Warholm record, 29 anni dopo Young a Barcellona

Warholm record, 29 anni dopo Kevin Young a Barcellona, Olimpiade 1992, la prima Olimpiade a cui presi parte professionalmente. Allora seguivo principalmente l’atletica e la pallavolo e quando l’allora regina degli sport era in concomitanza con il volley, il mio posto di lavoro era allo stadio Olimpico al Montjuïc e non nei palasport. Quando Kevin Young realizzò il suo fantastico record del mondo nei 400 ostacoli, succedendo nientemeno che a sua maestà Edwin Moses, il fuoriclasse praticamente imbattibile nel giro di pista con gli ostacoli, ci si rese conto di aver vissuto uno dei momenti storici dell’atletica.
Moses aveva chiuso con l’atletica quattro anni prima, scrivendo una serie formidabile di 122 vittorie consecutive, con 107 finali vinte di fila (tra il 1977 e il 1987) e un primato del mondo portato a 47.02 nel 1983. Kevin Young, californiano di Watts, corse in 46.78, sovrascrivendo il suo nome, relativamente conosciuto allora, al mitico Moses.
Ricordo l’affollatissima conferenza stampa a cui parteciparono moltissimi giornalisti italiani, l’eccitazione quasi stupita di Kevin, nonostante fosse arrivato imbattuto ai Giochi in quel 1992. E ricordo la sua pronuncia tutt’altro che semplice da comprendere, che costrinse a sforzi supplementari perfino una profonda conoscitrice della lingua inglese parlata dagli statunitensi, come Emanuela Audisio, inviata della Repubblica. E se faticava lei a capirlo, figuriamoci tutti noi che avevamo una conoscenza minore rispetto a lei.
Era il 6 agosto 1992, si diceva. Quel record storico mi costrinse a cacciare in un angolino l’enorme delusione vissuta la mattina del giorno prima, 5 agosto, quando la Nazionale di pallavolo campione del Mondo, era stata eliminata nei quarti di finale dall’Olanda per un solo punto (17-16 al tie-break) da un regolamento assassino che concluse lì la sua esistenza.
Tutto questo mi ha fatto tornare alla mente l’altrettanto storico primato mondiale siglato al Bislett da Karsten Warholm: 46.70, otto centesimi meglio di Young. Sotto potete leggere il servizio pubblicato dal sito della Federatletica, a firma Marco Sicari, capo ufficio stampa della Fidal, con precedenti professionali anche nella pallavolo, tanto per legare ancora i sue sport.

di Marco Sicari *

Il meeting di Oslo, quarta tappa della Wanda Diamond League, vede cadere uno dei record del mondo maschili più celebri ed antichi: quello dei 400hs, fissato questa sera dal norvegese Karsten Warholm alla sensazionale cifra cronometrica di 46.70, otto centesimi meglio di quanto era riuscito a fare lo statunitense Kavin Young a Barcellona il 6 agosto del 1992, al termine di una indimenticabile finale olimpica. Gara tutta d’attacco, quella del 25enne bicampione del mondo della specialità: aggressivo fin dalla prima barriera, a dimostrare dallo sparo la volontà di far suo il record di Young. Nessuna particolare sbavatura tra le dieci barriere, ed un’ultima frazione di 40 metri percorsa con la stessa incredibile determinazione, fino al 46.70 conclusivo. Dietro di lui, il brasiliano Alison Dos Santos si migliora ai 47.38 del record continentale del sudamerica, mentre il turco d’origine cubana Yasmani Copello è terzo in 48.86. Il record di Warholm è lo scossone definitivo ad una specialità che aveva appena visto lo statunitense Rai Benjamin correre ai Trials in 46.83, mancando il limite di Young di appena cinque centesimi. Facile immaginare che tipo di sfida verrà vissuta tra poche settimane a Tokyo per la conquista dell’oro olimpico.

La serata dei Bislett Games ha regalato altri risultati di straordinario livello. Su tutti, il 6,01 nell’asta dello svedese Armand Duplantis, ancora una volta capace di valicare, unico a riuscire nell’impresa, la quota dei 6 metri, prima di concedersi tre tentativi, ovviamente falliti, ai 6,19 del primato del mondo. Battuti lo statunitense Sam Kendricks (5,91 e tre nulli ai 6,01), e il francese Renaud Lavillenie (5,81).

Una curva eccellente, a precedere un finale di corsa probabilmente più sofferto del previsto. Eseosa Desalu finisce al quarto posto nei 200 metri, con un 20.71 conclusivo appesantito anche dal vento contrario (-1.0) a spirare sul rettilineo del Bislett. Per il portacolori delle Fiamme Gialle, almeno tre quarti di gara di ottimo livello, con un’uscita sul rettilineo spalla a spalla con i canadesi André De Grasse e Aaron Brown, finiti poi nell’ordine rispettivamente in 20.09 e 20.38. Davanti all’azzurro, nel complicato finale, anche Isaac Makwala (20.61), a completare un ordine d’arrivo di rilievo internazionale.

Mezzofondo da sogno, come tradizione, nella riunione norvegese. Il primo squillo arriva in apertura, grazie all’ottimo 7:26.25 messo a segno nei 3000 metri dall’etiope Yomif Kejelcha, miglior crono mondiale 2021 sulla distanza e settima prestazione di sempre, al termine di una prova che porta otto uomini al di sotto dei 7:40 (primo europeo, il norvegese Filip Ingebritsen, 7:34.00). I delusi (e le deluse) dei Trials statunitensi fanno spesso cose eccellenti subito dopo essere stati esclusi dalla corsa per la qualificazione: l’ottocentista Kate Grace, settima negli Olympic Trials la scorsa settimana, non sfugge alla regola, andando a vincere il doppio giro del Bislett con un notevole 1:57.59, quinta prestazione mondiale dell’anno. Match da ricordare nei 5000 metri al femminile: la keniana Hellen Obiri si impone in volata in 14:26.38, battendo l’etiope Fantu Worku (14:26.80) e la connazionale Margaret Kipkemboi (14:28.24), anche se la notizie più rilevante in questa prova è il quarto posto (con record nazionale) della britannica Eilish McColgan, 14:28.55. In occasione del miglio, dedicato alla memoria dello scomparso Svein Arne Hansen (per lunghi anni organizzatore del meeting, e poi anche presidente dell’Associazione Europea) altro momento spettacolare della serata: l’australiano Stewart McSweyn termina in 3:48.37, record continentale dell’Oceania, trascinando altri tre atleti al di sotto dei 3:50 (ed il polacco Marcin Lewandoski, secondo, al record nazionale, 3:49.11).

Non solo mezzofondo, però. La 21enne olandese Femke Bol non smette di stupire: i suoi 400 ostacoli si chiudono in 53.33, la cifra del record nazionale e della quarta prestazione mondiale 2021, nella lista che è stata scossa ai Trials statunitensi dal record del mondo (51.90) di Sydney McLaughlin. In scia alla Bol, si mettono in evidenza le ucraine Ryzhykova (54.15) e Tkachuck (54.62). Lo sprint, a livello globale ha prodotto grandi numeri oltreoceano in questo inizio di 2021, e qualche riflesso di questo buon momento arriva anche a Oslo: Marie-Josee Ta Lou apre l’ordine l’arrivo, firmando un eccellente 10.91 (-0.1). Nel triplo buon 17,24 (+0.1) dell’algerino Mohamed Yasser Triki, vicino al personale di 17,31 stabilito nel corso di questa stagione. Il lungo donne dice Mihambo: la tedesca si impone con un miglior salto di 6,86 (+0.9). Lo svedese Daniel Stahl spedisce il suo disco a 68,65, aggiudicandosi i Bislett Games, lasciando il secondo classificato, lo sloveno Ceh, a quasi due metri di distanza (66,68). Ancora Germania nel giavellotto donne: Christin Hussong si impone con 62,62.

* Ufficio Stampa Fidal

Leandro De Sanctis

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