CINEMA Gone girl (L’amore bugiardo)

GONE GIRL (L’amore bugiardo). Regia: David Fincher. Interpreti: Ben Affleck, Rosamund Pike, Neil Patrick Harris, Carrie Coon, Tyler Parris, Kim Dickens.

* visto in edizione originale inglese, con sottotitoli in italiano

I film di David Fincher difficilmente passano inosservati. Storie forti, articolate ma non complicate. Meccanismi a volte sofisticati che s’intrecciano. Questo Gone Girl, ovvero la ragazza che se n’è andata, è un avvincente puzzle di un matrimonio che sullo schermo inizia con una scomparsa, nel giorno dell’anniversario. Dire di più, raccontare, più che un  esercizio di stile è una crudeltà, un tiro mancino allo spettatore e non voglio accodarmi alle firme dei professionisti della disinformazione cinematografica rivelando cose che si scoprono strada facendo. Il percorso tracciato da Fincher è fatto di ipotesi, retroscena, apparenze che si svelano ma non a tutti. E mentre le scene da un matrimonio prendono forma nel gioco di verità e finzione, i media trovano il modo di fare la loro degna figura, fotografando la misera e terribilmente deleteria rappresentazione di una realtà che diventa fiction. E cammina su binari di comodo scaturiti dal cinismo senza valori di una certa tv, dove ciò che sembra e appare conta più della verità e della sostanza. Bandiere che sventolano spinte nella direzione voluta dalle leggi dell’audience e della stupidità, al di qua e al di là dello schermo. Sono stato in dubbio a lungo se scrivere di questo film, perchè ogni parola è un disturbo alla visione.
 Dà da pensare, fa scattare l’allerta in quella giostra di rapporti umani, intimi, matrimoniali ma non necessariamente. Un nuovo capitolo della “guerra” tra uomini e donne, prima ancora che mariti e mogli. La rappresentazione, cruda come spesso Fincher ama essere nei suoi film, quanto mai attuale dello scollamento tra realtà e apparenza, che rischia di diventare vera anche quando è solo artificio e inganno, abilmente programmato e messo in scena in quella terra del sospetto e del dubbio, dove ogni ipotesi è verosimile e dove l’innocenza assoluta può scomparire e non si salva nessuno.
Storia privata, un thriller matrimoniale, che diventa spunto per riflessione più estesa, con elementi pirandelliani e psicanalitici istruttivi e che fa dire a qualche giovane: Ho capito una cosa, meglio non sposarsi…

https://www.vistodalbasso.it/2013/07/11/cinema-come-non-si-scrive-una-recensione/ 

Leandro De Sanctis

Torna in alto