SuperLega, club senza casa nè memoria

La tifoseria della Sir Perugia Foto LEGA PALLAVOLO
Sir Safety Conad Perugia x Allianz Milano 24.ott.19 – Superlega UNIPOLSAI 2019-2020Anticipo 4° giornata andata

SuperLega, club senza casa né memoria.
Il campionato di pallavolo appena partito presenta qualche stranezza, che potremmo definire anomalia.
Cominciamo dalla perdita di memoria, perché di riconoscenza nello sport non è mai il caso di parlare. Il campionato si è messo in moto con una squadra, la Sir Perugia, che ha spostato in tribunale il suo rapporto con l’allenatore che due stagioni fa le fece vincere quasi tutto: il primo scudetto della storia di Perugia maschile, la Coppa Italia, la Supercoppa.
Quel tecnico si chiamava e si chiama Lorenzo Bernardi.
Allenava il Perugia ma non l’allena più, nonostante avesse ancora un anno di contratto. Succede non di rado.
Finiscono gli amori, figuriamoci i rapporti tra allenatori e club, in ogni sport. Perugia libera di non voler proseguire con un tecnico se non ci crede più. Ma chiunque guardi le cose da fuori, libero di stupirsi, come minimo, nel vedere che il licenziamento finisca in tribunale. Non si parla più di un club che è stufo di un tecnico, nonostante l’avesse liberamente contrattualizzato per tre anni, ma di una società che lo licenzia sostenendo la giusta causa e chiedendo addirittura i danni (una cifra di gran lunga superiore all’ingaggio annuale previsto).
Chi ha ragione lo stabilirà il tribunale. Per ora di sicuro c’è che la società ha attaccato e l’allenatore sta cercando di difendersi. Un caso che, come fu per Bosman nel calcio, potrebbe in teoria portare ad una rivoluzione epocale, materializzando lo spettro del professionismo reale (che c’è già anche se ipocritamente non lo si certifica)?
Non credo, perché è probabile che alla fine tutto si risolva a fari spenti, con una transazione sostanziosa. Perché anche il presidente più bizzarro, per quanto faccia (fino ad un certo punto giustamente) come gli pare, non vorrà mai far pensare che non sia abbastanza intelligente.
E se non sarà così, in futuro ogni allenatore farà bene a blindare il suo contratto da azioni estemporanee. Per questo sarà importante anche vedere cosa deciderà il tribunale riguardo un altro brutto caso di controversia tra club e allenatore, sempre nella pallavolo. Rado Stoytchev contro Modena Volley. O viceversa.

PalaSport. Ma lo sport dove sta?

L’altra anomalia riguarda la squadra, anzi le squadre di Monza: la Vero Volley in SuperLega e la Saugella nella A1 femminile. La parola Palasport è la contrazione di Palazzo dello Sport, ovvero un luogo dove si fa sport. Per accedere ai campionati le società devono avere una casa per giocare, per ospitare gli avversari. Ora è notorio che i club di pallavolo ultimamente hanno avuto grossi problemi di impiantistica. Il concetto di giocare in casa è diventato talvolta qualcosa di astratto. Impianti piccoli e obsoleti, si deve emigrare, ci si sradica per trovare ospitalità anche lontano da casa e dal pubblico originario.
Ma stavolta a fare notizia è altro. Mentre tante squadre pagherebbero oro per avere un impianto tutto loro, chi ce l’ha se n’è privato volontariamente per qualche mese.
Le società di Monza una casa ce l’hanno e anche bella grande. La Candy Arena. Ma la proprietà ha deciso che era più conveniente affittarsela che utilizzarla per farci giocare le sue squadre. La Candy Arena sarà per tre mesi la casa di un’altra squadra, la casa di X Factor, la trasmissione sui presunti talenti da scoprire nel mondo della musica.

Il padrone sceglie

Anche in questo caso è perfino ovvio che i padroni (di casa, dei club) facciano le loro scelte che giudicano più convenienti. Ma l’immagine della pallavolo italiana ne esce scossa, scalfita, ridimensionata, In barba alle tante cose buone che potrebbe esibire, come ad esempio essere stato nella scorsa stagione lo sport più seguito dopo il calcio (eh si, prima del basket…).
Quindi una SuperLega che da un lato vanta giustamente il titolo di miglior campionato del mondo, dall’altro non arrossisce ad affittarsi casa (bella figura con i propri tifosi…) o a cambiare il nome delle amichevoli per risparmiare qualche euro sugli arbitri ufficiali. Non è sfuggita l’invenzione estiva della dizione allenamenti congiunti al posto della parola amichevole.

Il Natale di Trento e Ravenna: in campo

L’argomento Palasport che non si possono utilizzare vale anche nel caso di Trento. L‘Itas Trentino non può giocare alla BLM Group Arena (PalaTrento) la sua partita con la Consar Ravenna, in calendario il 26 dicembre, giorno di Santo Stefano. Dopo i successi di pubblico del Santo Stefano pallavolistico, anche il basket ha scelto di giocare nella giornata festiva a ridosso del Natale, in cui un tempo c’era soltanto la tradizionale riunione di boxe a Bologna, il Santo Stefano pieno di pugni…
Il basket ha la precedenza per l’utilizzo di un impianto nato e cresciuto nel segno del boom del volley trentino, così la squadra di Lorenzetti (e quella di Ravenna) dovrà giocare il giorno di Natale, alle ore 18.
I calendari si fanno in estate, proprio non si poteva evitare la concomitanza? Non si poteva evitare di far giocare in casa Trento nella stessa giornata in cui il Palasport era occupato dal basket?

Fivb e Cev, ognun per sé

Non bastassero gli anticipi e i posticipi per motivi vari, che sviliscono la SuperLega togliendole il fascino della contemporaneità e costringendo gli spettatori a spericolati e snervanti slalom tra date e impegni.
Del resto, questo è il volley italiano. E non solo per colpa sua, anzi… Basterebbe pensare al Mondiale di Club piazzato dalla Fivb in concomitanza con la Champions League organizzata dalla Cev. Una complicazione inammissibile se la pallavolo internazionale fosse una cosa seria.

Leandro De Sanctis

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