Pechino 2022 | Con Wierer e Ghiotto, bronzi che eguagliano PyeongChang

Il collega Fausto Narducci, che ha seguito nove Olimpiadi per la Gazzetta dello sport, scrive per noi di Pechino 2022. Ogni giorno il pagellone dell’Olimpiade Invernale. Da 10 a 1 un voto per tutte (o quasi) le discipline in programma, un modo diverso e divertente per rileggere la giornata olimpica.

La settima giornata ha portato altri due bronzi: con dieci podi abbiamo già eguagliato PyeongChang 2018.


DIECI: un bronzo e mezzo per Dorothea

In alto i cuori. Dorothea Wierer, una delle donne copertina del nostro sport che spopola anche sui social italiani e tedeschi, ha vinto il primo bronzo olimpico individuale nella sprint che fa base anche per l’inseguimento di domenica. Un bronzo e mezzo quindi. Finora la Wierer aveva solo due bronzi a squadre e il difficile inizio di stagione aveva creato qualche allarme. Allarme rilanciato a Pechino dalla brutta 15 km dopo una buona frazione frazione nella staffetta mista. Si era capito, però, che la Doro nazionale, pur in difficoltà nel fondo, stava mettendo a posto il tiro e ieri l’altoatesina di Anterselva ha compiuto il miracolo: zero errori nelle due sessioni al tiro, quella in piedi strepitosa anche per velocità di esecuzione. A quel punto abbiamo cominciato crederci, anche se l’oro della norvegese Marte Roeiseland (anche lei esente da errori al tiro) era fuori portata. Quando l’azzurra ha tagliato il traguardo è cominciata la conta delle avversarie e alla fine solo la svedese Elvira Oeberg, sorella d’arte, l’ha scavalcata. E’ arrivato così il bronzo della svolta nella più bella gara olimpica di Dorothea che ora sarà in posizione privilegiata per l’inseguimento di domenica quando è atteso, però, un freddo polare. Le due gare che l’attendono – inseguimento e partenza in linea – le ha già vinte ai Mondiali. Perché non sognare. Spiace per i 4 errori al primo poligono per Lisa Vittozzi, che sembra soffrire sempre di più la rivalità con la compagna azzurra.

https://www.eurosport.it/biathlon/pechino-2022/2022/olimpiadi-invernali-dorothea-wierer-con-la-mitragliatrice-bronzo-e-un-poligono-da-22-secondi_vid1629127/video.shtml

Davide Ghiotto, bronzo a Pechino 2022, Foto CONI
Davide Ghiotto, bronzo a Pechino 2022, Foto CONI

NOVE: Il ghiaccio è Ghiotto di medaglie

Il pattinaggio di velocità che non ti aspetti, una piccola miniera in vista di Milano-Cortina. Dopo l’argento di Francesca Lollobrigida nei 3000 il bottino dello speed skating si arricchisce nei 10.000 del bronzo di Davide Ghiotto che replica quello ancora più inatteso di Nicola Tumolero (qui assente per infortunio) a PyeongChang 2018. Il 28enne veneto di Altavilla Vicentina un pensierino al podio, in base ai risultati della stagione, l’aveva fatto, ma erano in pochi a crederci veramente. Invece nonostante un leggero calo finale è arrivato il record italiano di 12’45”98 che lo ha collocato alle spalle del compagno di gara, lo svedese Nils Van Der Poel e l’olandese Patrick Roest (autore di un fantastico finale) che aveva pattinato in precedenza. Un podio virtuale che poteva essere infranto solo dall’ultima batteria. Attimi di autentica emozione: l’ultima serie non ha cambiato la parte alta della classifica ed è partita la festa. Nella mass start Francesca Lollobrigida e Andrea Giovannini potrebbero arricchire ancora il nostro bottino e dimostrare che l’Italia della pista lunga non si è ferma alle tre medaglie di Enrico Fabris a Torino 2006. Anche perché oggi va registrato anche l’ottimo nono posto di Michele Malfatti. Ora la squadra italiana, a debita distanza dall’Olanda, è una delle potenze della pista lunga. Sullo sfondo resta la guerra fra Van der Poel e i dominatori olandesi accusati di alterare le condizioni del ghiaccio olimpico a loro beneficio: “Io la chiamo corruzione” ha detto van der Poel dopo aver vinto i 5000 ma intanto ha continuato a vincere.

OTTO: Arianna rimanda l’appuntamento con la storia

Niente da fare per Arianna Fontana. L’appuntamento con l’undicesima medaglia olimpica che le avrebbe permesso di scavalcare Stefania Belmondo nei plurimedagliati azzurra è rimandato ai 1500 metri, ultima sua gara in programma insieme alla finale B della staffetta. La regina azzurra, entrata fra le 5 finaliste dei 1000, in un momento già difficile della gara Arianna è stata coinvolta in una caduta per la quale si è abbattuta su di lei la squalifica per aver chiuso la cinese. “Non è colpa mia, ma accetto la decisione”, ha detto alla fine sconsolata. Caduta anche l’americana Kristen Santos protagonista di un sorpasso spericolato. Il titolo, come da pronostico, è andato all’olandese Suzanne Schulting che aveva già vinto a PyeongChang ed è la vera dominatrice della rassegna.
Strepitosa anche la squadra maschile che ha conquistato agevolmente la finale e mercoledì sarà fra le 5 che si giocheranno la medaglia con coreani, russi, canadesi e cinesi. Guarda caso è stata avanzata la Cina che era stata eliminata in semifinale. Torna comunque al vertice lo short track maschile che tante soddisfazioni ci ha dato in passato.

Sette: consoliamoci con Gut e Gisin

Lara GutBerhami è una vicina di casa ingombrante: bella, un po’ altezzosa, sposata con un giocatore famoso e a volte un po’ viziata. E’ però uno dei grandi personaggi dello sci, spinta e attesa dai media di tutto il mondo, che finora per una serie di circostanze non aveva vinto l’oro olimpico. La ticinese con il suo italiano forbito e il suo stile di vita così poco alpino…, può piacere o non piacere ma bisogna ammettere che di carattere ne ha. Insomma l’oro del superG, che si aggiunge al bronzo in gigante sempre a Pechino e al bronzo in discesa a Sochi 2014, è il coronamento di una carriera formidabile, esplosa a livello juniores e continuata con due titoli iridati (e otto medaglie) una coppa del Mondo generale e una di superG. Dopo i due ori dei Mondiali di Cortina mancava la chicca che è arrivata oggi su una pista assurda, ingiusta, penalizzante per le sue avversarie. Ma se vince la Gut, cioè la migliore, cosa vuoi dire? Stupisce l’argento dell’austriaca Mirjam Puchner, il bronzo di Michelle Gisin (olimpionica in combinata 2018 che vive a Riva del Garda con l’azzurro De Aliprandini) è un premio alla carriera. Ma il resto ha qualcosa di stonato: la polispecialista Ester Ledecka (quinta) e la superdelusa di Pechino Michela Shiffrin (nona) meritavano di più. Delle italiane parleremo a parte.


SEI. A Discovery è di casa la competenza

Sufficienza piena ai telecronisti di Discovery, ascoltabili in streaming o sulle frequenze di Eurosport sulle piattaforme Sky e Dazn. Preparazione tecnica ai massimi livelli, competenza storica, passione vera per la disciplina che sono chiamati a seguire e approfondimenti a 360 grandi su tutti i partecipanti e non solo sugli italiani. Ci apre il cuore scoprire che ci siano ragazzi (accanto ai veterani ci sono anche colleghi giovani) che resistono alle lusinghe degli sport maggiori per specializzarsi nelle discipline olimpiche senza perdere di vista la professionalità del commento. Non ci piacciono i teatrini e l’incompetenza: chi vuole intendere, intenda.

CINQUE: la Brignone battuta solo dal tracciato

Che voto vuoi mettere a una leader azzurra che scia alla perfezione, non sbaglia niente e si ritrova con il settimo posto nella gara in cui era favorita? Optiamo per il cinque anche se Federica Brignone, argento in gigante, ha tutte le ragioni per protestare. Il SuperG brevissimo con un piano finale che ha penalizzato le sciatrici più tecniche è qualcosa che non si può vedere in un programma olimpico e ha falsato (Gut a parte) tutto l’ordine d’arrivo del superG. Brignone ha sciato alla perfezione, ha scelto le curve giuste e ha accarezzato i dossi in scioltezza ma poi è affondata sul “piatto” finale. I 66 centesimi di svantaggio e il 7° posto non corrispondono alla sua gara e mortificano la sua stagione, per il resto da incorniciare. Ora avrà poche chance in discesa e si concentrerà sulla coppa del Mondo ma pare non aver voglia di perdere altri quattro anni per inseguire l’oro olimpico che le manca a Milano-Cortina. Discorso analogo per la Curtoni (ottavo posto) che meritava di più. Male la Bassino 17° posto e la Marsaglia 22°. Una giornata azzurra da dimenticare nello sci alpino ma peggio di così è difficile.


QUATTRO: Lo skeleton deve attendere

Ci si aspettava sicuramente di più da Valentina Margaglio, volto nuovo e inaspettato di una disciplina antica come lo skeleton. In base ai risultati di coppa del Mondo si puntava addirittura a una medaglia ma la ragazza che porta in picchiata la sua vistosa capigliatura black è solo 16esima dopo le prime due run e i sogni di gloria sono già sfumati. Il primo sport a portarci l’oro olimpico invernale con Nino Bibbia (St Moritz ’48) attende ancora il suo erede.

TRE: Non basta dire che il fondo affonda

Il fondo affonda. Avete già letto questo gioco di parole ma non riusciamo a farne a meno per descrivere quello che succede attorno a Federico Pellegrino, che giustamente ha deciso di allenarsi fuori di casa. Dell’Italia che dominava il mondo negli Anni 90 a livello tecnico e metodologico non rimane quasi più niente. I piazzamenti della 15 km, dal 18° posto di De Fabiani al 52° di Rastelli, non sono neanche da commentare ma fanno meditare in funzione staffetta e gara a coppie. Intanto il norvegese Klaebo, in una gara non sua, si è dovuto accontentare del bronzo dopo una buona partenza. Oro al finnico Iivo Niakanen che ha riscattato l’oro fallito dalla sorella Kerttu nella 10 km per soli 4 decimi. Argento al russo Alexander Bolshunov.


DUE: ridateci il curling vincente

Per ora il risveglio è brusco e traumatico. Dopo la serie ininterrotta di vittorie in coppia, sono arrivate due sconfitte per la squadra maschile di curling. Dopo la Gran Bretagna è il k.o. con la Svezia, due delle squadre favorite per il titolo, ma domani mattina la vittoria è d’obbligo con i più malleabili cinesi.

UNO: sono minorenne, posso doparmi

La privacy e i cavilli regolamentari possono davvero avere il sopravvento sull’etica e sulla giustizia sportiva? Parrebbe proprio di sì a giudicare da quello che sta succedendo attorno alla russa Kamila Valieva, la cui accertata positività è coperta dalla sua giovane età (15 anni). In pratica anche se è acclarato l’uso della trimetazidina e le verrà tolto il titolo nazionale, a pagare saranno solo i “maggiorenni” del suo staff che se ne prenderanno la responsabilità. Sub iudice il titolo della Russia nella gara a squadre ma l’autrice del primo salto quadruplo della storia dovrebbe partecipare regolarmente martedì alla gara individuale anche perché Il Comitato Olimpico Russo (questo è vero) non è stato avvertito in tempo per sostituirla.

Leandro De Sanctis

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