Il tesoro di Rio, l’intervista su iVolley Magazine

Il tesoro di Rio” e l’auto intervista apparsa ieri su iVolley Magazine. Ricordando la frase resa celebre da Gigi Marzullo, notissimo volto della Rai, il direttore di iVolley Magazine, Carlo Lisi, mi ha chiesto di parlare del libro in uscita facendomi delle domande e dandomi delle risposte. Anzi scrivendole. Rispetto al popolare Marzullo, ho avuto il vantaggio di poterlo fare di giorno, senza aspettare il favore della notte. Si scherza naturalmente, guai a prendersi troppo sul serio. Di serio c’è invece un’impresa che è stata e sarà sempre motivo d’orgoglio per la Fipav e per tutto lo sport italiano. E che leggendo il libro si potrà rivivere.

“Il tesoro di Rio” in libreria. Ma non avevi detto che non avresti mai scritto un libro di sport?
“Vero, lo dicevo sempre. Dopo decenni a scrivere soprattutto di sport ritenevo che bastasse. Pensavo che avrei preferito affrontare una storia, un romanzo”
Perché allora questo libro di pallavolo e perché sui Mondiali del 1990?
“Beh, semplice. Perché mi è stato proposto da un caro ex collega e amico con cui ho lavorato spesso, da quando ero un giovanissimo collaboratore del Corriere dello Sport, fino alle Olimpiadi. Non bisognerebbe mai dire mai”

Perché hai scelto i Mondiali del ’90? Trent’anni sono tanti…
“Perché quello fu il Mondiale della svolta, il primo dei tre titoli iridati conquistati dalla Nazionale di pallavolo. E se è vero che il primo amore non si scorda mai, quel trionfo ha segnato un’epoca pallavolistica e dato il via ad un ciclo incredibile. Chi lo vide, chi fece il tifo davanti alla tv soprattutto in quelle due ultime partite con Brasile e Cuba, ancora se le ricorda e si emoziona. Spero che il libro riesca ad emozionare leggendolo, come mi sono emozionato io rituffandomi in quei giorni, in qualche modo rivivendo quella splendida e indimenticabile avventura brasiliana. Davanti ai miei occhi si sono materializzate magicamente tante immagini, suoni, colori, istantanee personali e pubbliche di quei giorni. Non a caso ho voluto aprire il racconto con un prologo musicale che lascio scoprire al lettore”

Ma “Il tesoro di Rio” allora non è un libro per giovani?
“Al contrario. E’ un libro per tutti coloro che amarono, amano e ameranno la pallavolo. Per chi visse quei giorni appassionandosi al volley e a questi fantastici ragazzi allenati da Velasco; ma anche per chi non era ancora nato e ha la curiosità di conoscere la storia da cui nacquero i grandi cambiamenti che hanno poi portato alla pallavolo di oggi. La pallavolo fino alla fine degli anni ’80 in Italia era ben diversa dal fenomeno che è diventata in seguito. Lo so che tanti giovani reputano il passato roba da vecchi, ma con qualche ora di lettura potrebbero imparare qualcosa di utile, non certo da me, ma da ciò che fecero e da cosa dicono ancora oggi quei fenomeni azzurri. Roba utile anche nella vita normale, non solo nello sport”
Insomma è un istruttivo viaggio nel tempo?
“Un tuffo in un passato che è stato fondamentale per il volley italiano. E si conosceranno anche personaggi e fatti che fecero da base e prologo di quanto avvenne dopo. Si parla di tanti giocatori, tecnici, dirigenti e dei preziosi elementi che andarono a formare lo staff di Julio Velasco. Tecnici di qualità che spesso hanno poi costruito una carriera personale formidabile”
Quasi trecento pagine di pallavolo, non sono tante per un solo Mondiale?
“Non solo di pallavolo, non solo quel Mondiale. Chi avrà voglia di leggerlo, nel libro troverà i fatti di quel 1990, sportivi e non, i grandi personaggi che in quell’anno nacquero o conclusero la loro vita. Ma soprattutto il libro ripercorre la storia di quel 1990, le tappe che portarono ai giorni brasiliani, dal 18 al 28 ottobre. Dalle polemiche tra Federazione e Ruben Acosta, presidente Fivb, per la neonata World League alla lunga e sfiancante preparazione, peraltro caratterizzata dalle vittorie nella World League e nei Goodwill Games”

Ma non avrai mica scritto la cronaca delle partite?
” La cronaca in senso stretto c’è solo per le ultime tre partite: Argentina, Brasile, Cuba. Un po’ di cronaca fedele c’è, giorno dopo giorno, partita dopo partita. Ma è un racconto poco tecnico e molto parlato, con le voci di allora, con quanto dicevano giocatori e tecnici prima o dopo le partite. Per trasmettere le sensazioni di allora, cosa si pensava giorno dopo giorno. Ma ci sono anche gli avversari, brevi divagazioni anche personali tese a suscitare interesse, spiccioli di storie passate che spesso si legano con rivalità calcistiche nel caso di Argentina e Brasile. Non dimentichiamo che quell’anno c’erano stati anche i Mondiali di calcio, in Italia, e gli azzurri erano stati eliminati in semifinale dagli argentini”

Come è nato il titolo, “Il tesoro di Rio”?
“Beh, l’inevitabile base di partenza era L’oro di Rio.Ma sarebbe stato troppo semplice, serviva una parola in più, una parola chiave. E ho scelto Il tesoro di Rio, perché quella medaglia d’oro permise alla pallavolo italiana di scoprire un vero tesoro che sarebbe durato nel tempo. Tesoro per i ragazzi soprattutto è una parola magica, che evoca avventure mirabolanti, come in effetti quelle che videro per tanti anni protagonisti gli azzurri della pallavolo. Ecco perché, pur focalizzandomi sul 1990, ho voluto inserire un lungo capitolo con tutti i tecnici che ha avuto la Nazionale dopo l’addio di Velasco. Un modo per rendere omaggio a tantissimi giocatori e tecnici che hanno tenuta viva la leggenda”

Vuoi dire ancora qualcosa che non ti ho chiesto?
“Ne approfitto per ripetere il ringraziamento che ho posto alla fine del libro. Ringrazio tutte le persone nominate nel libro, tutti i giocatori, tecnici e dirigenti che hanno aperto il libro dei ricordi, aggiornando quell’oro con gli occhi di oggi e donando un valore aggiunto al libro. Nelle interviste si sono concessi generosamente, così come i campioni cubani Joel Despaigne e Ihosvany Hernandez. E proprio le ore passate al telefono con tutti loro si sono rivelate la ricompensa per il mio lavoro, da appassionato, oltre che da giornalista scrittore. Inizialmente avevo previsto 17 capitoli, poi strada facendo, da cosa nasceva cosa, un’idea ne portava unìaltra e alla fine sono diventati 27 capitoli”

Se dovessi coniare uno slogan per lanciare “Il tesoro di Rio”, quale sarebbe?
“Una persona che lo ha già letto mi ha detto: Ho cominciato a leggere e non riesco a smettere…accidenti a te.
Sarebbe bello se facesse lo stesso effetto anche ad altri. Per rispondere alla tua domanda, dimenticando che l’autore sono io e mettendo da parte il pudore, direi: “Il tesoro di Rio”, il libro che ogni pallavolista, giocatore, allenatore o tifoso che sia, dovrebbe avere in libreria.

*Con incredibile faccia tosta, devo confessare che aderendo alla richiesta di Carlo Lisi, direttore di iVolley magazine, ho confezionato questa spudorata autointervista. Firmato: Leandro De Sanctis.

P.S. Il tesoro di Rio, EdizioniSlam/Absolutely Free editore, esce il 17 settembre, costa 15 euro, e si troverà nelle librerie, anche on line. La foto di copertina del libro Il tesoro di Rio è di Fiorenzo Galbiati

Grazie a Carlo Lisi e a iVolley Magazine

Il logo di iVolley Magazine, testata on line diretta da Carlo Lisi
Il logo di iVolley Magazine
https://www.ivolleymagazine.it/2020/09/14/pallavolo-libri-leandro-de-sanctis-ci-introduce-a-il-tesoro-di-rio/

Leandro De Sanctis

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