stata la reginetta del ruolo, dentro e fuori dal campo. Tutto questo sulla carta. Perchè poi la realtà è stata ben diversa: Tai Aguero ha smesso di giocare, Lucia Bosetti si è rotta il legamenti del ginocchio, Francesca Ferretti ha dovuto farsi operare al menisco. E l’Italia di Bonitta si è trasformata: richiamate prima Carolina Costagrande, poi anche Cardullo e Eleonora Lo Bianco, primatista di presenze azzurre. E la rincorsa tenace della Ferretti, in campo dopo soli 25 giorni dall’intervento, a simboleggiare la voglia iridata di un gruppo capitanato da Francesca Piccinini.
    «Ho dovuto cambiare rispetto ai programmi iniziali – spiega Bonitta – abbiamo cercato nuovi equilibri, nuovi meccanismi. Perchè persone diverse non sempre si adattano ad un certo tipo di strategia. Però credo che la qualità sarà la stessa».
    Niente scuse insomma.
    «No, non mi sono fatto sconvolgere. Dobbiamo fare in modo che gli infortuni non diventino una scusa o un alibi. Andiamo avanti con quello che c’è. Ed io sono convinto che quello che c’è è di grande qualità» 
Nel Grand Prix si è vista un’Italia a tratti travolgente in attacco, ma con momenti di difficoltà. Su cosa ha lavorato per migliorare questo aspetto?
«Sulla tecnica. Per avere maggiore continuità in attacco: serve il colpo giusto nei momenti giusti. Diagonali strette, colpi sul muro». 
    Come finirà il Mondiale non si può ovviamente predire, ma quello che ha visto nella squadra ha già reso felice Bonitta.
    «Sì, indipendentemente da come andranno le cose devo fare un plauso a tutte le ragazze, è nato un grande spirito di gruppo, l’armonia c’era prima ed è rimasta».
    Eleonora Lo Bianco l’aveva detto ancor prima di sapere che le si sarebbero di nuovo spalancate le porte della nazionale. «L’obiettivo da raggiungere è troppo importante per non essere unite superando tutto». Gli anni non passano invano, si cresce, si matura, spesso si riesce a far tesoro di ciò che si è vissuto. Per questo il bagaglio d’esperienza di Bonitta è lievitato rispetto a dodici anni fa, per questo Piccinini (il capitano di oggi) e Lo Bianco (il capitano di ieri) sono pronte a vivere un intenso Mondiale con la Nazionale, tra sorrisi e sacrifici, con un grande sogno comune.

Leandro De Sanctis

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