Educazione Fisica e sport, non c’è chiarezza

Educazione Fisica e sport, non c’è chiarezza secondo il professor Attilio Lombardozzi.
Il dibattito che ha chiuso il seminario: “Dalla pallavolo all’Educazione fisica nella scuola primaria” svoltosi nella sede dell’Università di Roma “Foro Italico” ha chiarito che non c’è… chiarezza nell’ambito della Educazione fisica soprattutto nei suoi rapporti con lo sport. La considerazione, difficile da contestare, deriva dalla constatazione che sport e Educazione fisica costituiscono discipline che possono essere definite e interpretate in maniere diverse.
Nonostante le citate difficoltà infatti, è sempre più evidente la superficialità con cui, da ambienti o personaggi lontani da detti ambiti per cultura o professione, si lanciano proclami altisonanti che ottengono il solo risultato di suonare come offesa a chi a tali argomenti dedica studi e attività. La questione non è di poco conto giacché, in assenza di indirizzi teorici e metodologici ben definiti, gli insegnanti rispondono con interpretazioni derivanti da loro propensioni più o meno accettabili. Le “linee guida” proposte dal MIUR sono piuttosto vaghe e non possono dare indicazioni sulle metodologie. A questo si aggiunga che agli insegnanti non vengono proposti momenti di “formazione continua”, per cui ognuno si sente autorizzato a sostenere tesi del tutto personali a volte neppure suffragate da adeguati supporti culturali. A complicare la situazione è proprio lo sport. Una attività a cui l’Educazione fisica moderna deve rivolgersi con molto discernimento perché costituisce un’arma doppio taglio. A seconda di come viene interpretato può costituire un potente
strumento di formazione o un nefasto percorso di emarginazione. Chi non è addentro alle tematiche dell’Educazione fisica e dello sport pensa, senza nessuna remora, al beneficio che la pratica di queste attività induce sulla salute fisica e sul contrasto alla incipiente sedentarietà dei giovani di oggi. Questa valutazione che sembrerebbe dar forza al valore delle due discipline in realtà ne limita drasticamente le finalità. L’Educazione fisica non può essere ridimensionata a… cura dimagrante per i giovani obesi (sono sempre di più purtroppo) perché le sue basi culturali consentono di riferirsi alla corporeità per andare oltre il corpo! Anche se indubbiamente i benefici sulla salute fisica non devono essere sottovalutati.
Se l’Educazione fisica presenta difficoltà di interpretazione, certamente non va trascurata la grande confusione che provoca il tentativo di chiarire il significato di “sport”, attività che nel tempo ha moltiplicato le sue interpretazioni al punto tale da renderne fuorviante ogni tentativo. È paradossale a tal proposito l’espressione utilizzata per l’inserimento nell’art. 33 della Costituzione approvato in questi giorni dalla Camera, “la Repubblica riconosce il valore educativo… dell’attività sportiva in tutte le sue forme”. Il termine sport non è stato utilizzato (a quanto si sa per evitare interpretazioni improprie); ad esso però si è preferita una espressione quanto mai sfuggente che invece di chiarire il concetto lo ha ulteriormente confuso. È bene precisare che lo sport non è di per sé portatore di valori positivi, che dipendono soprattutto da chi lo sport lo propone, ma può nascondere insidie derivanti ad esempio da competizioni irrazionali, da tecnici improvvisati e perfino da comportamenti illeciti.
In questi ultimi tempi, è importante sottolinearlo, l’Educazione fisica e lo sport vivono vicende non proprio positive anche se di natura diversa. La prima infatti, per l’inconsistenza di suggerimenti promuoventi, affida la sua efficacia alla professionalità di insegnanti illuminati; lo sport, da un altro versante, nonostante momenti particolari come l’inserimento nella Costituzione e la riforma dello sport (che lo sport non sembra proprio averlo riformato ma… deformato) non si accorge di allontanarsi sempre di più dai problemi della attività di base.

Attilio Lombardozzi

Leandro De Sanctis

Torna in alto