Mahjabin, pallavolista afghana decapitata dai talebani

Mahjabin, pallavolista afghana decapitata dai talebani. Lo ha rivelato l’ex ct della Nazionale italiana (e prima della nazionale della Finlandia) Mauro Berruto.
Ha scritto Mauro in un tweet poi ripreso da tutti i social: “Guardatela come se fosse vostra figlia: Mahjabin è stata decapitata, perché Hazara e perché giocava a pallavolo senza hijab. Questo è oggi l’#Afghanistan. Abbiamo persone lì che sono cadaveri ambulanti. Fermiamo questo genocidio con i #corridoiumanitari o ne saremo responsabili”.
E a chi dubitava della notizia ha ribadito: “Io posso dirle (purtroppo) con certezza personale che questa ragazza è stata brutalmente uccisa. L’assassinio non è di oggi, probabilmente è successo in agosto, quando ancora Kabul non era stata presa, ma è stato nascosto a lungo dalla famiglia, minacciata di ritorsioni dai talebani. È il motivo per cui io sono entrato in contatto diretto con alcune sue compagne” Mahjabin aveva 18 anni e lavorava come poliziotta. Giocava nella squadra del Kabul Municipality Volleyball Club e faceva parte della nazionale giovanile afghana.

“Le donne non devono fare sport, specie in pubblico”


Induce a sorrisi amari che il signor Ahmadullah Wasiq possa avere il ruolo di vicepresidente della Commissione Culturale (culturale?) e sostenere che alle donne è vietato fare sport, perché non è necessario per le donne fare attività sportiva -come ha riportato il Corriere della Sera.it – in particolare in pubblico»). Perciò molte sportive afghane hanno tentato di scappare all’estero e chi non c’è riuscito ha provato a nascondersi. Le calciatrici di Herat sono riuscite ad arrivare in Italia, Zakia Khudadadi era fuggita a Tokyo diventando la prima atleta afghana a competere alle Paralimpiadi.

Non è una novità fino a che punto arriva la crudeltà religiosamente folle dei talebani, l’ortodossia religiosa che non accetta la libertà delle donne, delle ragazze, è stata raccontata in tanti romanzi e tanti film che hanno acceso i riflettori su situazioni vissute purtroppo in troppi Paesi, purtroppo sempre con una precisa religione. Ma il problema non è certo l’islamismo in sé, quanto la violenza con cui branchi di ignoranti che vivono seguendo regole disumane e agli antipodi della civiltà e del mondo contemporaneo. Le religioni, la loro interpretazione cieca e irragionevole, sono alla base di molti conflitti.
Da sempre giungevano le terrificanti notizie di ragazze e ragazzi uccisi perché giocavano, perché facevano sport. Guai poi se a fare sport, a voler andare a scuola, sono le ragazze.
Non si possono definire bestie sanguinarie questi talebani, perché sarebbe un’offesa per gli animali, che non si comportano così e uccidono solo seguendo le leggi della natura e della sopravvivenza.
Inutile predicare dialogo, comprensione, mediazioni politiche con gente del genere. Le armi della politica ci sarebbero, ci sarebbero state, ma sono state soppiantate dalle leggi del mercato e dell’economia. La legge del dollaro, dei maledetti soldi che tutto il resto fanno dimenticare.
Fanno rabbia gli appelli, ben altre sono le risposte che il mondo “civilizzato” avrebbe dovuto dare. E nessuno, Italia inclusa, può chiamarsi fuori. Le persone con un’anima e un cuore si chiedono come sia possibile continuare a tollerare tutto questo, ma chi aveva il potere di decidere non ha deciso, visto che fu il presidente americano Trump a firmare l’accordo senza condizioni per il ritiro delle truppe Usa dall’Afghanistan. Né il successore Biden, a parte versare qualche lacrima tardiva, ha saputo, potuto o voluto fare qualcosa di diverso.
Non ci si può nascondere dietro la nostra fortuna di essere nati lontano da quei guerrieri senz’anima e cervello, codardi soggiogati dall’ideologia religiosa. Il mondo è uno schifo ed è difficile convivere con la realtà, ogni volta che notizie del genere vengono a scovarci, a ricordare che la coscienza non nasce con noi, ma va coltivata e custodita con i fatti. E chi ha il potere di decidere qualcosa di umano, ha il dovere di decidere, di non subire vigliaccamente la follia talebana, perché questa violenza e la sottocultura che vuole imporre con il terrore, riguardano tutti, anche il mondo cosiddetto civilizzato. Ma è utopia sperare che per una volta, su una cosa, si possa essere d’accordo. Se non tutti, almeno molti. Quelli che contano e hanno il potere di agire, con ogni mezzo.

Leandro De Sanctis

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