CALCIO Champions “Settebrutto”, Real Madrid-Juventus 4-1

Finale Champions League, Real Madrid-Juventus 4-1
Real Madrid-Juventus 4-1

La forza del Real Madrid c’entra poco con la maledizione della Champions per la Juve, ma a Cardiff il club bianconero e il suo popolo sparso per l’Italia e per il mondo hanno visto uscire dal mazzo il… Settebrutto. Nove finali di Coppa Campioni/Champions, sette sconfitte. Ognuna diversa dall’altra. Tutti hanno detto che questa Juventus era più forte di quella che perse due anni fa contro il Barcellona, per 3-1. Col terzo gol incassato nel finale. Stavolta negli sgoccioli di partita è arrivato addirittura il quarto gol del Real Madrid.
Stavolta non ha incassato il gol nei minuti iniziali, anzi, c’è stata soprattutto e solo Juventus nel primo tempo, anche se ad andare in vantaggio è stato il Real, con il primo tiro in porta, del solito Ronaldo naturalmente (altri due gol ai bianconeri, in totale 7). Ma dopo soli 7 minuti è arrivato il gol capolavoro inventato da Mandzukic, complice un Navas non proprio impeccabile nel piazzamento e nella reattività.
La Juve era scesa in campo con la mentalità giusta, con la necessaria determinazione, senza timori reverenziali.
Al punto che Allegri doveva sollecitare i suoi a rischiare meno nelle ripartenze palla al piede dall’area bianconera.
Un primo tempo vinto ai punti, se si fosse trattato di boxe. Ma nella ripresa la Juventus non ha saputo ripetersi. E quando il tiro di Casemiro, incocciando il tacco di Khedira si è andato ad infilare rasente il palo alla destra di Buffon, l’ennesimo episodio sfortunato ha fatto capire che per la Juve, stavolta, era finita. Infatti solo tre minuti dopo, un evitabile errore di Mandzukic, che invece di liberare aspettava molle il contrasto perdendo palla, il folletto Modric sgusciava e da fondo campo crossava una palla velenosa che Ronaldo, infilandosi tra Bonucci e Alex Sandro, trasformava nel 3-1, tomba delle speranze bianconere.
Nella facce dei bianconeri non c’era più forza, come nelle gambe. La realtà dice che nel secondo tempo la Juve è sparita dal campo, surclassata da un Real che invece ha trovato le chiavi della finale, fino a dilagare (col quarto gol di Asensio).
Una Juve che forse ha speso molto nel primo tempo, calando vistosamente alla distanza. Una Juve che è mancata anche in alcuni dei suoi uomini chiave. Basta dire che la difesa aveva incassato tre gol in tutta la Champions e ne ha presi quattro in 90 minuti.
Dybala non è esistito, Higuain non si è mai reso realmente pericoloso (ma è anche vero che non gli sono arrivati palloni adeguati), Khedira lontano dal suo rendimento migliore. L’arbitro ha commesso qualche errore (il mani non sanzionato a Ronaldo, sarebbe stata nel primo tempo una punizione dal limite allettante) arrivando ad espellere Cuadrado decisamente a sproposito. E ci si chiede che bisogno abbia un campione come Sergi Ramos di fare quella sceneggiata, buttarsi a terra per un lieve tocco con la mano del colombiano, che un attimo dopo stava già scusandosi per il contatto assolutamente veniale.
Finale amarissima insomma, la nona bianconera di Champions. Una difesa improvvisamente sgretolatasi, un attacco mai devastante o almeno pericoloso. E mai un episodio fortunato, come in tutte le altre otto precedenti finali.
La seconda finale in tre anni si è conclusa peggio della prima, nonostante le premesse fossero diverse.
Ma solo uno sprovveduto poteva pensare che il Real Madrid non fosse il logico favorito di una Champions che finisce nella Real Casa madrilena per la dodicesima volta.
Una prima frazione in sordina, anche mostrando prudente rispetto dei bianconeri. Poi alla distanza la forza madrilena si è palaesata, anche oltre misura se vogliamo, con un centrocampo che ha preso in mano il gioco e Izco ad imperversare (si è capito perchè la Juve lo cercò tanto quando al Real sembrava non trovare spazio). Ma questo è il verdetto del campo, mezzo autogol di Khedira incluso.
La stagione della Juventus è stata comunque bellissima: scudetto, coppa Italia e finale di Champions League. E’ mancata la dannata Champions, ma a questo ormai ogni juventino è purtroppo abituato. Personalmente non credo che la vittoria sia l’unica cosa che conta, soprattutto nel mondo di oggi. Perdere la Champions, arrivare secondi, è un’amarezza grandissima ma non deve essere un dramma. Arrivarci alle finali…
Ora va incassata la sconfitta più bruciante e si deve ragionare sul modo in cui la squadra di Allegri ha bisogno di rinforzarsi. Ringraziando la squadra, tutto il gruppo, per tutto quanto hanno fatto in questa comunque splendida stagione.
Terza sfida in campo neutro e terza vittoria madridista, ora il Real conduce 9-8 nel computo dei successi, e Ronaldo ha staccato Del Piero (da cinque a sette reti segnate nei confronti diretti).

JUVENTUS-REAL MADRID 1-4 (1-1)
MARCATORI: Ronaldo (R) al 20′, Mandzukic (J) al 27′ p.t.; Casemiro (R) al 16′, Ronaldo (R) al 19′, Asensio (R) al 45′ s.t.
JUVENTUS (4-2-3-1):
Buffon; Barzagli (dal 22′ s.t. Cuadrado), Bonucci, Chiellini, Alex
Sandro; Khedira, Pjanic (dal 26′ s.t. Marchisio); Dani Alves, Dybala
(dal 33′ s.t. Lemina), Mandzukic; Higuain. (Neto, Benatia, Lichtsteiner,
Asamoah). All. Allegri.
REAL MADRID (4-3-1-2): Navas;
Carvajal, Ramos, Varane, Marcelo; Modric, Casemiro, Kroos (dal 44′ s.t.
Morata); Isco (dal 38′ s.t. Asensio); Benzema (dal 33′ s.t. Bale),
Ronaldo. (Casilla, Nacho, Danilo, Kovacic). All. Zidane.
ARBITRO: Brych (Germania).
Spettatori 66.000. Espulso Cuadrado (J) doppia ammonizione. Ammoniti
Dybala (J), Ramos (R), Carvajal (R), Kroos (R), Alex Sandro (J) per
gioco scorretto; Pjanic (J) per comportamento non regolamentare.

Leandro De Sanctis

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