ATLETICA Perché la Fidal è così passiva sul caso Schwazer?

http://www.sportmediaset.mediaset.it/altrisport/altrisport/schwazer-quelle-strane-provette-e-il-5-luglio-e-vicino_1105943-201602a.shtml

 Una volta tanto la Tv (in questo link potete ascoltare e vedere il servizio dedicato da Mediaset Premium) riesce ad offrire un contributo ponderato riflettendo in maniera articolata sul nuovo caso di positività di Alex Schwazer. Un caso che ha alimentato subito sospetti, dubbi (o certezze, per chi ritiene sia un caso decisamente fasullo, inventato, quindi doloso) come molti giornali e siti non hanno esitato a sottolineare. 
Perchè chi non ha voluto restare prigioniero del pregiudizio, (ma molti non aspettavano altro per risuonare la grancassa contro il marciatore altoatesino) ha ascoltato con mente sgombra le dichiarazioni di Alex, del suo allenatore Donati, del suo avvocato Brandstaetter. E poi ha ragionato, riscontrando i troppi misteri, i buchi neri che fanno decisamente pensare alla peggiore delle ipotesi. Non al doping ma a un caso “costruito”.

Ora sta diventando chiaro per tutti che è assai improbabile che Alex Schwazer abbia assunto steroidi, che sia ricaduto nella tentazione di doparsi insomma, rischiando di tasca sua, di perdere tutti i possibili guadagni che gli sarebbero derivati da eventuali medaglie olimpiche e sponsor di ritorno. Per questo mi viene da riflettere sulla condotta della Fidal soprattutto (sul Coni taccio perchè all’interno ci sono evidentemente due diverse correnti: una è il pensiero del presidente Malagò, l’altra è emersa nelle dichiarazioni recenti dello staff del marciatore). 
Posso capire la posizione prudente e la presa di distanza della prima ora, quando c’era solo la notizia della positività. 
Ma sarebbe stato auspicabile una correzione di marcia quando il quadro ha cominciato a rivelarsi nella sua autentica forma e sostanza. La sua tempistica sospetta, i dubbi sulla catena di custodia della provetta, la certezza che non fosse anonima come prevede il regolamento, le comunque colpevoli assurdità che hanno portato a rivelare il caso quando probabilmente sarà troppo tardi per far valere gli argomenti difensivi e andare a Rio.  Come sia la Fidal che il Coni ormai volevano. Un caso molto più grave di quello di quattro anni fa, perchè stavolta tutto probabilmente si ritorcerà sugli organi istituzionali, Iaaf e Wada, la cui condotta autorizza a non avere più fiducia nel sistema, peraltro già minato dai casi di corruzione emersi negli ultimi mesi.
Insomma, se Schwazer è vittima e non colpevole, sarà defraudata anche la Fidal, che perderà una probabile medaglia olimpica, magari addirittura una medaglia d’oro. Perché allora la Federazione non tutela il suo atleta, alla luce di tutto quanto è emerso? Non si tratta di negare il doping o di sostenere un dopato, perchè stavolta Alex sembra proprio incolpevole. Se la Fidal ha creduto nel suo percorso di riabilitazione, nel tecnico Donati e nella serietà dello staff medico scientifico, perchè così in fretta l’ha mollato al suo destino? Ripeto, sto parlando della situazione che è emersa dopo l’annuncio del caso doping.
Provo a rispondermi da solo.
1) La Fidal ha avuto timore di essere messa accusa dalla sostanziosa fronda interna, a cominciare dagli atleti, che si è espressa con notevole violenza verbale nei confronti del rientro di Alex, a condanna esaurita. Insomma, tacendo ha preferito non esporsi con chi all’Olimpiade andrà.
2) La Fidal ha paura di un sistema antidoping che, se verrà confermato come il caso Schwazer bis sia stato falsato e costruito, ha dimostrato di poter colpire chiunque, anche se innocente. Questo, impossibile negarlo, fa davvero paura. 
Basta ricordare anche l’assurda vicenda del controllo della marciatrice Rigaudo al Quirinale. E in un mondo tutt’altro che sportivo, dove le vendette e le ritorsioni sono all’ordine del giorno (Donati docet) la Fidal ha preferito non andare al muro contro muro con i poteri forti.
Ma se Schwazer è innocente, la Fidal non dovrebbe fare di tutto per difenderlo e poterlo schierare all’Olimpiade di Rio de Janeiro?
Ma questa è solo la mia opinione, naturalmente.

Leandro De Sanctis

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