Carli Lloyd e il diritto di diventare mamma

Carli Lloyd e il diritto di diventare mamma.
E’ sconfortante dover fare i conti ancora una volta con la insolente cattiveria dell’essere umano, ammesso sia possibile ancora accostare la parola umanità a persone così becere e ignoranti. Una volta certe vergognose parole restavano confinate nei bar o nelle menti. Ora ci sono i social che consentono a chiunque di offendere, di scrivere senza il filtro della civiltà, qualsiasi considerazione e concetto, anche se destituiti del sia pur minimo interesse. E senza imbarazzo.
Lo sport è solo uno dei campi dove anche chi è grammaticalmente o cerebralmente analfabeta, esercita quello che ritiene suo diritto, far sapere a chi lo legge che tipo di persona sia, senza vergognarsene.
Come è ormai arcinoto, la notizia della maternità della palleggiatrice statunitense Carli Lloyd, tesserata per Casalmaggiore, squadra con cui ha vinto anche una Champions League insieme con Francesca Piccinini, ha scatenato insulti che non ripeterò. Sarebbe anche ora di finirla di fare pubblicità agli idioti, riproponendo i loro insulti.
Ma del resto questa è diventata l’Italia in cui viviamo e la politica è lì a ricordarcelo quotidianamente. Decenni di battaglie e di lotte sindacali per affermare i diritti e la dignità dei lavoratori sono stati progressivamente sviliti e smantellati dalle piccole e grandi aziende, multinazionali in primis, con la complicità fatta di codardia e convenienza, dei vari governi, di ogni colore.
E quante battaglie hanno sostenuto e sostengono le donne anche nello sport. Per rivendicare uguaglianza e considerazione, diritti e considerazione. Certi insulti sembravano ormai sepolti negli anni dell’arretratezza e del maschilismo, degli uomini ma anche di quelle donne che lasciano fare e dire.
Ogni donna, anche se lo sport è il suo lavoro, ha il diritto di essere mamma. La cosa assurda è dover riaffermare quanto dovrebbe essere naturale.
E non è che certe cose si possano sempre programmare. A volte qualche campionessa è riuscita a far convivere la voglia di maternità con la volontà di continuare a fare sport ad alto livello. Ma la vita raramente è programmabile, anche quando si tratta della nascita di un bambino (o di una bambina).
Del resto ora sono sotto accusa quei tifosi imbecilli, cafoni e insensibili, ma è la nostra società che continua a discriminare la maternità nella maggior parte dei luoghi di lavoro, specialmente se privati. Come sanno bene molte donne: nel momento dell’assunzione si costringe a firmare un foglio di dimissioni in caso di maternità. Oppure non le si assume proprio, ipotizzando una possibile futura maternità.
Una società miope e disonesta, ma il discorso è troppo ampio per approfondirlo in questa sede.
Nessuno nega che per la squadra di Casalmaggiore non poter disporre della sua campionessa Carli Lloyd sarà un problema, un handicap. Ma è un altro discorso.
Il club nell’annunciare la maternità, lo ha fatto con serenità ed esprimendo il massimo sostegno alla giocatrice. E’ quindi ancor più vergognoso che a “tradire” l’essere umano Carli Lloyd, siano stati alcuni tifosi (una minoranza per fortuna) che anche grazie a lei tanto hanno esultato in un recente passato.
Così va questo brutto mondo, e vale per ogni squadra di ogni sport.
Si è detto e scritto spesso che i tifosi sbagliano ad affezionarsi troppo a giocatori che poi si trasferiscono al miglior offerente (si parla soprattutto del calcio). Ma la triste vicenda di Carli, suggerisce qualcosa anche agli atleti: forse non è il caso di legarsi troppo a chi un giorno si professa tifoso, e poi non ci pensa due volte a diventare un odiatore. Basta ricordare la brutta abitudine (parlo soprattutto del calcio ancora) di fischiare l’ex di turno che torna a giocare di fronte alla sua vecchia tifoseria, invece di applaudirlo nel ricordo di ciò che fu.
Come recitava il titolo di un film di Carlo Verdone, L’amore è eterno, finché dura.

 Carli Lloyd, Foto Filippo Rubin/Lega Volley Femminile
Carli Lloyd, Foto Filippo Rubin/Lega Volley Femminile

Le parole di Malagò, presidente Coni

“La vicenda di Carli Lloyd mette una tristezza infinita”. Ha commentato il presidente del CONI Giovanni Malagò chiamato ad esprimersi sugli insulti social indirizzati alla pallavolista, capitana di Casalmaggiore. La cui unica colpa, secondo pseudotifosi che l’hanno bersagliata di critiche, sarebbe quella di essere rimasta incinta.

Un conto è che il tifoso esprime il suo giudizio sul fatto che l’atleta non può rispettare un contratto attraverso le sue prestazioni, ma come si fa a non riconoscere un diritto a una donna di diventare madre?” ha concluso Malagò.

Leandro De Sanctis

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