Francesco Di Giacomo, la voce del prog in un numero da collezione

Francesco Di Giacomo, la voce del prog in un numero da collezione della rivista Prog Music Italia che alimenta e soddisfa la passione per un genere musicale che ha avuto grandissimi interpreti anche in Italia. Francesco Di Giacomo ne è stata l’inconfondibile ed eccezionale voce, come cantante e compositore del Banco del Mutuo Soccorso e con una articolata e variegata carriera musicale fatta anche di collaborazioni. Da Eugenio Finardi agli Indaco, da Sam Moore ai Tete de Bois, Tony Carnevale, solo per ricordarne alcuni.
Era nato in Sardegna, a La Caletta di Siniscola ma da bambino si trasferì con la famiglia a Roma. Oggi 21 febbraio sono otto anni che Francesco Di Giacomo è stato sottratto alla vita e a tutti i suoi affetti. Diretti e indiretti, come tutti gli appassionati che ne hanno applaudito e vissuto la carriera. Un incidente stradale probabilmente causato da malore, a Zagarolo.
Si unì al Banco del Mutuo Soccorso che cercava un cantante e ne divenne preziosissimo componente, accanto a Vittorio Nocenzi e insieme con Rodolfo Maltese, il cuore di una band assolutamente unica nel panorama della musica prog, italiana e mondiale. Un gruppo che negli anni accolto musicisti di talento e qualità: da Gianni Nocenzi a Pierluigi Calderoni, da Francesco Papotto che sul palco gli era spesso vicino, a Maurizio Masi, Filippo Marcheggiani, Marcello Todaro.
Un solo album firmato come solista, Non mettere le dita nel naso, anche se in realtà era un album suonato col Banco. Poi postumo. un gioiello assoluto realizzato con Paolo Sentinelli e pubblicato per iniziativa della rivista Prog Italia e di Guido Bellachioma, da sempre amico dei musicisti del Banco. La parte mancante, in versione vinile e cd, è un album strepitoso, che da un lato è andato a colmare un vuoto emotivo, dall’altro ha acuito il rimpianto per ciò che l’artista avrebbe potuto dare al pubblico che lo ha tanto amato e non lo ha dimenticato.
Con il suo fisico Francesco Di Giacomo ebbe modo di interessare anche il cinema, a cominciare da Fellini, che lo fece apparire in quattro suoi film: Satyricon, Amarcord, Roma, I clowns. Per noi fan del Banco, in anni dove la muova musica italiana si andava imponendo, era motivo di gioia vederlo anche sul grande schermo.
Come ora lo è il numero speciale monografico, la collector’s edition, di Prog (edita da Sprea), voluta e curata da Guido Bellachioma. Un libro splendido che trasuda passione e commozione, come Guido stesso ammette. Occhi lucidi e bagnati. So di cosa scrive. Perché per la famiglia allargata del Banco, i musicisti, ma anche noi semplici fruitori di liriche e musiche indimenticabili che hanno accompagnato la nostra vita fin da quando eravamo ragazzi, ascoltare ha sempre significato vivere con forti emozioni le musiche del Banco del Mutuo Soccorso e la voce di Francesco, i suoi testi poetici.
Per ricordare l’essenza di Francesco Di Giacomo, leggendo anche la testimonianza di Antonella Caspoli, la moglie di Francesco, vi rimando all’acquisto, obbligato, della rivista che è come un libro, comprensivo anche di rare e inedite fotografie. Imperdibile.

Noi, io, il Banco, Francesco

Per far capire, invece, cosa ha rappresentato per me l’artista Francesco Di Giacomo, basterà dire che quando scomparve, otto anni fa, non ebbi la forza di scriverne, come ho fatto spesso in tristi circostanze che hanno visto morire grandi musicisti. Un lutto troppo grande, quasi intimo, familiare. Me lo comunicò mio figlio, avvertendomi che stava per darmi una brutta notizia.
I ricordi volano indietro di decenni, quando acquistai i primi album, quello del Salvadanaio e Darwin, per poi registrarli sulle musicassette e farli ascoltare agli amici, così alla buona. L’attesa per il primo nuovo album da fan, Io sono nato libero, il concerto al Teatro Olimpico insieme con Angelo Branduardi per la presentazione di Come in un’ ultima cena. Il Banco è stata la band che ho visto più volte in concerto, da quella lontana primissima volta ad Avezzano. Un capannone alla periferia della cittadina abruzzese, un’organizzazione volonterosa ma non impeccabile, al punto che in quel pomeriggio di pioggia, come spesso succedeva anche nei pomeriggi estivi, saltò l’elettricità. Una, due volte. Alla terza il Banco si arrese, per non far svampare tutta la strumentazione. Fine del concerto, appuntamento ad un ritorno futuro. Perfino a mio padre, chiaramente di altra generazione, piaceva Francesco Di Giacomo.
Tra i tanti concerti sparsi per Roma, condivisi con l’amica del cuore,, al Foro Italico come in altre location,, ricordo quelli all’Ippodromo di Capannelle, una volta nel giorno del mio compleanno: prenotai il tavolo migliore con largo anticipo. E Francesco, che era uscito da un periodo di salute difficile per lui, aveva invitato il personale del Santa Lucia, a cui dedicò il concerto ringraziando per l’assistenza ricevuta. E ricordo di averlo incontrato nella Basilica di Santa Maria in Aracoeli una mattina di Santo Stefano, diversi anni fa, dove lui si sarebbe esibito cantando in quell’ambiente sacro così diverso dai soliti palchi, tra panche di fedeli e atmosfera religiosa, Lo salutammo con emozione e discrezione, strinse la mano a mia moglie.
Nei lunghi periodi di silenzio del Banco, affamato di musica nuova, della sua voce, andavo a caccia di ogni album che contenesse una sua collaborazione. Ed è così che ho scoperto Tony Carnevale, gli Indaco, la Periferia del Mondo, il fado di Eugenio Finardi. Fino al paradosso che la sua ultima canzone, Bomba intelligente (scritta con Paolo Sentinelli), vincitrice della Targa Tenco 2016 come miglior canzone, è stata pubblicata con la sua voce nell’album di Elio e le Storie Tese, Figgatta de Blanc, ma non nel suo lavoro postumo, La parte mancante.
Quanti danni fanno le case discografiche che non si mettono mai d’accordo su nulla, se non da qualche tempo, per la compilation del Festival di Sanremo! Da fan ho un sogno che so non si realizzerà: una compilation che riunisca su cd e vinile tutti i brani che ha cantato collaborando con altri artisti. Se andate a caccia su you tube, ne troverete di questi gioiellini mai incisi. A cominciare da Lella, con i CoreAcore, in romanesco. Insospettabile. Bellissima.

Francesco Di Giacomo, discografia

Da solista

1989 – Non mettere le dita nel naso
1990 – Hey Joe/Non Ci Siamo (assieme a Sam Moore)
2001 – Fado (assieme a Eugenio Finardi e Marco Poeta)
2019 – La parte mancante

Collaborazioni

1985 – Canta Brutta storia nell’album Cammina cammina di Edoardo De Angelis
1995 – Canta La vita che grida nell’album La vita che grida di Tony Carnevale
1997 – Canta Tharros nell’album Vento del Deserto degli Indaco
1999 – Canta e compone Nel tempo nell’album Amòrgos degli Indaco
2000 – Canta l’Infedele nell’album In Ogni Luogo, In Ogni Tempo dei Periferia del Mondo
2000 – Canta Gridu de vittoria nell’album Kenze Neke, dei Kenze Neke
2001 – Canta in O Fado con Eugenio Finardi e Marco Poeta
2002 – Canta Il tuo stile nell’album L’amore, la rivolta dei Têtes de Bois
2003 – Canta Il Sogno di Icaro nell’album Il Caso di Banda dei Falsari assieme ad Andrea Satta dei Têtes de Bois
2009 – Canta The power of freedom e Where a flower can stay nell’album …dreaming a human symphony di Tony Carnevale
2012 – Canta Troppo poco nell’album di Piotta e Odio gli indifferenti assieme ad Adriano Viterbini dei BSBE
2013 – Canta Gli ultimi e i primi, Flipper Spaziale e Schiacciasassi nell’album Tana libera tutti di Andrea Gentili
2015 – Canta Globlob, Canto di primavera, Moby Dick, Lontano da, Non mi rompete nell’album Luci e Diamanti (con la partecipazione di Fabio KoRyu Calabrò e Polifonica Pievese – (postumo)
2016 – Canta Bomba intelligente nell’album Figgatta de Blanc degli Elio e le Storie Tese (postumo)


Con il Banco del Mutuo Soccorso

Leandro De Sanctis

Torna in alto