Lazio-Juventus 2-1 | Milinkovic spinge…, tardivo risveglio bianconero

Lazio-Juventus 2-1 | Milinkovic spinge…, tardivo risveglio bianconero. Non succedeva dal 2003-2004: due trasferta all’Olimpico di Roma e due sconfitte. Nelle ultime quindici giornate la Juve ha perso due volte, sempre a Roma. Se con i giallorossi c’era stato il rimpianto per i tre pali colpiti, stasera con la Lazio deve recriminare sul suo brutto primo tempo e sul clamoroso errore dell’arbitro Di Bello ma soprattutto di Irrati alla VAR, che hanno convalidato un gol palesemente irregolare di Milinkovic. La Juventus ha giocato da Juve solo negli ultimi venti minuti: poteva bastare per prendere un punto, ma la Lazio ha saputo resistere e capitalizzare con entusiasmo e carattere quanto è riuscita a creare quando ha avuto la partita in mano.

Lazio-Juventus 2-1, il primo tempo
Arbitro e VAR non vedono la spinta di Milinkovic

Il primo tempo ha dimostrato varie cose. Una svista dell’arbitro non sempre è corretta dalla VAR. Di Bello, lontano dall’azione si è perso la spinta di Milinkovic Savic ad Alex Sandro, con cui il serbo ha eliminato il brasiliano dall’azione difensiva, potendo poi appoggiare in gol. Ma la cosa più grave è che rivedendo l’azione alla VAR (c’era Irrati, è sua la colpa maggiore) come tutti l’hanno potuta vedere dalle riprese televisive, specialmente quella frontale dalla porta, il gol non è stato annullato. La dinamica è chiarissima: sul cross Alex Sandro salta ma è spostato in avanti dalla spinta di Milinkovic. Incredibile che la rete sia stata convalidata. Nè vale il discorso dell’entità della spinta, perché Alex Sandro, che era davanti e in vantaggio, anche con un lieve tocco, se tale fosse stato, ha perso equilibrio e possibilità di intervento. Chi vuole pensare male, è autorizzato a farlo.
Ma il primo tempo ha raccontato anche come la Juventus sia riuscita a trasformare nel migliore dei modi la rabbia per l’ingiustizia subita. Nella prima azione dopo lo svantaggio, ha guadagnato un corner dal quale è arrivato l’immediato pareggio. Ennesima prodezza di Bremer che ha svettato indirizzando a rete, sulla respinta si è avventato Rabiot che prima di piede e poi di testa ha scaraventato la palla in gol, il suo decimo stagionale.
Fin qui gli episodi decisivi di un tempo che ha visto la Lazio giocare nettamente meglio. Una prodezza di Immobile con risposta di livello del portiere Szczesny, interventi provvidenziali di Bremer prima e di Fagioli poi a far sfumare possibili palle gol biancocelesti. Una Juventus sbiadita e molle, incapace di imporsi a centrocampo e senza potenziale offensivo, anche perché Vlahovic ha accusato un colpo fortuito alla caviglia che ne ha ulteriormente condizionato il rendimento. Sarri sostiene che il cartellino giallo a Locatelli avrebbe dovuto essere rosso, però Locatelli prima della gamba dell’avversario colpisce la palla.

Lazio-Juventus 2-1
Gioiello Lazio, vano forcing con Chiesa e Di Maria

All’8′ della ripresa la Lazio confeziona una meravigliosa azione: Felipe Anderson vola sulla fascia destra e mette al centro dell’area un cross basso arretrato, sul quale Luis Alberto ha l’intuizione geniale di far prolungare con un colpo di tacco che trova liberissimo Zaccagni sulla sinistra, pronto a incrociare sul palo lontano, imprendibile per Szczesny. Nell’occasione va detto anche che la difesa bianconera non è parsa schierata al meglio: come si fa a lasciare solo l’attaccante più pericoloso degli avversari? Poi Zaccagni ha segnato ancora ma in netto fuorigioco. Ci vuole l’ingresso di Chiesa, Paredes e Milik dopo un’ora di gioco (e poi anche di Danilo, subentrato a Cuadrado che rischiava il secondo giallo) per cambiare l’atteggiamento e l’incisività della Juve, che a fine gara ha tirato più della Lazio, con gli stessi 4 tiri nello specchio. Con Chiesa a sinistra è cresciuto anche Di Maria, opaco e inconcludente per un’ora. Chiesa si è impadronito della fascia sinistra e ha confezionato un assist che Fagioli al volo non è riuscito a indirizzare nello specchio della porta, Gli ultimi venti minuti giocati con veemenza non sono bastati per agguantare un pareggio che sarebbe stato prezioso. Due sconfitte all’Olimpico con Roma e Lazio, come non accadeva da diciannove anni. Premesso che ogni discorso potrà essere vanificato da ulteriori mega penalizzazioni, si è interrotta la rimonta juventina verso un piazzamento da (eventuale) Champions, Uefa e Ceferin permettendo. Cosa tutt’altro che scontata. E così Sarri, con cui la Juventus vinse il suo ultimo scudetto dei nove consecutivi, batte per la prima volta Allegri (rimasto a Torino, con l’influenza) ma soprattutto vede la sua Lazio consolidare il secondo posto.

Lazio-Juventus 2-1

Marcatori: 38′ Milinkovic (L), 42′ Rabiot (J), 54′ Zaccagni (L)

LAZIO (4-3-3): Provedel; Marusic, Casale, Romagnoli, Hysaj; Milinkovic, Cataldi (69′ Vecino), Luis Alberto; Felipe Anderson, Immobile (64′ Pedro), Zaccagni (84′ Basic). A disposizione: Maximiano, Adamonis, Pellegrini, Patric, Marcos Antonio, Cancellieri, Romero, Radu, Lazzari, Gila, Fares. All.: Sarri

JUVENTUS (3-5-1-1): Szczesny; Gatti, Bremer, Alex Sandro; Cuadrado (69′ Danilo), Fagioli (86′ Miretti), Locatelli (63′ Parades), Rabiot, Kostic (63′ Chiesa); Di Maria, Vlahovic (63′ Milik). A disposizione: Perin, Pinsoglio, Bonucci, Rugani, Soulè. All.: Landucci

Arbitro: Di Bello

Ammoniti: 45′ Alex Sandro (J), 45’+3′ Locatelli (J), 51′ Cuadrado (J), 78′ Provedel (L), 86′ Milinkovic (L), 90’+5′ Miretti (J)

Leandro De Sanctis

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