Atac, bus con le obliteratrici rotte: soldi perduti

L’Atac è in perenne crisi economica, i problemi sono tanti, anche per chi deve usufruire del trasporto pubblico cittadino. L’esperienza personale di viaggiatore abituale è messa a dura prova in questo periodo post Covid-19, perché al di là dei proclami buoni per il pubblico della tv, i bus sono pochi e non c’è modo di far rispettare le regole. Né la distanza sociale, che chiamerei distanza asociale più che altro, nè l’obbligo di indossare mascherine. In compenso sono tornati in azione i borseggiatori.
Se in metropolitana si riesce a viaggiare con tranquillità, sui bus nelle ore di punta specialmente si crea un ambiente a rischio, se il virus è ancora attivo e circolante. La gente non può rispettare le distanze, le anziane signore, stanche, si siedono dove non si dovrebbe e in certi casi non aiuta la segnaletica sbagliata (tipo proibire entrambe le sedute su due sedili opposti, uno dei quali dovrebbe essere agibile).
Tornando invece ai problemi economici dell’Atac, la domande che vorrei rivolgere ai “capoccioni” dell’Azienda dei trasporti capitolini riguarda le macchinette obliteratrici fuori servizio o rotte. Anche stamane, linea 913, due macchinette fuori uso all’andata. Al ritorno, evidentemente capitato sullo stesso autobus, non potevo che trovare rotte entrambe le macchinette.
Domanda: perché si esce dal deposito con un autobus che non permette di vidimare i biglietti? Quanti soldi si perdono in questo modo?
Succede spesso che non si riesca a timbrare il biglietto, significa che quando l’obliteratrice si rompe non si riesce a ripararla? Mancano i tecnici? I pezzi di ricambio? C’è qualcuno che segnala questi guasti?
Di sicuro l’inefficienza non può essere scaricata sull’utenza.In passato è capitato anche di assistere a scene maleducate da parte di qualche controllore che invece di fare ammenda per la mancanza, rimbrottava qualche viaggiatore perché non firmava il biglietto con la data e l’ora.
Beh certo, chi non ha una penna sul bus? Chi stretto come una sardina tra gli altri viaggiatori non riesce a tirar fuori una penna dalla borsa/borsetta/zainetto, restare in equilibrio, scrivere magari senza potersi appoggiare da nessuna parte, perché al di la dei passamano, certe “prese” alte sono appunto irraggiungibili.
Eppure la soluzione è semplice: far riparare le macchinette guaste.

Leandro De Sanctis

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