CALCIO Fuori dagli Europei ma fieri dell’Italia del Conte

Dopo la Champions League, gli Europei, dopo il Bayern la Germania. Per chi durante la stagione scorsa ha tifato Juve i tedeschi sono stati il tabù dell’anno. In comune le due eliminazioni hanno avuto quella sottile e realistica sensazione di aver perso una grande occasione, proprio in considerazione del valore del Bayern prima e ora di questa Germania campione del Mondo e “domata” dall’Italia. A scanso di fraintendimenti, l’Italia è fuori dagli Europei ma c’è da esser fieri di questa Nazionale di Conte. La squadra ha dato tutto ciò che aveva da dare, è sempre stata concentrata applicando con dedizione le disposizioni tattiche predisposte dal ct, e spesso quando qualcuno ha commesso errori aveva immediatamente la forza di rimediare (vedi Florenzi che si fa soffiar palla e poi di tacco si rende protagonista di uno spettacolare salvataggio sulla porta).
Nessuno deve accampare alibi, ma ricordare in che condizioni di emergenza la Nazionale di Conte è arrivata agli Europei, e quanto ha perduto strada facendo, è doveroso per rendere ancora meglio la bravura di chi è andato in campo, oltre i propri limiti ma sempre con tanta voglia di farcela, credendoci.
Diciamo sempre che l’Italia non ha ricambi di talenti. Conte ha perso le sue due stelle del centrocampo prima di arrivare in Francia: Marchisio e Verratti. Poi ha perso anche De Rossi, rinato dopo lo scialbo campionato con la Roma (ma su di lui, quando indossa la maglia azzurra, si può sempre contare) e come se non bastasse la freccia di fascia destra Candreva. Si è arrivati a rimpiangere perfino il lento Thiago Motta visto in Francia, fuori anche lui. Per non parlare del fardello delle ammonizioni.

Rileggete la formazione dell’Italia, è evidente che la squadra è stata superiore alle qualità dei singoli. Anche con la Germania la prova in difesa è stata strepitosa, avessimo avuto anche solo un Candreva in più…
Capitolo rigori. Non si può dare la croce a Darmian perchè in realtà la qualificazione si è persa prima, quando l’Italia non ha saputo concretizzare il vantaggio e chiudere la serie regolare dei cinque rigori. Italia caso mai tradita dagli attaccanti, per i quali segnare un rigore non dovrebbe essere un’impresa, anche se è vero che Zaza ha tirato a freddo (e che il ct avrebbe potuto farlo giocare almeno 5 minuti… Ma sarà stato questo il motivo di quell’assurda danza dei passettini che lasciava presagire il peggio?).

Esagerato il tiro alle stelle di Zaza (fatto entrare proprio in vista degli imminenti rigori), irritante l’errore di Pellè che si è permesso anche di fare lo sbruffone irridendo Neuer mimando il gesto del cucchiaio e poi tirato abbondantemente fuori, nemmeno prendendo lo specchio della porta, fuguraccia cosmica e imperitura.
Sensazioni davanti al video applicando la egge di Murphy relativa al tifoso: un giocatore viene schierato allo scadere per battere poi un rigore e lo sbaglia (Zaza). Un giocatore che ha già segnato il rigore nella partita regolamentare poi avrà problemi a calciarne un secondo e spesso lo sbaglia (Bonucci). Chi fa lo sbruffone con il portiere, poi paga facendosi parare il rigore o sbagliandolo di suo (Pellè).

Detto questo, l’Italia di Conte e Buffon, l’Italia dei Giaccherini, della super difesa bianconera (Chiellini, Bonucci, Barzagli), l’Italia che ha unito napoletani e juventini, romanisti e laziali, merita l’applauso incondizionato. Da Conte che se ne va al Chelsea a Ventura che arriva, spero che lo spirito di queste settimane non vada perduto.

Leandro De Sanctis

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