ROMA Il Comune di Roma mette al bando il cinema e lo sport

Lo schermo in piazza San Cosimato, a Roma

Il Comune di Roma mette al bando il cinema e lo sport. Il sindaco Virginia Raggi, nonostante sia stato eletto con la più ampia percentuale di consensi (67%), sta facendo di tutto per far pentire molti di coloro che l’hanno votata Come peraltro capitò agli elettori di molti suoi predecessori. E per mettere in guardia i potenziali elettori M5S della prossima tornata nazionale.
Avvolti da un teorico velo di equità, gli attuali governanti  di Roma Capitale stanno facendo terra bruciata in vari settori, anche della vita sportiva e culturale di questa città. Dall’ippodromo di Capannelle alla Maratona di Roma, dallo Stadio Flaminio allo sfratto del cinema America da Piazza San Cosimato c’è un comune denominatore: l’insensibilità civile e culturale con cui si distruggono realtà che altri hanno fatto funzionare.

In teoria tutto sarebbe giustificato dalla volontà di rendere più legale ogni cosa, con la messa a bando di ogni attività. In realtà se i bandi hanno tempi lunghissimi e sono poi confezionati in modo da togliere la patria potestà a chi le manifestazioni le ha prese dal nulla, le ha inventate e fatte crescere investendo idee, soldi, tempo ed energie per arrivare a vestirle di credibilità, di trasparente e legale resta ben poco. Diventa solo una procedura per togliere e assegnare a nuovi soggetti più graditi. Una specie di esproprio.

Ma non basta. Il fenomeno della messa a bando richiede tempi lunghissimi, in contrasto con la vita che continua, con l’esistenza stessa, che so, di un ippodromo o di una maratona. I tempi della politica, che una volta di più ribadisce il suo distacco dai cittadini e dal loro sentire, non si accordano con il fluire naturale delle cose. Lo Stadio Flaminio, ad esempio, è diventato isola degradata sotto altri sindaci, ma nonostante le promesse, sotto la gestione Raggi la situazione è peggiorata, se possibile. In una delle storiche e rare strutture sportive della Capitale, albergano oggi violenza e soprusi, con uno stadio di calcio che nel cuore cittadino è diventato un dormitorio ricettacolo di sporcizia, illegalità e degrado. Mentre si mette al bando il progetto di riqualificazione, gli anni passano (quanti ce ne vorranno per liberare e resuscitare il Flaminio?) e nello stadio ci si muore perfino.

L’Arena del cinema America in Piazza San Cosimato

Restando all’episodio dello sfratto dell’Arena cinematografica di Piazza San Cosimato, invero squallido per l’immagine di una Roma decadente e decaduta, dire che si è rimasti sconcertati non rende l’idea. Per quattro anni, in estate, attori, registi, sono andati in piazza a presentare e raccontare i loro film proiettati.
Attori, registi, personaggi dello spettacolo che ora sono insorti facendo fronte unico, senza distinzioni politiche, contro la decisione e contro le assurde parole pronunciate da chi la cultura dovrebbe promuoverla e difenderla.
A gettare benzina sul fuoco e a far capire in che razza di mani può finire perfino una Capitale è stata infatti Gemma Guerrini, consigliere del Movimento Cinque Stelle che (non so con che criterio sia stata stata scelta a giudicare da ciò che pensa del cinema), ricopre il ruolo di vicepresidente della commissione cultura (!). che in un lungo post da lei pubblicato su Facebook, ha scritto tra l’altro:

“Manifestazioni simili sono funzionali alla propaganda del partito politico che le sostiene, in questo caso di quel Pd maestro nella manipolazione del consenso, che ormai da decenni utilizza la spettacolarizzazione e la feticizzazione della cultura come arma di distrazione di massa. Personalmente non so rispondere alla domanda di cosa ci sia di così altamente culturale nella riedizione di vecchi film”

E ha parlato di feticismo ( https://it.wikipedia.org/wiki/Feticismo )
citando “la reiterata visione, giorno dopo giorno, di vecchi film”.

La prima cosa che mi è venuta in mente è stata la più ovvia: come può avere l’incarico di vicepresidente della Commissione cultura del Comune di Roma un individuo che ragiona in questo modo e non prova vergogna, imbarazzo o disagio a far conoscere la sua opinione riguardo il cinema, materia di sua competenza, almeno in teoria. Mi ha fatto tornare in mente un altro “illuminato” politico, che si espresse in modo sconcertante e inadeguato negli anni della chiusura del cinema Metropolitan (altra pagina scandalosa di questa città). Il Metropolitan offriva una programmazione in lingua originale con sottotitoli ed era diventato un punto di riferimento e di incontro culturale per stranieri, italiani desiderosi di ascoltare i film come concepiti e girati, e non udenti che grazie ai sottotitoli avevano modo di vivere l’esperienza cinematografica. Intervenendo ad una delle manifestazioni contro la chiusura, quel personaggio non trovò di meglio che affermare che, si, beh, insomma, i doppiatori italiani sono i migliori del mondo. Dunque se il cinema chiudeva non era poi un danno irreparabile. Ignoro quali doppiatori di altri Paesi conoscesse quel soggetto, per poter applicare un metro di paragone a vantaggio dei doppiatori italiani. Per tacer di altre considerazioni asull’arretratezza e la pigrizia culturale del cinespettatore italiano.

Nelle pieghe della vicenda, a giustificare lo sfratto del cinema America (a sua volta sfrattato anni fa dalla sua sede di via Natale del Grande) dalla piazza trasteverina alle periferie* è stata portato a sostegno la denuncia di una ventina (una ventina! su migliaia di residenti) di persone disturbate e infastidite dai film. A parte il fatto che le proiezioni non avvenivano nel cuore della notte, trovo ci sia una grande differenza tra i decibel in uscita dallo schermo e, ad esempio, il volume stratosferico delle discoteche che tengono svegli molti romani anche a chilometri di distanza e nel cuore della notte, fino all’alba. Per non parlare dei feticisti della pizza e delle cene, che schiamazzano in ogni angolo della città, centrale e non, senza che si possa fare nulla. Però il cinema dà fastidio, come la musica del Primo Maggio (ma non quella dei locali notturni dell’area del Foro Italico ad esempio). Insomma, forse per il concetto di disturbo della quiete pubblica notturna varia a seconda di chi sono i residenti.

https://www.vistodalbasso.it/2015/08/16/roma-da-alemanno-marino-la-musica-tiene-svegli-nel-cuore-della-notte/

Da un personaggio pubblico con l’etichetta della cultura appiccicata sul biglietto da visita, come la signora Guerrini, mi sarei aspettato piuttosto l’elogio di un gruppo di giovani che ha combattuto per non far morire definitivamente un’idea di cinema e di cultura, un nome che per i romani ha significato qualcosa. Ecco, ad esempio: la capacità e la voglia di non arrendersi all’ingiustizia sono tra gli elementi culturali che il cinema ha insegnato, assolvendo un ruolo che quasi mai le istituzioni contemplano. Lo capiranno mai i feticisti dell’ignoranza?

Il Centro e le periferie
*Altro rimando: il sindaco Marino chiese se non si poteva portare la Maratona nelle periferie. Beh certo, le migliaia di maratoneti che ogni anno vengono a Roma sarebbero stati felici di andare a correre a Tor Bella Monaca e dintorni, piuttosto che in via del Corso o Piazza di Spagna, magari fermandosi a pagare la tassa di passaggio ai clan locali, come avviene alla Romanina (fonte: La Repubblica). Ma non ditelo al ministro Minniti, secondo il quale a Roma regna la legalità e non esistono zone franche sottratte alle leggi dello Stato, ci mancherebbe altro.
Il centro di Londra ha lo stesso fascino delle periferie londinesi? Il centro di Parigi offre la stessa accoglienza di Belleville? E Roma, che aveva un centro storico che il mondo ci invidia, deve sfrattare tutti in periferia? E raggiungerla, nelle notti d’estate, con l’efficacissima rete di bus a scartamento ridotto (manca personale, i mezzi vanno a fuoco e si rompono. La Metro? A mezzanotte è chiusa e in certe periferie non ci arriva…) con passeggeri costretti alla Sardinia Cup, dove Sardinia non sta per la meravigliosa isola ma per sardine, strette l’una contro l’altra, finchè scippatore non le separi.

http://www.lastampa.it/2018/02/12/edizioni/roma/i-ragazzi-del-piccolo-cinema-america-dicono-addio-a-piazza-san-cosimato-e-vanno-in-periferia-rF9V3jMaEuOix2F7UgLvyI/pagina.html

http://roma.repubblica.it/cronaca/2018/02/12/news/cinema_america_tre_arene_periferia-188684346/?refresh_ce

http://www.affaritaliani.it/roma/il-cinema-america-trasloca-in-periferia-no-a-censura-lasciamo-san-cosimato-524295.html

http://roma.repubblica.it/cronaca/2018/02/01/news/bando_per_piazza_san_cosimato_la_rivolta_di_attori_e_regista-187802903/

http://roma.corriere.it/notizie/cronaca/18_febbraio_09/piazza-san-cosimato-ragazzi-piccolo-america-querelano-bergamo-8827c9ba-0da2-11e8-a5e0-1af35ea26b79.shtml

Leandro De Sanctis

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