Hofer show, la rimonta meritava la medaglia a Pechino 2022

Hofer show, la rimonta meritava la medaglia a Pechino 2022.
Il collega Fausto Narducci, che ha seguito nove Olimpiadi per la Gazzetta dello sport, scrive per noi di Pechino 2022. Ogni giorno il pagellone dell’Olimpiade Invernale. Da 10 a 1 un voto per tutte (o quasi) le discipline in programma, un modo diverso e divertente per rileggere la giornata olimpica. La nona giornata non ha portato medaglie all’Italia che esce dalle prime dieci del medagliere. Ma con 11 podi avevamo superato già ieri il bilancio di PyeongChang.

DIECI: Hofer meritava la medaglia del biathlon!


Ci sbilanciamo: l’inseguimento maschile del biathlon è stata una delle che ci ha emozionato di più in questa Olimpiade anche se è finita male per l’Italia. Lukas Hofer, 14° dopo la sprint, ha compiuto una rimonta miracolosa, non ha sbagliato un solo tiro né seduto né sdraiato, ha scavalcato avversari su avversari compreso il leader Johannes Boe (che ha commesso ben 7 errori) ma alla fine si è dovuto accontentare del quarto posto. Comprensibile la sua rabbia sul traguardo dove ha sbattuto i bastoncini sulla neve: quinto tempo assoluto nel fondo e zero errori al tiro ma non è bastato. Oggi le congiunzioni astrali non erano favorevoli: sono mancati 5 metri. Ha vinto a mani basse il francese Quentin Fillon Maillet (zero errori), secondo dopo la sprint, davanti all’altro fratello d’arte Tariji Boe (un errore) e al russo Eduard Latymov (un errore) che è stato il nostro giustiziere: bravissimo nel fondo col suo stile essenziale, e capace, nonostante un errore al tiro, di risalire dall11° al terzo posto. Per Hofer resta la “mass start” dove potrà mettere in evidenza i suoi celebri sprint per tornare da Pechino con la medaglia che si merita.


NOVE Odermatt, quando vince il migliore


Voto equamente diviso nel gigante fra il vincitore annunciato (4 giganti di Coppa su 5) Marco Odermatt e il sorprendente argento Zan Kranjec. Lo sloveno, pettorale 13 dopo una stagione difficile per un grave lutto, che con il miglior tempo della seconda manche ha guadagnato sei posizioni dopo l’ottavo posto della prima, Tante uscite, fra cui Kristoffersen, e un bronzo al francese Matthieu Faivre in questo gigante che per l’abbondante nevicata (pare imprevista) ha messo in crisi gli organizzatori costretti ad ampie spalate e al rinvio di oltre un’ora della seconda manche. Marco Odermatt, 24 anni, capace di vincere sei ori mondiali a livello juniores, suggella con l’oro una stagione formidabile in cui è leader di coppa del Mondo e ha già ottenuto sei vittorie in gigante e superG. Lo svizzero non si è fatto demoralizzare dal 7° posto in discesa e dall’uscita in superG: ha vinto il più forte.


OTTO Pellegrino non basta al fondo


Cosa vuoi dire a Federico Pellegrino che vince l’argento nello sprint e conclude al terzo posto (ma poteva essere tranquillamente secondo se avesse fatto la volata) la prima frazione della staffetta, a tecnica classica. Il problema è che il leader azzurro, che si allena con la nazionale russa, non ha attorno una squadra vera, come si è visto anche oggi: De Fabiani ha resistito per metà della sua frazione, retrocedendo poi al settimo posto, Giandomenico Salvadori e Davide Graz si sono accontentati dell’ottavo. Lo stesso piazzamento delle azzurre ma ben più deludente. L’ultima speranza è affidata mercoledì alla team sprint a tecnica classica in cui si spera che De Fabiani non sarà troppo stanco per tenere il passo del nostro leader con cui aveva vinto il bronzo ai Mondiali 2019. Oro alla Russia davanti alla Norvegia di un Klaebo in difficoltà e alla sorprendente Francia.


SETTE: Il commovente addio di Shaun


Merita un bel voto l’umiltà e la commozione con cui Shaun White, l’americano capace di dare alle tavole su neve una popolarità mai vista, ha salutato il mondo dello snowboard dopo il quarto posto dell’half pipe. Dopo i tre ori di Torino 2006, Vancouver 2010 e PyeongChang, a 35 anni la stella degli X Games ha capito in Cina che nelle tavole la sua favola è finita.


SEI: La riscossa del curling


Dopo quattro sconfitte l’Italia maschile del curling si riscatta con la Svizzera, bronzo olimpico uscente (e argento delle coppie uscente). Una grande rimonta partita dal 3-0 del sesto end e conclusa con un perentorio 8-4. Finalmente riconosciamo la Nazionale di Amos Mosaner (in gara) e di Stefania Constantini che nel frattempo è stata festeggiata a Cortina dove ha riportato una medaglia olimpica dopo 54 anni. Siamo al nono posto della classifica del round robin ma almeno abbiamo cancellato lo zero dalla casella delle vittorie.

CINQUE: Per Dorothea un errore di troppo


Un errore di troppo al poligono e sfuma la seconda medaglia di Dorothea Wierer. Una beffa atroce per l’altoatesina che, partendo dal terzo posto della sprint, ha tenuto in mano l’argento fino al terzo poligono in piedi dove ha commesso due errori (come tante altre) ma replicati col terzo errore nell’ultimo poligono. A parità di errori complessivi (3) è stata la prova sugli sci a permettere alle avversarie di scavalcarla. Solo un sesto posto per lei nella gara che ha consacrato (un solo errore al tiro) l’incredibile stagione della norvegese Marte Roiseland, prima donna a conquistare quattro medaglie (di cui tre d’oro) nel biathlon nella stessa Olimpiade. Alle sue spalle la svedese Elvira Oeberg e la norvegese Tini Eckhoff , entrambe con tre errori ma fortissime nel fondo. Anche la bielorussa Sola e la svedese Persson hanno preceduto l’azzurra.

QUATTRO: De Aliprandini ma che fai?


La delusione è forte, unita alla preoccupazione che l’Italia dello sci alpino possa tornare a casa senza medaglie come a PyeongChang 2018 (dove vincemmo un oro e un bronzo femminile). La delusione è quella di Luca De Aliprandini che ci aveva illuso dopo il sesto posto della prima manche a 49 centesimi dallo svizzero Marco Odermatt. Era la posizione ideale per sferrare l’attacco nella seconda e invece l’azzurro ha inforcato alla terza porta, perdendo lo sci destro e uscendo con un capitombolo in pista. Dopo l’argento mondiale dell’anno scorso a Cortina il trentino non porterà nulla in dote alla promessa sposa Michelle Gisin che ha conquistato il bronzo in superG ma soprattutto torna a dare quella sensazione di scarsa affidabilità che aveva accompagnato tutta la sua carriera fino all’argento iridato. Talento da vendere ma tenuta mentale non sempre al top: a 28 anni non siamo certi che lo vedremo a Milano-Cortina nel 2026.


TRE: Dramma sfiorato per la biathleta norvegese.


Agli organizzatori per la lentezza nei soccorsi della biathleta norvegese Ingrid Tandrevold che è entrata in crisi a 500 metri dal traguardo quando era in lotta per la medaglia con un solo errore al tiro. In diretta tv l’avversaria della Wierer ha rallentato il passo accasciandosi dopo aver tagliato il traguardo al 14° posto ed è stata soccorsa dalle rivali prima che arrivasse qualcuno dell’organizzazione. Rischiata la tragedia: per fortuna è finita bene.


DUE: Che brutto il tifo “contro”


A chi fa il tifo contro anche in televisione. Lo abbiamo sentito dai commentatori del biathlon sperando in un crollo del russo Latymov ma soprattutto lo abbiamo letto (e ascoltato) nella speranza che le squalifiche della finale A della staffetta femminile permessero all’Italia di sopravanzare dalla finale B. Il quarto posto di Fontana & C è arrivato sia pure in maniera rocambolesca ma la finale A è risultata pulitissima con la vittoria a sorpresa dell’Olanda di Suzanne Schulting, al suo terzo oro olimpico. Solo la nostra Fontana è riuscita a strapparle l’oro dei 500 metri a Pechino: di questo dobbiamo esultare non “sperare” nelle cadute.


UNO Niente semifinali per la pista lunga


L’Italia della pista lunga ha fatto un passo falso nella staffetta maschile in cui era stata d’oro a Torino 2006. Eliminata per una manciata di centesimi nei quarti con la Corea del Sud, l’Italia è rimasta fuori dalle semifinali. Nei 500 metri che chiudono la giornata olimpica clamoroso l’oro dell’americana Erin Jackson.

Fausto Narducci

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