Juventus-Benfica 1-2 |  Juve dominata, scivola verso l’Europa League

Juventus-Benfica 1-2 |  Juve dominata, scivola verso l’Europa League. Questa nuova Juve non sa più vincere, come quella vecchia per gran parte della scorsa stagione. Ormai allo Stadium tutte le squadre, dalla Salernitana al Benfica, arrivano a giocarsela, sanno che possono vincere. Dal campionato alla Champions, che in due sole giornate vede ancora a zero punti la squadra di Allegri, spinta già verso il terzo posto che la farebbe scivolare in Europa League, altro che ottavi di finale. 

Se i bianconeri non cambiano marcia, e finora non ci sono riusciti, solo l’ottimismo interessato di un telecronista può affermare che nulla è compromesso nonostante le due sconfitte iniziali. Dopo il promettente secondo tempo del Parco dei Principi però, la Juve si è smarrita di nuovo, come le capita ormai quasi sempre, nonostante il fulmineo vantaggio propiziato dalla testa di Milik. Due gare, due sconfitte: una partenza così disastrosa in Champions League non le era mai capitata.

Al contrario il Benfica ha inanellato la dodicesima vittoria stagionale, dominando per oltre un’ora di gioco dopo l’avvio timido e impacciato e creando i presupposti per i fischi finali che il pubblico della Stadium (peraltro con larghi vuoti sugli spalti) ha riservato alla squadra.

Il Benfica crescendo aveva già colpito un palo nel primo tempo (Rafa Silva), chiuso con il rigore sancito dalla VAR, tanto corretto quanto inutile, regalatogli da Miretti. Quando impareranno i giocatori che non si commette un fallo in area quando palla e avversario sono diretti fuori area e ormai innocui? Lo realizzava Joao Mario, fermandosi anche nella rincorsa, e poi lanciando gestualità di scherno all’indirizzo dei tifosi della Curva.

  Le parate di Perin, gli errori portoghesi

  La sconfitta avrebbe potuto assumere proporzioni più vistose se Perin non avesse compiuto parate importanti e se il Benfica da un certo punto in poi non avesse sciupato occasioni, sentendosi ormai padrona del campo. Il gol del raddoppio, di Neres, nasce da una serie in interventi molli da centrocampo indietro, con Milik che si lascia strappare palla e la difesa che balla, disorientata e fuori posizione. E per fortuna almeno in due circostanze Bonucci è riuscito a spezzare gli ultimi passaggi dei portoghesi.

Alla distanza il centrocampo juventino è stato fatto sparire dal Benfica, risucchiato nel gorgo dell’impotenza. L’ingresso di Di Maria è servito a creare almeno due occasioni, perché l’argentino anche da fermo sa rendersi pericoloso. C’è stato un palo di Kean, poi un gol di Vlahovic annullato per fuorigioco iniziale di De Sciglio che aveva crossato, infine una colossale occasione sparata alle stelle da Bremer. 

  I bianconeri hanno finito dando l’idea di essere stanchi oltre misura e senza idee, senza lucidità, senza una qualità individuale che invece il Benfica ha dimostrato con un palleggio e un fraseggio estremamente sicuro. C’è da dire che in attacco Vlahovic non ha combinato nulla, né ha sviluppato un’intesa con Milik: devo ammettere che non ho capito l’uscita di Milik. In svantaggio, entra Di Maria, e si toglie un colpitore di testa? Non a caso sarà proprio Di Maria a servire i cross che hanno propiziato le uniche occasioni della ripresa. Non so cosa sia successo a Cuadrado, che non ha saputo sfruttare spazi e palloni ricevuti, non riuscendo mai a saltare l’uomo e a chiudere le sue azioni in maniera positiva. 

Da Paredes sarebbe lecito aspettarsi di più. Ma in generale a parte il primo quarto d’ora, forse venti minuti, si è vista tanta confusione e poca lucidità. Tanti palloni sbagliati, l’incapacità di capire quando tirare e quando insistere con la ricerca dell’azione manovrata, senza peraltro avere le qualità che sia PSG una settimana fa, che il Benfica stasera, hanno dimostrato di avere.

 Champions, futuro seriamente complicato

 Il Maccabi ha resistito un tempo al PSG: ora Paris e Benfica hanno 6 punti, Juve e Maccabi 0. I portoghesi arriveranno tranquillamente a quota 9. Un punteggio che la Juventus può eguagliare ma solo andando a vincere a Lisbona, o in casa con il PSG. Imprese che alla luce di quanto si è visto finora, sembrano (per carità, spero che non lo siano) fuori portata. Senza contare che i portoghesi possono far punti anche contro Mbappè e compagni. Per quello che contano le parole, penso che Allegri abbia fatto molto male a sostenere che questa partita non fosse fondamentale. Ora che tutti lo hanno capito, potrebbe essere troppo tardi. 

Le assenze pesano, non è questa la Juventus che era stata ipotizzata. Ma questa è la realtà e sia in campionato che in Champions si sono creati i presupposti per un’altra stagione in tono minore. Il furto subito da arbitro e VAR con la Salernitana, ingiustificabile nemmeno con la prestazione opaca, che non c’entra con gli errori arbitrali, tanto per essere chiari, ha collocato la Juve nelle retrovie, con davanti troppe squadre. Oggi come oggi, sembra difficile anche piazzarsi tra le prime quattro e guadagnare la prossima partecipazione alla Champions. Naturalmente in campionato il tempo per recuperare potrebbe esserci, come l’esperienza della scorsa stagione insegna. Ma per una Juve come questa, sarà comunque molto difficile.

 Benfica, bestia nera degli juventini

Confermata la tradizione negativa nelle sfide tra Juve e Benfica, dal lontano precedente della semifinale di Coppa Campioni contro Eusebio & C., a stasera. Benfica vincente 5 volte su 7, e contro la Juve di Conte venne ad eliminarla dalla semifinale di Europa League.

La Juventus ha perso il 71% degli incontri contro il Benfica (5 su 7), La notte nera si evince dai 19 tiri dei lusitani, era dal 2013 (con Bayern) che la Juve non ne subiva tanti in una partita in casa della Champions, che la vede perdere tre gare di fila, come non capitava dalle edizioni 1968 (le due col Benfica di cui si parlava prima: 2-0 a Lisbona, 1-0 a Torino) e 1972 (1-0 a Marsiglia con l’Olimpique, poi rimontato con il 3-0 a Torino), quando si giocava la Coppa Campioni a cui erano ammesse solo le vincenti dello scudetto. Da tre partite incassa due gol a gara: non succedeva dal 2013.

 Juventus-Benfica 1-2

   JUVENTUS: Perin; Cuadrado (13′ st De Sciglio), Bremer, Bonucci, Danilo; McKennie, Paredes, Miretti (13′ st Di Maria), Kostic (25′ st Kean); Milik (25′ st Fagioli), Vlahovic. A disp. Pinsoglio, Garofani, Gatti, Rugani, Soulè, Barbieri. Allenatore: Allegri.

BENFICA: Vlachodimos; Bah, A. Silva, Otamendi, Grimaldo; Fernandez (36′ st Aursnes), Florentino; Neres (36′ st Chinquinho), Rafa Silva (42′ st Gonçalves), Joao Mario (41′ st Draxler); Gonçalo Ramos (36′ st Musa). A disp. Leite, Gilberto, Pinho, Ristic, Brooks, Araujo, Bernardo. Allenatore: Schmidt.

ARBITRO: Zwayer (Germania).

MARCATORI: 4′ pt Milik (J) 43′ pt Joao Mario (B, su rig.), 10′ st Neres (B)

NOTE: Ammoniti: Miretti, Perin, Danilo (J); Bah, Joao Mario, Paredes, Florentino (B). Recupero: 4′ pt, 4′ st. 

Leandro De Sanctis

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