Il migliore dei mondi | Recensione

Il migliore dei mondi | Recensione.
Se pensate che gli universi paralleli debbano essere per forza come raccontati dal sopravvalutato e caotico film Oscar, Everything, everywhere, all at once, Maccio Capatonda con il suo ultimo film, Il migliore dei mondi, vi dimostra al contrario quanto possano essere tematica semplice e tutt’altro che caotica, riscoprendo la lentezza di tempi andati. Il corto circuito temporale nasce quando una ragazza conosciuta alla festa di compleanno, Viola Rossi (Martina Gatti), porta un vecchio e obsoleto modem 56 k a riparare nel negozio dei fratelli Ennio (Maccio) e Alfredo Storto (Pietro Sermonti).
Ennio Storto vive in maniera ipertecnologica e iper connessa, non fa un passo senza il supporto di una app e perfino quando esce con una donna, ovviamente conosciuta su una app di incontri, non deve superare il 40% di gradimento, in modo che non gli piaccia troppo da indurlo a rivederla.
Navigatore, sensori parcheggio, sveglia, musica per casa diretta da Alexa: tutto sa di tecnologia anti rischio contatti umani per Ennio Storto. Ma quando infila la prese del modem 56k, per magico mistero si ritrova in un mondo parallelo rimasto al 1999, quando il temutissimo Millennium bug, fece interrompere la corsa tecnologica.
Con il suo stile perciò, Maccio Capatonda-Ennio Storto, si trova a vivere facendo i conti con tutte le certezze che non ha più, un traumatico viaggio a ritroso nel tempo (non a caso l’omaggio a Ritorno al futuro e a Marty McFly è sentito) in cui mancava tutto ciò che è arrivato dopo. Agli algoritmi spersonalizzanti spariti, bisogna sostituire i vecchi modi, gli inviti a cena per conoscere una ragazza, i rapporti umani senza supporti tecnologici di conoscenza. Naturalmente le gag si susseguono, nello stile di Maccio, e sia pure oltre i confini dell’assurdo, centrano il bersaglio e divertono. Il ritmo non sarà quello di un classico film d’autore, ma il messaggio arriva ed è una riflessione opportuna.
Un film garbato e divertente, con qualche trovata e battuta decisamente buona (a partire da…Stefano Lavori/Steve Jobs, intrepretato da Tomas Arana) che piacerà agli estimatori di Maccio Capatonda, che proprio negli anni cancellati tecnologicamente dal bug, grazie al web, ha visto iniziare la sua popolarità poi lievitata dopo la partecipazione alla trasmissione comica Lol, su Prime Video che mostra il film nel suo catalogo per gli abbonati e che strappa a Maccio citazioni (apparse a qualcuno eccessive).
Si può osservare che Ennio Storto dà un colpo al cerchio e uno alla botte, adattandosi anche al mondo privo di tecnologia ma scegliendo per amore di tornare al punto di partenza.
E’ chiaro che la cinematografia di Maccio è figlia dello stile comico con cui si è imposto, ma le tematiche che sceglie per le sue parodie risultano sempre interessanti e intelligenti, genuine nella loro semplicità.
Il migliore dei mondi oltre a mettere in mostra Martina Gatti, consente una volta di più di apprezzare l’irresistibile vena comica di Pietro Sermonti, autentico mattatore di ogni opera in cui lavora. Simpaticamente divertente nel suo essere assurdo e sopra le righe, eppure capace di apparire al tempo stesso credibile e genuino. Notevole a parole e con la sua…disgestia.


Da Viol@ a Viola

Non so se sia un riferimento voluto, ma io ce l’ho visto. Nel 1998 Donatella Maiorca diresse un film che forse fu il primo italiano dedicato al mondo di internet e alle sue trappole. Si chiamava Viol@ ed era interpretato da Stefania Rocca. La voce del personaggio internet era quella del compianto Ennio Fantastichini. Nel cast anche Rolando Ravello, Neri Marcorè, Stefano Rota, Rosanna Mortara e Maddalena Crippa. E’ solo casuale che il personaggio femminile de Il migliore dei mondi si chiami Viola? O è un omaggio per cinefili di quell’opera per certi versi anticipatrice delle trappole di internet?

Il migliore dei mondi

IL MIGLIORE DEI MONDI – Italia, 2023. Durata: 102′. Su Prime Amazon
Regia: Maccio Capatonda, Danilo Carlani, Alessio Dogana,
Interpreti: Maccio Capatonda, Martina Gatti, Pietro Sermonti, Tomas Arana.

Leandro De Sanctis

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