Gli anni più belli film | Recensione

Gli anni più belli li racconta Gabriele Muccino, rituffandosi nel suo cinema prediletto, corale, tra amicizie, tradimenti, canzoni. E una musica, inconfondibilmente scritta da Nicola Piovani, che porta nelle orecchie quel mix di nostalgia malinconica e romantica che avvolge i pensieri quando ci si guarda indietro. Sistemati i rancori familiari rappresentando la distruzione degli affetti istituzionali nel suo penultimo film A casa tutti bene, Muccino è tornato a costruire, ad un affresco sui legami affettivi, siano di amicizia o d’amore, corrisposto e non.
Gli anni più belli inevitabilmente rimanda al capolavoro di Ettore Scola, C’eravamo tanto amati, ma anche dovendo e volendo evitare il confronto, lo spettatore di lungo corso avrà l’impressione del già visto. E magari nella scena del ristorante si aspetterà forse di sentire ordinare…“la mezza porzione”. La storia attraversa gli anni dall’adolescenza alla maturità, dai giorni dei sogni all’ora dei bilanci di vite vissute con alterna fortuna coerenza e soddisfazione. Piefrancesco Favino, Claudio Santamaria, Kim Rossi Stuart e Micaela Ramazzotti ne sono gli interpreti, con la debuttante Emma Marrone, la cantante, ad aggiungersi al collaudato gruppo di qualità.
Se i personaggi maschili alla fine risultano definiti e approfonditi, non convince invece il ritratto di Gemma (la Ramazzotti), non approfondito ed esageratamente ondivago nelle sue scelte e nelle sue fughe.
Negli altri c’è molto, se non tutto, dell’universo maschile. Ci sono gli ideali traditi, sepolti dal benessere e dal lusso che fa dimenticare gli stenti delle origini, le tentazioni a cui è facile cedere se il premio è una vita agiata e di successo. Ci sono i sogni inseguiti sempre e a tutti i costi, anche a prezzo di un amore sconfitto dalle ristrettezze e dalla bollette non pagate. E poi c’è la purezza, il carattere di chi vuole e sa restare se stesso, non tanto perché incapace di evolversi, di staccarsi dall’adolescenza e da quel primo amore giovanile, quanto perché figlio della volontà di non tradirsi, a costo di subire tradimenti e sconfitte. La tenacia di chi crede che ci si possa realizzare anche insegnando ai giovani, trasmettendo qualcosa di sé. E in tal senso Kim Rossi Stuart ha il ruolo più riuscito e sa calarcisi con convinzione.

Dal c’eravamo tanto odiati agli anni più belli

Roma è il set naturale e Muccino non sa resistere alla tentazione di far tuffare nella Fontana di Trevi i suoi protagonisti (un cliché evitabile) ma sa riportare ad un’epoca in cui le case disegnavano le possibilità delle famiglie. Anguste e umide, con letti rimediati. Oppure case grandi e comode, con i corridoi lunghi ad attraversarle e le porte con il vetro smerigliato.
Dal c’eravamo tanto odiati di A casa tutti bene a Gli anni più belli, alla rinnovata dichiarazione di valore del sentimento dell’amicizia, a prova di tutto e nel segno di un ritrovato ottimismo, con la storia reale dell’Italia che resta confinata sullo sfondo (escludendo il richiamo chiarissimo a quel ministro senza scrupoli che faceva soldi col sangue infetto…). Le altre citazioni, a parte la scena iniziale di violenza metropolitana, sono accessori non fondamentali, perché Muccino voleva raccontare altro.
La musica di Nicola Piovani agevola e giustifica momenti di commozione, se si accetta che ciò che Muccino mostra possa anche essere un frammento in cui ciascuno potrà specchiarsi, perché ognuno avrà i suoi anni più belli custoditi in un angolo di cuore.
E la canzone appositamente scritta da Claudio Baglioni, nel suo classico stile che sa catturare la nostalgia malinconia del tempo, e che fa da ponte tra passato e presente, è il biglietto da visita più appropriato.

Gli anni più belli, il trailer

Gli anni più belli, la scheda

GLI ANNI PIU’ BELLI Regia: Gabriele Muccino. Interpreti: Kim Rossi Stuart, Pierfrancesco Favino, Claudio Santamaria, Micaela Ramazzotti, Emma Marrone, Nicoletta Romanoff. Italia 2020, durata 129 minuti. Musica Nicola Piovani.

Gli anni più belli, Claudio Baglioni

Il testo di Claudio Baglioni

Gli anni più belli
Noi che
sognavamo i giorni di domani
per crescere
insieme mai lontani
e sapere già cos’è un dolore
e chiedere
in cambio un po’ d’amore
Noi
occhi di laguna, noi
ladri di fortuna, noi
cavalieri erranti della luna
noi
una bufera di capelli
in aria a far castelli, noi
che abbiamo urlato al vento
per cantare
Noi
gli anni più belli noi
in una fuga da ribelli
un pugno di granelli noi
che abbiamo preso strade per cercare in noi
gli anni più belli
Noi che
volevamo fare nostro il mondo
e vincere
o andare tutti a fondo
ma il destino aspetta dietro un muro
e vivere
è il prezzo del futuro
Noi
guance senza fiato, noi
labbra di peccato, noi
passeggeri persi nel passato
noi
una rincorsa di ruscelli
tra nuvole e gli uccelli, noi
che abbiamo visto il sole accedere su noi
gli anni più belli
noi
una promessa da fratelli
tra lacrime di ombrelli noi
che abbiamo udito il mare piangere con noi
gli anni più belli
E quel tempo è un film di mille scene
non si sa com’è la fine
se le cose che ci fanno stare bene
sono qui
proprio qui
forse no, forse si
sempre qui
e siamo noi
ancora quelli
Noi
con le ferite dei duelli
e spalle di fardelli noi
che abbiamo spinto il cuore a battere per noi
gli anni più belli
Noi
che siamo stati lunghi agnelli
con l’anima a brandelli noi
che abbiamo chiesto al cielo
di ridare a noi
gli anni più belli
gli anni più belli

Leandro De Sanctis

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