Sharp Objects | Recensione serie Tv

Sharp Objects, serie tv attualmente su Sky/Now Tv, mi aveva attirato soprattutto per la presenza di Amy Adams e negli episodi iniziali sembrava molto promettere. Una giornalista torna nel paese natio per un’indagine sulla scomparsa di due ragazze. Wind Gap, tipico paesino provinciale americano dove tutti sanno tutto e spettegolano di tutti, dove la vita scorre prevedibile ma non poi così quieta, tra invidie più o meno malcelate e piccoli grandi misteri. Siamo nel Missouri, la gente è razzista, omofoba, spesso ubriaca. Figuriamoci come viene vista una “figlia” giornalista che torna per indagare e svelare i misteri.
Camille (Amy Adams) ha un passato dilaniante ed è fuggita dalla famiglia per rinascere come giornalista, portando sulla sua pelle, è il caso di dirlo, i segni di quegli oggetti taglienti cui allude il titolo. Non torna volentieri a casa per l’indagine, ma il giornale e un direttore che sarebbe il sogno di ogni giornalista, la spingono a fare i conti col proprio passato e con se stessa. E qui c’è il primo passo falso di una sceneggiature lacunosa, che non sa riempire in modo convincente lo spazio della serie. Perché la giornalista non alloggia in un hotel, visto che è spesata dal giornale, invece di tornare in quel nido di vipere che sembra casa sua?
Chiaro che non rivelerò nulla della trama e della conclusione in questo testo, se non che alla fine, nonostante le atmosfere, le belle inquadrature e il modo in cui Amy Adams si prende costantemente la scena, mi è parsa una serie piuttosto deludente.
Sharp Objects crea le premesse per un duplice binario, l’indagine sulle ragazze assassinate, il viaggio interiore di Camille che peraltro conduce a un’altra morte misteriosa, quella della sorellina minore. Ma poi risulta sbrigativa, pasticciona e irrisolta su tutti i fronti, perdendosi personaggi per strada dopo averli eletti a protagonisti. Non chiarendo e definendo i ruoli principali in una vicenda che lo spettatore più smaliziato risolverà fin dalle prime puntate, nonostante gli indizi depistanti seminati a pioggia.
Quasi tutti i personaggi, che siano o meno genitori, si comportano in modo assurdo: il marito di Adora e padre di Camille; lo sceriffo indolente che ha la tresca con mamma Adora e odia i messicani. E quando dal passato emerge una traccia inequivocabile, viene lasciata a bagnomaria, dimenticata e senza approfondimento.

Anche Camille si perde nella lacunosa sceneggiatura

Anche Camille alla fine si smarrisce nel bosco di una sceneggiatura che diventa perfino irritante, con prove ridicole elette a prove inconfutabili e una resa inspiegabile della giornalista, peraltro non prima, ma dopo aver finalmente messo a fuoco e capito tutto del passato. E anche del presente, viste le condizioni di salute della sorellastra Amma, svitata quanto basta e si capisce subito. E Patricia Clarkson è efficace nel rappresentare la follia di una madre, segnata come figlia da un comportamento materno che poi reitera come genitore. Con troppe complicità inerti, inette e passive.
Una serie così, dopo ore che non risparmiano perfino un po’ di noia perché pare non succedere nulla in realtà, affida lo scioglimento dei nodi ad un finale prolungato allo scopo. E addirittura ad una brevissima sequenza flash mentre già scorrono i titoli di coda, che magari molti non vedranno nemmeno.
Insomma, Amy Adams a parte, sempre bella e intensa anche da alcolizzata, sia che beva acqua che alcolici (beve soltanto, mangiare no, quasi mai…), Sharp Objects è una grande occasione colpevolmente sprecata nel peggiore dei modi.

Sharp Objects, la scheda

SHARP OBJECTSRegia: Jean Marc Vallèe.
Interpreti: Amy Adams, Eliza Scanlen, Patricia Clarkson, Chris Messina, Elizabeth Perkins, Matt Craven, Sophia Lillis, Taylor John Smith, Madison Davenport, Guy Boyd, Henry Czerny.
Su Sky/Now Tv. 8 episodi, durata tra i 48 e i 60 minuti. Serie creata da Marti Noxon, tratta dal romanzo Sharp Objects (titolo italiano Sulla pelle) di Gillian Flynn
*visto in versione originale con sottotitoli in italiano

Sharp Objects, trailer originale

Leandro De Sanctis

Torna in alto