Coppa Italia a una Juventus rinata, Kulusevski e Chiesa decidono

Coppa Italia a una Juventus rinata, Kulusevski e Chiesa decidono. L’Atalanta dura solo un tempo, una Juve compatta e battagliera conquista la sua quattordicesima Coppa Italia. Regalando a Gigi Buffon un dolce addio al bianconero: nel 1999 vinceva la sua prima Coppa Italia con Chiesa padre, stasera ha lasciato la Juve con la sesta coppa Italia personale, alzandola con Chiesa figlio.
E’ stata una finale bellissima, intensa, combattuta, giocata in velocità per la quasi totalità dei 94 minuti. Primo tempo di chiama marca nerazzurra. La squadra di Gasperini ha spinto con decisione, stazionando nella metà campo juventina, creando pericoli, lamentandosi anche per un contatto tra Rabiot e Pessina che solo vivisezionato alla moviola ha fornito la possibilità di un eventuale rigore. In realtà l’arbitro Massa non ha diretto male, assecondando un gioco deciso e fischiando poco, fin quando la partita lo ha consentito, ma ammonendo per non farsela sfuggire di mano. Poi è chiaro che nella partita virtuale della moviola quasi ogni fischio è rivedibile, così come la gestione dei cartellini.
Ma pur nel sostanziale predominio della squadra di Gasperini, la Juventus ha tenuto e anzi è riuscita ad andare in vantaggio con il suo primo tiro in porta. Un gioiello di Kulusevski, il suo speciale tiro a giro che non ha lasciato scampo a Gollini, alla fine di un contropiede innescato da un anticipo di Cuadrado prima della metà campo (piede nettamente a colpire il pallone, poi fine corsa sulla gamba nerazzurra).
Ma il vantaggio bianconero è durato solo dieci minuti: a pareggiare è stato ancora Malinovskyi, che aveva punito la Juve in campionato. Atalanta che rubava palla in maniera decisa ma giudicata non fallosa (come l’intervento di Cuadrado nel gol juventino), Hateboer passava centralmente a Malinovskyi, il cui tiro forte e centrale bucava tutta la difesa.
Non è abituale vedere una finale così bella e giocata a viso aperto. La ripresa non ha deluso le aspettative ma in campo si sono ripresentate due squadre diverse. La Juventus è parsa più “cattiva” e concentrata, una squadra gagliarda in cui ognuno sapeva bene cosa fare e lo faceva. Con il solito Cuadrado fonte del gioco, un Bentancur presente e meno svagato di altre volte.
Pirlo ha riproposto Kulusevski attaccante accanto a Ronaldo e lo svedese è stato uno dei migliori in campo, firmando prima il gol dell’1-0, poi l’assist della decisiva rete di Federico Chiesa. La Juventus ha rischiato pochissimo nella ripresa, andando invece vicina al gol in più di un’occasione.
Un colpo di tacco di Ronaldo, che a dire il vero non si è visto molto, ha lanciato Chiesa verso la porta di Gollini, ma la sua incursione si è conclusa con un tiro a giro che si è infranto sul palo. Sfortuna o gol mangiato? Un po’ tutte e due le cose probabilmente.
Ma quando l’azione si è ripetuta al minuto 73, l’epilogo è stato ben diverso. Pirlo aveva già disposto il cambio con Dybala, che attendeva di entrare accanto al tecnico. Chiesa scattava, tagliava servendo Kulusevski in area, il quale gli restituiva palla tra le linee atalantine. Chiesa sgusciava abilmente e bruciava l’uscita di Gollini insaccando il gol che sarebbe valso la Coppa Italia. Un’azione bellissima.
Nel finale Pirlo fortificava la difesa mettendo Bonucci (recuperato miracolosamente dal suo problema fisico che ieri aveva fatto annunciare la sua esclusione) al posto di Kulusevski, ma il risultato non cambiava, anche perché l’Atalanta appariva fiaccata e nemmeno l’ingresso di Ilicic le dava smalto, così come non era riuscito a Muriel dare il consueto contributo offensivo, accanto a Zapata, tanto bravo nel primo tempo quando evanescente nella ripresa.

Bella maglia, bella la Juventus di Pirlo, finalmente!

E’ chiaro che la Juventus si è svegliata tardi in questa stagione. Dopo le critiche giuste però, stasera è decisamente piaciuta e ha dimostrato cosa avrebbe potuto essere. E magari cosa potrà essere. Tra squadra e allenatore c’è feeling e il lungo apprendistato del tecnico esordiente, alle prese con un campionato giocato senza il consueto rodaggio estivo, perché in estate è finito il campionato scorso, non è passato invano. Viene da pensare se sia il caso di ricominciare da capo o se piuttosto, con un organico mirato e migliore in ogni reparto, la Juventus possa proseguire il rinnovamento proprio con Pirlo. Ma questa possibilità è indubbiamente legata a cosa accadrà domenica sera, all’eventuale raggiungimento del piazzamento che consentirà di partecipare alla prossima Champions. La Juventus dovrà vincere a Bologna e sperare che l’Atalanta non perda con il Milan.
Considerato tutto quello che è successo, ripensando ai sette punti persi con le due retrocesse Benevento e Crotone, è già un miracolo che la Juve sia ancora in corsa per l’obiettivo minimo, che renderebbe ben diverso il bilancio di una stagione che ha visto Pirlo vincere Supercoppa e Coppa Italia.
Molto bella la nuova maglia a strisce bianconere più classiche. Bella e subito vincente e porta fortuna, come il Mapei Stadium dove la Juventus aveva vinto anche la Supercoppa.

Atalanta-Juventus 1-2, Ronaldo in azione Foto Juventus.com
Atalanta-Juventus 1-2, Ronaldo in azione Foto Juventus.com
McKennie in Atalanta-Juventus 1-2 Foto Juventus.com
McKennie in Atalanta-Juventus 1-2 Foto Juventus.com

Atalanta-Juventus 1-2

MARCATORI: 31′ Kulusevski (J), 41′ Malinovskyi (A), 73′ Chiesa (J)

ATALANTA (3-4-1-2): Gollini; Toloi (76′ Djimsiti), Romero, Palomino; Hateboer (76′ Ilicic), De Roon, Freuler, Gosens (82′ Miranchuk); Pessina (68′ Pasalic); Malinovskyi (68′ Muriel), Zapata. All. Gasperini

JUVENTUS (4-4-2): Buffon; Cuadrado, De Ligt, Chiellini, Danilo; McKennie, Bentancur, Rabiot, Chiesa (74′ Dybala); Kulusevski (82′ Bonucci), Ronaldo. All. Pirlo
ARBITRO: Massa.
Ammoniti: Chiellini, Malinovskyi, De Ligt, Romero, Freuler, De Roon, Ilicic
Espulsi: Toloi (dalla panchina)

Buffon alza la Coppa Italia, il suo ultimo trofeo con la Juventus Foto Juventus.com
Buffon alza la Coppa Italia, il suo ultimo trofeo con la Juventus Foto Juventus.com

Leandro De Sanctis

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