ATLETICA Davide Re, atletica, amore e famiglia

Davide Re Foto CONI
Davide Re, atletica, amore e famiglia
L’intervista con Davide Re, fresco primatista italiano dei 400 metri, è stata pubblicata sul Corriere dello Sport di mercoledì 19 giugno 2019. Dovrebbe essere stata la mia ultima intervista di atletica per il Corriere dello Sport. Scherzando, grazie a Davide, potrei dire che ho chiuso la mia lunga avvventura…da Re.
Il record italiano firmato da Davide Re sui 400 di Ginevra ha finalmente acceso i riflettori su un atleta che incarna lo spirito più genuino ed essenziale di questo sport.Il continuo confronto con sè stessi prima che con gli avversari, che spesso appaiono distanti, quasi irraggiungibili. E così il metro della fatica quotidiana prescinde quasi dal paragone ma si focalizza allo specchio, attraverso un’immagine che si punta a mettere a fuoco, metro dopo metro, centesimo su centesimo. Ventisei anni, nativo di Milano, poi trasferitosi ad Imperia, ora vive a Rieti per allenarsi con Chiara Milardi, vestendo la maglia delle Fiamme Gialle.
Il 45”01 di Ginevra le ha dato il record italiano, succedendo al suo amico e collega Matteo Galvan. Ha studiato la gara, che analisi ha fatto?
«Sì, la gara l’ho rivista. Ero curioso di analizzare i miei passaggi e mi sono reso conto che ha rispecchiato le sensazioni che provavo mentre la correvo. Primi 200 in 21.79, buon passaggio. Non volevo strafare come a Rieti perchè mi esce un difetto in curva: se spingo mi perdo i piedi dietro, c’è dispendio energetico per un irrisorio aumento di velocità. Ho gestito bene la curva, 11.1/11.2, ma posso farlo ancora meglio. Passato in 32.95 ai 300 ho aperto il gas nel rettilineo, 12.06. Diciamo pure che è stata una bellissima gara in ottime condizioni: pensate che un’ora dopo il meeting è stato annullato per il maltempo. Certo, mi sarebbe stato d’aiuto se avessi avuto qualcuno con cui battagliare nel finale»
Come si migliora questo record?
«Posso provare a passare più veloce, iniziare lo sprint 20 o 30 metri prima e trovareun avversario che stimoli. La via più facile per scendere sotto i 45”, puntare a un 44”80.Si potrebbe pensare di passare ai 300 metri in 31 secondi,ma c’è sempre il pericolo di sballare,,,»
Primo europeo nel 2019, 16° al mondo.I campionissimi dei 400 sono lontanissimi, come si affronta questa situazione?
«Una delle prime cose che mi sono ripromesso quando ho scelto l’atletica è stata quella di partecipare all’Olimpiade, Poi di volta in volta mi davo dei piccoli step, prima sembrava un’utopia, poi pian piano… Ovvio, se faccio un raffronto con i migliori al mondo, i big da 43 secondi…, so che non ci arriverò mai (forse). L’obiettivo è migliorare il mio tempo, me stesso, faccio sacrifici ma con passione. È l’unico modo per non deprimersi, altrimenti diventa pesante. Per la mia serenità la costruzione del lavoro deve avere traguardi progressivi, negli anni. Quando ho vissuto negli Stati Uniti ero coinquilino di Merritt, diciamo che cerco di avvicinarmi»
Un passo alla volta, una filosofia che per Davide vale anche nella vita.
«Anche negli studi di Medicina: non penso che mi mancano tre anni, ma a un esame alla volta, stando a Rieti per ora devo accontentarmi di quanto riesco a fare»
Ha già deciso che specializzazione prendere poi?
«Sono indeciso tra ortopedia, che mi consentirebbe di restare in ambito sportivo, e oncologia. Lo so che è dura avere a che fare con quel male ma cercherei di guardare al lato positivo. Ci sono anche le volte che le cose vanno bene e allora sarebbe grande la felicità. So che un medico deve distaccarsi dal paziente, pur restando umano».
Da ragazzo aveva scompensi muscolari, quadricipite potente e bicipiti femorali deboli. Si mise alle spalle gli infortuni quando conobbe Antonella Ferrario, medico Fidal. Anche la sua ragazza, Francesca, studia Medicina. La conobbe grazie allo sci che aveva praticato da ragazzo.
L’amore, la famiglia, l’atletica. Valori fondamentali per lei?
«Sì. Mio padre segue molto sia me che mia sorella Elena. Anche mia mamma segue ma è meno invasiva. In famiglia mi supportano molto. Dopo il record piangevano tutti: papà in tribuna, mamma e Elena a distanza».
Davide ed Elena sono gemelli. È vero che tra gemelli il legame è molto particolare, quasi sensitivo?
«Siamo legati, sì, ma non non direi in quel senso. Fino a 14 -15 anni eravamo molto competitivi, poi crescendo ci siamo abituati a darci una mano a vicenda. Diciamo che il livello sale quando si vivono gioie o dispiaceri»
Come nacque il trasferimento a Rieti?
«Io venivo da due stagioni brutte, nel 2015 in leggero declino, nel 2016 la più brutta. Avevo cambiato allenatore, gli esperimenti non portarono frutti. Parlando con Chiara Milardi ci si trovò d’accordo su molti punti e così decisi di lavorare con lei»
Prima di sbarcare sul pianeta atletica, ha praticato sci come la sorella.
«Ho la passione per la montagna, ma preferisco andare a sciare da turista. Avevo ottimi risultati anche nello sci ma alzarmi alle 5 del mattino per gareggiare non era un piacere»
Come si definisce Davide Re? Persona chiusa o aperta agli altri?
«Vado a momenti. Quando sotto pressione sono molto introspettivo e diciamo pure abbastanza scorbutico. Invece quando non lo sono, mi ritengo estroverso e socievole»
I Mondiali così avanzati nella stagione, saranno un problema?
«Chiara Milardi è molto brava sulla programmazione. Potrebbe essere un vantaggio per me. Ho già dimostrato di saper andare forte a settembre, mi gestirò al meglio. Prossimi impegni il 30 a Chaux-de-Fonde, poi Marsiglia il 2 luglio e il 12 mi è appena arrivato l’invito per Montecarlo, una bella sorpresa»
Quanto conta gareggiare nei grandi meeting?
«Non so gli altri, io all’estero patisco i lunghi viaggi, però c’è il vantaggio di potersi confrontare con atleti stranieri che vanno più forte di te. L’errore che ho fatto a Hengelo mi è servito, a Ginevra ho corso con altra mentalità»
E se dovesse scendere sotto il muro dei 45 secondi?
«È successo tutto in fretta, non ci ho ancora pensato. Conoscendomi direi che avrei appagamento per un periodo tra i tre giorni e le due settimane. Poi però l’obiettivo successivo si trova sempre. Consolidarsi su buone prestazioni sarebbe importante».
A fine stagione ha già pensato ad una vacanza?
“Sta maturando l’idea di andare a New York, c’è tempo ma potrebbe essere quella la meta”
Davide Re sul Corriere dello Sport

Leandro De Sanctis

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