Shadow Theatre – Viaggio in una terra aliena

Shadow Theatre, viaggio in una terra aliena. L’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile è un programma d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità. Fu sottoscritta il 25 settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri delle Nazioni Unite, e approvata dall’Assemblea Generale dell’ONU. L’Agenda è costituita da 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile – Sustainable Development Goals, SDGs – inquadrati all’interno di un programma d’azione più vasto costituito da 169 target o traguardi, ad essi associati, da raggiungere in ambito ambientale, economico, sociale e istituzionale entro il 2030. Il programma non risolve tutti i problemi ma rappresenta una buona base comune da cui partire per costruire un mondo diverso e dare a tutti la possibilità di vivere in un mondo sostenibile dal punto di vista ambientale, sociale, economico. Questo si legge nell’introduzione dell’Agenda.

Lo Shadow Theatre (Trip to an alien land – Viaggio in una terra aliena, di Sara Anastasi) che ho visto e apprezzato nasce da un laboratorio creativo svolto individualmente da studenti provenienti da tutta Europa all’interno del corso internazionale HHH (Heart, head, hands) di Via University College, con sede ad Aarhus, Denmark. Ispirato appunto all’agenda 2030.
Il corto di Sara Anastasi, studentessa di Roma, utilizza il tredicesimo obiettivo (“climate action” ) riguardante i cambiamenti climatici che hanno devastato e guastato la Terra, come tema per la realizzazione di una storia volta a sensibilizzare il pubblico sulle tematiche ambientali e le sue principali cause: l’elettricità, gli allevamenti intensivi, le industrie, l’inquinamento ambientale da plastica, la deforestazione e i trasporti. Il tutto utilizzando uno strumento semplice, ad ampio target come media espressivo. Ma guardate il filmato prima di proseguire nella lettura.

Shadow Theatre – Trip to an alien land

Ognuno vivrà emozioni e sensazioni osservando la rappresentazione di questo teatro delle ombre ideata e realizzata da Sara Anastasi in soli cinque giorni di lavoro.
Quando ho visto sparire gli alberi, sostituiti dai palazzi, ho pensato subito a Il ragazzo della via Gluck e a Un albero di trenta piani (entrambe le canzoni di Adriano Celentano), tra i primissimi brani ecologisti della musica italiana. Ammirato dalla fantasia e da come una realizzazione semplice, quasi elementare, possa avere un significato così profondo. Significativo fin dal titolo, il viaggio in una terra aliena, una Terra divenuta nemica alla sua stessa popolazione, animale o umana che sia.

Lo stravolgimento dell’habitat del pianeta è la fonte di molti guai, virus inclusi, strettamente legati alla macellazione di animali e da condizioni igieniche scandalosamente deficitarie. La notte non è più buia, anche gli animali sono disorientati dai cambiamenti climatici, che toccano anche il loro cibo e la catena naturale alimentare così come era un tempo, prima della sfrenata corsa al profitto come unico requisito di ogni azione. Basta pensare che sono a rischio estinzione le api, conosciute per la produzione del miele ma in realtà elemento fondamentale per tante altre cose nel loro ciclo prezioso oltre ogni immaginazione.

Il cambiamento dovrebbe passare dalle abitudini individuali, dalla sensibilizzazione di ogni nostra azione, da cosa scegliamo quando mangiamo a cosa compriamo, collocando sempre il tutto in un contesto più ampio e responsabile che non consideri solo il costo, la convenienza immediata. Anche se ammetto che il fattore economico incide molto ed è un serio ostacolo per una presa di coscienza collettiva ampia e globale come servirebbe.

Il film, e la sua musica, la poeticità del teatro delle ombre, possono far veicolare l’idea di semplicità con cui affrontare un tema di così vasta portata. Racconta in modo semplice cose che il mondo capitalistico ha voluto dimenticare e ignorare. La semplicità è arma vincente a certi livelli, se ci si vuole far capire. E la dissonanza di alcune note musicali non fa che accentuare l’idea di quanto poco “friendly” sia diventato il pianeta, di quanto sia stonata questa discesa infernale che ne ha messo a rischio la sopravvivenza.

Ammetto che prima di questa occasione creata da Trip to an alien land non conoscevo nei dettagli l’Agenda 2030. Anche perché la politica con le sue logiche perverse di fiancheggiamento ai poteri forti, scoraggia la fiducia in un reale cambiamento. Ma in ogni caso credo che non solo sia utile un’agenda propositiva a scadenza 2030, ma indispensabile. Prima che sia fatalmente troppo tardi. Fortunatamente i giovani stanno dimostrando una sensibilità al riguardo che il mondo degli adulti ha dimenticato o rimosso.

L’agenda 2030

https://www.agenziacoesione.gov.it/comunicazione/agenda-2030-per-lo-sviluppo-sostenibile/

Leandro De Sanctis

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