VOLLEY Premio Milita 2014 a Cristofani, riconoscimenti speciali a Bonitta, Tofoli e Paolucci

Le foto sono gentilmente concesse da Marika Torcivia /Fipav Lazio

Il tempo scorre in fretta, il Premio Milita è già arrivato alla tredicesima edizione, trofeo che la pallavolo del Lazio assegna ogni
anno per ricordare la figura di un personaggio che è stato per molti e
per l’intero movimento della regione, un punto di riferimento tecnico ed
umano di primissimo piano. Lo hanno ricordato gli amici che l’ hanno
conosciuto bene nella giornata in cui, presso la sede del Circolo
Canottieri Aniene, si è celebrato il suo ricordo assegnando premi
significativi, con un palmares di primissimo piano. La Fipav Lazio,
presieduta da Andrea Burlandi (”I mondiali sono stati una grande
occasione per veicolare i valori che il nostro sport sa esprimere”),
insieme con il presidente federale Carlo Magri, Luciano Cecchi (”Il
mondiale è stato un grande successo, tecnico ed organizzativo”), il
presidente del COL Roma dei Mondiali, Andrea Scozzese (”Orgoglioso di
aver preso parte ad un evento così importante. Sono stati il miglior
viatico per spingere il sogno olimpico di Roma 20124”), il presidente della Fipav Roma, Claudio Martinelli, il presidente
della giuria Jacopo Volpi, ha creato l’occasione per alimentare
sentimenti di riconoscenza e gratitudine.

Non sono cresciuto nel mondo della pallavolo, da esterno osservatore ogni volta che penso a Pietro Milita, mi si materializza dinanzi agli occhi il factotum che compariva anche durante le partite, sotto la rete, a sistemare l’asticella, a mettere una pezza dove serviva, a risolvere i piccoli e grandi problemi che fanno parte di una partita di pallavolo. L’immancabile saluto, il puntuale sorriso, quando ci si incontrava poi nei corridoi del Palazzetto dello Sport.

I nomi onorati con il Premio sono importanti, gente che ha fatto
realmente la storia del volley, non solo di Roma e del Lazio. Il Premio
Milita 2014 è andato a Luca Cristofani, freschissimo papà, tecnico
vincitore di due scudetti giovanili con il VolleyRò ed approdato alla
Nazionale giovanile. Poi i premi speciali. Nell’anno del trionfo emotivo
e mediatico delle azzurre ai Mondiali, il ct Marco Bonitta è stato il
destinatario del riconoscimento obbligato al fenomeno dell’anno
pallavolistico. Poi un grandissimo azzurro del passato, Paolo Tofoli,
che ora fa l’allenatore e che ha condotto il Tuscania dalla B alla serie
A2. Trattenuto a Perugia dal suo tecnico Nikola Grbic per l’allenamento
quotidiano della Sir Perugia, Adriano Paolucci, a qui è andato l’altro
premio speciale. Adriano 14 anni fa vinse lo scudetto nel ruolo di
secondo palleggiatore della Piaggio Roma, alle spalle proprio di Tofoli,
e non più tardi del maggio scorso ha condotto il Perugia fino alla
finale scudetto. Premio Lazio a Lidia Calò, che ha dedicato la sua vita
all’insegnamento ed ai suoi ragazzi della pallavolo, cresciuti poi bene
anche come cittadini, come ha orgogliosamente ricordato.

Hanno detto 

Bonitta: “Al Mondiale tutti insieme, creata una vera squadra”
Marco Bonitta:  “Ringrazio tutti, mi sono emozionato nel sentir raccontare il ricordo
di questo amico che io non ho avuto il piacere di conoscere. La
vicinanza delle persone appassionate di pallavolo credo che abbia
contribuito e dato tanto alla nostra Nazionale. Abbiamo creato una vera
squadra, con il giusto spirito e senso di appartenenza, ora dobbiamo
aggiungere qualcosa dal punto di vista tecnico. Questa mentalità che si è
venuta a creare, che in parte è vincente, lo deve diventare in maniera
totale, perché questa è una squadra che può ancora dare tanto”.

Tofoli: “Sogno di allenare la Roma in SuperLega”
 
Paolo Tofoli:  “Tuscania è una realtà che può ancora crescere, ora siamo riusciti ad
arrivare in A2. Giochiamo a Montefiascone. La zona del viterbese è una zona fertile, e il mio
obiettivo è quello di creare una vera e propria cultura pallavolistica,
ci vorrà del tempo ma spero di riuscire a portare la pallavolo ad alto
livello nel Lazio. Lo scudetto del 2000 a Roma è stato indimenticabile: il record di pubblico al PalaEur, tutta la gente che sventolava le bandierine verdeblu. Sono ricordi davvero belli. Se dovessi confessare un sogno, ecco, mi piacerebbe che Roma tornasse ai massimi livelli con un club. E mi piacerebbe che fossi io ad allenarla. Ho iniziato la mia carriera in panchina a Pesaro con le donne, ora lavoro con grande umiltà cercando di insegnare educazione, diciplina e rispetto verso l’avversario ai miei ragazzi. La differenza tra allenare gli uomini e allenare le donne sta nell’approccio alla psicologia femminile”.

Cristofani: “Ora vivo il sogno azzurro, poi la A1 con Roma?”

Luca Cristofani: “Un allenatore può fare tutto, sia con i giovani che con naazionali o club di livello. Forse per allenare i giovani ci vuole una predisposizione. Serve un po’ più di pazienza, bisogna entrare nei panni di queste atlete che ancora
non sanno quello realmente che vogliono. Bisogna guidarle piano piano.
Volleyrò sta facendo qualcosa di incredibile, si sta strutturando sempre
meglio e possiamo dare ancora di più, non solo a livello di risultato: è
una società che oggi dà l’esempio in Italia. Abbiamo dei numeri enormi: 35 scuole, 600 iscritte,
monitoriamo almeno 3000 bambini e sono numeri che fanno paura. Al
momento non è indispensabile fare necessariamente una prima squadra di
riferimento. Sicuramente Roma ne ha bisogno, che poi Volleyrò la debba
fare da protagonista, questo si vedrà. Spero, da romano,
in tempi molto brevi perché manca una pallavolo di riferimento. Per
arrivare qui ci vogliono tanti anni, ho avuto vari esempi da seguire.
Penso di fare il mio lavoro con passione e qualche volta questa passione
porta ad ottenere dei buoni risultati. Sogni? Ne ho tanti, sicuramente quello di fare la Serie A1 a Roma. Ma ora vivo il sogno di
guidare la Nazionale Juniores verso livelli importanti con l’aiuto di
Marco Bonitta.”

Lidia Calò: “Vedo tanti miei alunni presenti qui oggi: hanno dimostrato che dalla
scuola possono uscire dei ragazzi non solo bravi, ma anche dei piccoli
campioni, che possono dare un apporto importante allo sport. Loro sono
un esempio. Ho dedicato tantissimo a loro, finché non
mi hanno fatto vicepreside. La cosa più bella che posso dire è che a loro serviva la pallavolo per
diventare dei bravi cittadini, nella vita e nella società. Questo è
l’augurio che può fare una docente agli studenti sportivi. Purtroppo
oggi mancano le strutture e i docenti che spingano a fare queste cose.
Devo ringraziare Gian Casoni, un grande personaggio di Roma, che era un
appassionato di pallavolo. Quando lui decise di ripartire con la
pallavolo si presentò da me al Liceo Virgilio e mi propose, visto che la
mia squadra ai Giochi della Gioventù era molto forte, di fare la
Società Sportiva Lazio e Liceo Virgilio. Iniziammo così e questi ragazzi
ebbero una certa fortuna, arrivando anche in Serie A”.

Leandro De Sanctis

Torna in alto