Pasinato, la scomparsa del campione silenzioso

Pasinato, la dolorosa scomparsa dell’iridato azzurro.
Un lutto dopo l’altro per la pallavolo italiana, è morto Michele Pasinato, sconfitto da un brutto male con cui stava combattendo da tempo. Aveva solo 52 anni, lascia la moglie Silvia e i figli Edoardo e Giorgio. Giocava nel ruolo di opposto e tra tutti i fenomeni della Nazionale del secolo scorso, capace di vincere tre titoli mondiali, era uno dei meno celebrati, non certo per minori qualità, ma solo per via di una estrema riservatezza che lo ha sempre caratterizzato. In realtà Pasinato è stato un grande campione azzurro, campione del Mondo in Giappone nel 1998, protagonista dell’oro europeo nel 1993 e poi nel 1995.
Quell’anno a Patrasso fu involontario protagonista di un episodio che lasciò la Nazionale con un uomo in meno: nell’ultimo allenamento una sua schiacciata colpì il dito di Meoni, suo compagno di squadra per anni a Padova, mettendolo fuori gioco.
Approdato in Nazionale come vice Zorzi nel ruolo di opposto, si conquistò spazio grazie alle sue prestazioni nella World League. Opposto di carattere e potenza. La sua carriera ha brillato principalmente in maglia azzurra, poiché in campionato ha militato in squadre che non hanno potuto lottare per il titolo, da Padova a Montichiari. Sperava di riuscirci a Roma, ma anche quell’annata non fu all’altezza delle aspettative della società capitolina, che avrebbe poi vinto lo scudetto due anni dopo. Nel 1994 l’unico suo trionfo europeo con il Padova: la Coppa Cev.
Ben 7439 punti nelle 297 partite giocate, ricordano le statistiche. E’ al secondo posto come punti realizzati nelle regular season con oltre 7.000 punti. In Nazionale (256 partite) ha collezionato 14 medaglie d’oro, due d’argento e tre di bronzo. Attualmente allenava i ragazzi del Padova, tra i quali anche i suoi figli.


“Quella di oggi è una giornata molto triste ci lascia un grande campione, esempio di tenacia e volontà. Ho avuto il piacere di giocare in nazionale insieme a lui ed apprezzare le sue qualità di giocatore e di uomo, il dispiacere è grande, grandissimo per i suoi familiari e per chi, come me, gli voleva bene”.

Andrea Sartoretti

“Provo un enorme dolore, con Michele sono cresciuto, siamo partiti dalla Pre Juniores, sempre insieme, dal 1985. È veramente una notizia che mi stringe il cuore, Michele è un ragazzo con cui ho vissuto tanti, tantissimi anni della mia vita e l’unica cosa che posso fare ora è rivolgere un pensiero alla famiglia, a sua moglie e ai suoi figli. Mi dispiace davvero tantissimo, era un ragazzo straordinario, fa molto molto male”.
Andrea Giani

Con lui ho vissuto anche due stagioni a Padova, parlava pochissimo quando giocava, ma dentro aveva una grande sensibilità, cuore e generosità. Aveva un suo modo di dimostrarlo,lo chiamavo Sgrunk, per via della sua espressione che bofonchiava quando non era d’accordo con qualcosa. Il suo gesto d’affetto: tre dita aperte con cui dava delle botte sul petto, era il suo modo di dimostrare considerazione, lo ringraziavo ogni volta anche se mi faceva male… Quando ha smesso di giocare è diventato più loquace. Molti di noi sapevano della sua lotta e di quanto fosse difficile. Ma non per questo oggi proviamo meno dolore”
Fefè De Giorgi

Spesso si confonde la popolarità con l’importanza. A volte le due cose coincidono, spesso invece le persone popolari non sono così importanti, né valgono quanto vendono. Questo è il classico caso al contrario: schivo, riservato, umile, sensibile, restio all’occhio di bue, non interessato alla visibilità. Però era un grande uomo: generoso, coraggioso, solido, leale, decisivo in tante battaglie sportive. Per un periodo in Nazionale ho diviso la camera con lui, l’ho conosciuto bene. Purtroppo anche la sua mania di pretendere la stanza completamente impermeabile alla luce (metteva il nastro sulla lucina rossa di stand by della tv!!!). Siamo mortali, i Greci hanno capito tutto prima di tutti. Quello che ha fatto invece resterà nella storia della pallavolo e nella memoria di tutti coloro che hanno avuto la fortuna di conoscerlo. Si chiamava Michele Pasinato. Campione
Pasquale Gravina

Abbiamo condiviso per molti anni lo stesso percorso e tante battaglie in campo, oggi è un giorno molto triste per me e per tutti quelli che hanno avuto modo di starti vicino e conoscerti. Te ne sei andato troppo presto…Ciao Paso”
Marco Martinelli

Leandro De Sanctis

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