Bruges, quando arrivò in finale di Coppa Campioni

Bruges, quando arrivò in finale di Coppa Campioni. Il Bruges, o Club Brugge, avversario della Lazio che domani sera insegue un posto nel tabellone degli ottavi di Champions League, non è mai approdata alla seconda fase di Champions, da quando c’è la formula a gironi.
Lì per lì mi ha fatto strano leggerlo, e non avrebbe potuto essere diversamente dato che al Bruges è legato uno dei miei ricordi più amari di sostenitore juventino.
Il Bruges non è mai passato al secondo turno di Champions League, ma quando il torneo si chiamava Coppa dei Campioni e si giocava con la formula dell’eliminazione diretta, il club belga arrivò a giocare una finale, qualificandosi proprio a spese della Juventus.
In semifinale 1-0 bianconero all’andata, Stadio Comunale. Io c’ero quella sera, 29 marzo 1978. L’anno prima ero andato a Torino per la finale di andata di Coppa Uefa contro i baschi dell’Atletico Bilbao: successo per 1-0 con colpo di testa di Tardelli, sconfitta per 2-1 al San Mames nel ritorno, con il gol iniziale di Bettega (colpo di testa in tuffo) decisivo per la regola dei gol segnati in trasferta che valevano il doppio, a parità di reti. Da notare ancora oggi il riprovevole atteggiamento dell’arbitro austriaco Linemayr, che a fine partita rifiutò di stringere la mano a Causio e Benetti che erano andati a salutarlo.
Tornando a Juventus-Bruges, la serata sembra stregata: il Bruges applica la tattica del fuorigioco e l’attacco juventino è puntualmente fermato e mortificato dal fischio arbitrale dello svizzero Dubach. La Juventus di Trapattoni non si rassegna, continua ad attaccare e il gol arriva a tre minuti dalla fine (allora raramente venivano concesso minuti di recupero, men che mai come accade oggi). Minuto 87, Roberto Bettega segna il gol dell’1-0 e della speranza.
Al ritorno le cose si mettono subito male, Bastijns segna dopo appena 4 minuti ma la Juve non crolla. Anzi. Non tira molto ma controlla e gioca, difendendo il risultato che conduce ai tempi supplementari e mancando il pareggio con un tiro di Bettega. La folate di Fanna non fruttano marcature ed anzi nel finale c’è il rammarico per due possibili rigori non fischiati a favore della Juventus, per atterramenti di Cabrini e Boninsegna, che nel supplementare era subentrato a Fanna.
La semifinale si decide negli ultimi minuti dei tempi extra: a 7′ minuti dal termine l’arbitro espelle Gentile per doppia ammonizione (la prima l’aveva presa nei primissimi minuti!). Quattro minuti dopo, al 117′, proprio una volata sulla fascia sinistra orfana del terzino bianconeri è conclusa da un bel cross teso al centro, a mezza altezza, sul quale si avventa Van der Eycken che scaraventa in rete. Sfumò così il sogno della Juventus di tornare in finale di Coppa Campioni, dopo l’amara finale di Belgrado 1973 persa con l’Ajax, e la semifinale con il Benfica, perduta esattamente dieci anni prima.
Insomma, da quando la Champions ha la formula allargata il Bruges non è mai entrato tra le migliori 16 d’Europa, ma nel 1978 fece piangere la Juventus e arrivò fino in fondo, sfidando lo squadrone del Liverpool.
Detto questo, la Lazio ha tutte le carte in regola per evitare brutte sorprese dall’attuale Bruges.

Leandro De Sanctis

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