Overtime a Macerata, un “bagno” di sport raccontato

Overtime a Macerata, un “bagno” di sport a Macerata.
C’è tanta genuina passione dietro l’Overtime Festival che Macerata ha ospitato il mese scorso. Un’immersione nello sport valorizzato e vissuto attraverso la lente d’ingrandimento del racconto, della narrazione, degli incontri con i protagonisti che lo sport lo praticano o lo hanno praticato, e chi di sport vive o ha vissuto professionalmente.
Ho avuto l’opportunità di vivere una giornata in questa bella atmosfera, grazie all’invito degli organizzatori Angelo e Michele Spagnuolo (oltre che del collega Dario Ricci) che hanno offerto uno spazio a “Il miracolo di Berlino“, il libro scritto con l’amico Pasquale Di Santillo (Calzetti-Mariucci editore) che ha raccontato il primo e finora unico titolo mondiale della pallavolo femminile in occasione del ventennale di quel trionfo.
Ospite d’onore Simona Rinieri, accanto alla quale Dario Ricci ha condotto l’occasione di approfondimento, con noi autori a rispondere anche alle domande della platea, un mix di giovani pallavolisti e pallavoliste, spettatori comodamente seduti ma anche persone di passaggio catturate dalle parole. In platea la Med Store Tunit Macerata, che gioca in Serie A3, con il tecnico Flavio Gulinelli, che è stato il vice ct di Bebeto ai Mondiali in Giappone vinti dalla Nazionale italiana nel 1998, e il direttore sportivo Riccardo Modica, per tanti anni palleggiatore nel massimo campionato. E le ragazze della CBF Balducci Helvia Recina Macerata, neo promossa in Serie A1 femminile e con Carlo Perri, ex della Lube Civitanova, nell’ufficio stampa. Naturalmente con le pallavoliste interessate e sollecitate a porre domande alla campionessa iridata Simona Rinieri.
E alla fine della giornata c’è stato anche il piacere di partecipare alla presentazione della Med Store Unit Macerata, di riabbracciare e parlare con amici di antica data, come appunto Flavio Gulinelli e Riccardo Modica, perché le scie sentimentali dello sport non si esauriscono con la lontananza, nei luoghi e nel tempo.
Nelle giornate del Festival l’ampia proposta del programma ha fatto vivere intensamente le occasioni di contatto, nei vari ambiti sportivi, dal calcio alla pallavolo, alla tv e ai risvolti nascosti dello sport, tra passato raccontato e presente. Programma alla mano, si deve scegliere cosa seguire e poi girare da una sede all’altra, volgendo lo sguardo alle bellezze architettoniche di Macerata. Tutto rigorosamente a piedi, camminando anche rapidamente, per cercare di vedere e ascoltare più cose. Ed è facile conoscere persone con cui si hanno interessi in comune: la parola favorisce la curiosità, le interazioni, al di là dei ruoli e delle età, dai bambini agli adulti, perché l’interesse per lo sport non ha età e resta per tutta la vita l’anello di congiunzione con fanciullezza e gioventù vissute anche sui campi.
In quei giorni c’è stata anche una bella mostra su Diabolik, allestita con originalità per trasmettere lo spirito del personaggio creato per i fumetti dalle sorelle Giussani (e che nella prima trasposizione cinematografica dei Manetti Bros ha in realtà assai deluso).

La gallery “Il miracolo di Berlino”, il libro

La mostra dedicata a Diabolik

Leandro De Sanctis

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