Educazione Fisica, la sconcertante disinvoltura dell’ignoranza

Educazione Fisica, la sconcertante disinvoltura dell’ignoranza.
Visto dal basso.it inizia ad ospitare i testi del professor Attilio Lombardozzi, interventi di notevole interessi soprattutto sul mondo dello sport, della scuola e della società, che troppo spesso dimostra di non capire nulla della valenza dell’attività motoria, non necessariamente sportiva, nell’ambito dei provcessi di crescita e di formazione, dei bambini e dei ragazzo.

di Attilio Lombardozzi

La sconcertante disinvoltura con cui il Dott. Guido Bertolaso (in questo caso dottor significa proprio medico) ha bollato l’Educazione fisica definendola “attività didattica non fondamentale” ha provocato giuste reazioni da parte degli insegnanti. Risentimenti che non possono cadere nel vuoto ma meritano quanto meno di essere considerati come stimolo per riflessioni sul significato stesso della disciplina. La maldestra “uscita” del medico Bertolaso deriva dalla opinione, purtroppo molto diffusa, che l’Educazione fisica giustifichi la ragion d’essere nei programmi scolastici nella lotta alla sedentarietà, all’obesità e più in generale ad una visione salutistica della disciplina.

Se così fosse si potrebbe quasi giustificare l’espressione del personaggio senonché la scuola, cioè l’Educazione fisica, ha compiti ben più nobili di quelli che lui immagina e che riduce alla concezione di “corpo oggetto”. Buona cosa quindi sarebbe stata per Lui non addentrarsi in argomenti completamente estranei alle sue conoscenze, d’altra parte di maldestre ingerenze nel mondo dell’Educazione fisica ne provengono anche da ambienti non lontani che la disciplina dovrebbero quanto meno valorizzarla.

L’indirizzo igienico-sanitario ha caratterizzato per più di un secolo l’Educazione fisica in Italia e probabilmente non si può ancora dire con certezza che sia definitivamente superato proprio perché le tendenze più attuali sono poco divulgate sia per ciò che riguarda gli obiettivi che per le relative metodologie della didattica. Le cause della scarsa diffusione dei modelli culturali a cui rifarsi sono ripetutamente denunciati ma ogni occasione è buona per ribadirle. Ancora una volta quindi è necessario denunciare la completa evanescenza delle strutture che hanno organizzato e gestito l’Educazione fisica in un passato nemmeno molto lontano: l’Ispettorato Centrale, il Centro Didattico e gli ISEF.

Educazione Fisica, ogni Paese l’interpreta a modo suo

L’Educazione fisica, giova ribadirlo, è interpretata in maniera diversa nelle varie nazioni, risente delle diverse culture per cui i suoi obiettivi possono variare non solo in funzione dei luoghi ma anche dei tempi. In Italia la sua evoluzione trova difficoltà a essere recepita sul piano teorico e ancor più ovviamente nella trasformazione degli enunciati in applicazioni pratiche. In ogni caso però deve essere chiaro che l’attività che caratterizza l’unità didattica deve sempre essere coerente con due presupposti: il primo di carattere filosofico, il secondo di carattere scientifico.
Il presupposto filosofico stabilisce il perché si svolge una determinata attività; nella teoria dell’Educazione fisica la risposta si trova tra i “fini”. Le basi scientifiche invece derivano dal concorso in maniera integrata delle scienze umanistiche, quelle biologiche e quelle fisiche in maniera tale da poter definire con certezza l’Educazione fisica disciplina a carattere interdisciplinare. Gli insegnanti non devono fare un grosso sforzo per individuare il fine dell’Educazione fisica moderna giacché coincide perfettamente con quello della istituzione scolastica che sinteticamente si può indicare nella “formazione integrale della personalità dei giovani sia nella dimensione individuale che in prospettiva sociale”.
Per la realizzazione del progetto formativo è guida sicura il riferimento ai principi della psicologia umanistica che esaltano qualità “distintamente umane” come la scelta, la creatività, la valutazione e l’autorealizzazione in opposizione al modo di intendere l’uomo in termini meccanicistici e riduzionistici. Queste semplici indicazioni stimolano l’insegnante a proporre nella lezione attività ad esse corrispondenti che trovano, da un punto di vista metodologico il rifiuto totale dell’esercizio ripetitivo e il ricorso all’interazionismo sociale ed ambientale.
Poter discutere di argomenti vitali per l’insegnamento e gli insegnanti sarebbe necessario e auspicabile ma finché non sarà possibile ci sarà sempre qualche personaggio anche vicino al mondo dell’Educazione fisica che ci “onorerà” del suo sapere!

Attilio Lombardozzi, la scheda

ATTILIO LOMBARDOZZI, nato ad Avezzano (AQ) il 23-1-1940
Studi superiori
Laurea in Pedagogia, con il massimo dei voti, presso la Facoltà di Magistero
dell’Università La Sapienza di Roma, con tesi dal titolo “Il metodo non-direttivo
nell’Educazione Fisica e Sportiva”
Diploma ISEF Statale di Roma
Laurea in Scienze dell’Educazione Fisica e dello Sport, conseguita presso
l’Università Nazionale e Capodistriaca di Atene
Specializzazione in Scienze dell’Educazione conseguita con i corsi per insegnanti
diretti dal Prof. R. Zavalloni, presso la facoltà di Magistero dell’Università La Sapienza
di Roma
Incarichi professionali
Consigliere Tecnico Comitato Regionale CONI Lazio nel quadriennio 2004-2008
Consigliere Tecnico Comitato Regionale FIPAV Lazio nel quadriennio 2004-
2008
Collaboratore per l’Educazione Fisica della Commissione per gli scambi Culturali
fra l’Italia e gli USA (Italian Fulbright Commission)
Componente del Settore Tecnico Nazionale della FIPAV nell’anno 1988
Componente del Centro Studi e Ricerche della FIPAV negli anni 1989-90
Responsabile nazionale del Settore Scuola della FIPAV nell’anno 1989
Responsabile del Centro di Qualificazione Nazionale Settore Allenatori dall’anno
1989 al 1999
Commissario straordinario della Commissione Nazionale Allenatori nelle stagioni
agonistiche 1993 – 1996
Direttore dei corsi nazionali per allenatori FIPAV dal 1988 al 1998
Responsabile Tecnico della Rappresentativa Nazionale di Lega di serie B
nell’incontro internazionale Italia-All-Star del 21/12/83
Componente della Commissione Nazionale UISP – Scuola negli anni 1997-98-99
Consulente della Scuola Regionale dello Sport del Lazio
Presidente della Commissione Tecnica Regionale del Lazio della Federazione
Pugilistica Italiana
Delegato Provinciale di Roma della Federazione Pugilistica Italiana
Componente del Comitato Tecnico-Scientifico della FIPAV nell’anno 2003

Leandro De Sanctis

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