Rabiot e i “colpi” fasulli che nessuno smaschera prima…

Quando la Juventus inseguiva Rabiot, ero scettico. Quando ha ingaggiato Rabiot, a quelle cifre, lo ero ancora di più, pensando che le energie si sarebbero spese meglio con altri giocatori. Rabiot raramente ha inciso negli anni della sua permanenza al Paris Saint Germain e per due volte è entrato in conflitto per via del contratto e finendo anche fuori rosa. La storia insegna che chi si comporta in un certo modo, con il club che l’ha cresciuto soprattutto, probabilmente ripeterà la modalità con le altre società in cui andrà.
Non mi ero quindi unito al coro che lo ha accolto in maniera entusiastica. Quando poi ha iniziato a giocare, purtroppo non ho potuto che acuire il malumore e verificare che effettivamente Rabiot non era assolutamente un giocatore da Juventus. Ricordo non più di un tiro in porta pericoloso, ricordo molte palle perse, contrasti fiacchi, passaggi indietro o laterali che avrebbe fatto anche un bambino. Forse un paio di spunti sulle fasce.
Altri nuovi giocatori hanno faticato ad inserirsi, da Ramsey a de Ligt, ma poi hanno anche dato segnali incoraggianti di crescita e soprattutto l’olandese dopo le prime partite francamente deludenti e allarmanti, sembrava aver cambiato strada e sarebbe una follia privarsene dopo aver bruciato la concorrenza. E’ giovane, talentuoso, sarà a lungo un ottimo difensore e quando avrà riacquistato le sue certezze, anche un difensore capace di segnare.
Ecco, soffermiamoci sulla parola talento, sul suo significato. Ha talento chi ha la capacità innata di fare qualcosa. Ora sfido chiunque a dimostrare che, quando ha giocato nella Juventus, Rabiot abbia dimostrato capacità innata in qualcosa. La lunga permanenza al PSG non lo ha fatto entrare mel cuore della squadra e dei tifosi, la Nazionale francese prima di ripudiarlo ha avuto bisogno di lui solo in sei partite in due anni. Un motivo ci sarà. Neanche a dire che sopperisce con la grinta. In poche parole, confido nelle ambizioni sue e materne (ambizioni che spesso, in assenza di talento, si coniugano con la presunzione) e nella voglia di spendere dei club della Premier League che in qualche modo appaiono interessati a lui. Perché nel calcio qualcuno che resta con il cerino in mano si trova sempre. Mi auguro insomma che Rabiot non sia più nella rosa della Juventus.
Senza fare paragoni, ma Bernardeschi, spesso anche ingiustamente criticato dalle frange meno pazienti della tifoseria, ha già dimostrato di essere molto più bravo, duttile e utile del francese. E con la voglia di stare nel club bianconero.

Più onestà di giudizio, meno “colpi”

Il discorso su Rabiot può comunque estendersi. Leggevo ieri sulla Gazzetta dello Sport, un articolo di Luca Calamai sul tema del giorno. Il titolo era: Eriksen, Ibra, Rabiot, Lozano. Da acquisti top a precari d’oro.
A parte Ibra, che ha un’età e che ha dimostrato ampiamente il suo valore e che in poche partite era riuscito a far lievitare il rendimento e l’entusiasmo della squadra, come sono stati accolti tutti gli altri? Possibile che per i giornali ogni acquisto sia un “colpo”? La storia del calcio è piena di sòle, i “colpi” sono decisamente inferiori. I tifosi, la maggior parte dei tifosi, non sono stupidi: hanno tempo e voglia di informarsi, guardare partite, seguire giocatori anche negli altri campionati. Bisognerebbe pensare che io tifoso mi sento preso in giro se, quando la mia squadra ingaggia un giocatore normale, l’acquisto è definito un “colpo” anche se non lo è.
C’è confusione tra chi sceglie i giocatori. L’Inter ha dato la caccia a Eriksen come panacea dei suoi problemi, poi Conte lo ha fatto giocare con il contagocce. Il Napoli ha speso per Lozano, salvo poi riscoprire che Milik era più continuo e affidabile.
Al punto in cui siamo purtroppo sprofondati, calcio e giornali intendo, forse pagherebbe più una maggiore onestà di giudizio, per riallacciare un filo di fiducia con sportivi e tifosi. Non si dovrebbe aver timore di mostrare la propria competenza. Illustrando e motivando, non insultando o denigrando naturalmente. E le bugie degli allenatori andrebbero commentate, chiosate. Perché se un tecnico è contento, tanto per restare sul tema di partenza, di quanto ha mostrato Rabiot in campo, forse è meglio che cambi mestiere o società. Sempre che non sia obbligato a far giocare certi giocatori anche se sono scarsi o inutili. Sto parlando della Juventus, che per definizione non può accontentarsi della mediocrità.

Leandro De Sanctis

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