ATLETICA Schwazer, Tagliacozzo e un ponte sul futuro

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Tagliacozzo, 24 settembre 2015


Anche quando Alex Schwazer tornerà a marciare in una Olimpiade, perchè non ho motivo di dubitare che sappia meritare la convocazione fin dai Giochi di Rio 2016, la giornata di Tagliacozzo (sulla pista intitolata a Luca Poggi, in località Sant’Onofrio) verrà ricordata come uno spartiacque, una rampa di lancio dopo sei mesi di allenamento anomalo e solitario, sulle ciclabili accanto al Tevere, sulle strade romane. Verrà ricordata dal marciatore altoatesino, dal suo staff e da tutti quelli che c’erano e che non hanno voluto perdere l’occasione di assistere ad un evento del tutto anomalo. Non ufficiale, non clandestino, ma importantissimo. Per varie ragioni. Intanto la prestazione, concretizzatasi nonostante le difficoltà, gli inevitabili squilibri dovuto ad un avvio decisamente troppo veloce rispetto a quanto programmato; le raffiche di vento trasversale, la mancanza di giudici e rivali, i suoi tecnici Donati, De Benedictis e Pezzatini dislocati lungo l’anello a dargli i tempi di passaggi, i suggerimenti, l’incitamento. I Magic Runners di Tagliacozzo, una squadra di appassionati di ogni età che hanno sostenuto Alex e dato un contorno appassionato a un test dal quale non si aspettavano soltanto numeri, per quanto positivi e rassicuranti. La giornata di Tagliacozzo ha fornito indicazioni molto significative ed è servita per riproiettare Schwazer in una realtà nuova, dopo tre anni e mezzo di inattività. 
Da un lato ha fornito l’occasione ai denigratori ad oltranza, di riesporre le velenose e scettiche opinioni anti-Schwazer. Ognuno ha il diritto delle sue opinioni, ovvio, ma continuare ad insistere negando l’evidenza di quanto si sta facendo in questo progetto-Schwazer, sembra un esercizio di stile preconcetto, ormai avulso dalla realtà, non solo del presente ma anche del passato. 
Stupisce la reiterazione di un livore peraltro concentrato sul solo atleta, senza un dubbio, senza una riflessione sul caso che fu umano prima ancora che sportivo, ma accaduto non senza complicità di chi istituzionalmente avrebbe dovuto salvaguardare Schwazer, tenendolo lontano da quel doping che, lo sta dimostrando ora che è… meno giovane, nemmeno gli serviva.

Ma proprio perchè parte del mondo esterno non vuole cambiare idea su questo caso, è importante che sia invece cambiato l’atteggiamento di Alex Schwazer, che sta dimostrando la sua forza interiore, un ritrovato equilibrio che gli consente di focalizzarsi solo su se stesso, lasciando che ognuno pensi quel che vuole. E una dialettica smussata, più pacata, che dribbla ogni trappola che rischia di innescare polemiche. Forte della missione che lui e la sua squadra stanno interpretando. Alex ha deciso che inseguire una nuova grandezza agonistica in modo pulito, al di sopra di ogni sospetto, fosse meglio degli antidepressivi. 

Quando percepisco la violenza e l’ottusità con cui si commenta in modo sprezzante il progetto di Schwazer, mi chiedo come mai non si esprime la stessa intransigenza, lo stesso rigore che non sente ragioni nel giudicare personaggi pubblici, politici, dirigenziali, che hanno portato il Paese Italia e tante aziende pubbliche e private alla rovina. O nei confronti di chi evade il fisco, pirta i soldi all’estero in modo illecito per non pagare le tasse. Altro che furbetti… come in modo assai irritante vengono definiti dai giornali politici.

Parlare di marketing e dimenticare tutto il resto, mi pare bizzarro, oltre che offensivo. Certo, è naturale che quando Schwazer tornerà a gareggiare, gli sponsor busseranno di nuovo. Ma intanto il signor Schwazer paga le spese dei controlli ematici (16 in sei mesi finora), i professori D’Ottavio e Ronci lo seguono gratuitamente, come i tecnici Donati, De Benedictis, Pezzatini. Ore, giornate di lavoro che sono frutto della passione per lo sport, che dovrebbero essere prese ad esempio e far riflettere, invece che raccogliere acide critiche. Ma questa naturalmente è solo la mia modesta e personale opinione.
Per ora resta la dimensione di semplicità che la giornata di Tagliacozzo ha rivestito. Una giornata conclusasi a tavola, con un brindisi di vino rosso, dinanzi a bruschettine abruzzesi e taglieri di salumi, prosciutto e ovoline. 

“A questa giornata”. Già, il futuro può attendere.

@vistodalbasso

Leandro De Sanctis

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