Udinese-Juventus 0-1 | Dybala condanna la Juve alla Conference

Udinese-Juventus 0-1 | Dybala condanna la Juve alla Conference.
Il fato del calcio si diverte, non meno che l’umano destino, a scrivere copioni spesso beffardi. Cominciano quindi dai punti focali disegnati per l’ultima giornata del campionato di Serie A più bislacco e falsato della storia (solo lo scudetto del Napoli può considerarsi al di sopra di tutto, spettacolarmente vero e meritato.
1 ) L’ex juventino Paulo Dybala, lasciato andar via perché considerato fuori dal progetto della società, che si svenò per Vlahovic e per l’ingaggio di Pogba, ha firmato nel primo minuto di recupero la condanna alla Conference. Un verdetto siglato su calcio di rigore che ha sancito la rimonta giallorossa, dopo che lo Spezia si era illuso andando in vantaggio dopo soli 6 minuti.
2) Esclusa dalla zona Champions per i 10 punti di penalizzazione, la Juventus non è nemmeno in Europa League per un punto. In realtà sarebbero due i punti, perché in caso di arrivo alla pari con la Roma, i giallorossi avrebbero goduto dei confronti diretti. Due punti quindi, quelli che Dybala ha regalato alla Roma con il suo rigore (mirabilmente eseguito) a tempo scaduto, due come i punti che il clamoroso errore di arbitro e VAR tolsero alla Juventus nella partita con la Salernitana, che con Milik si era vinta, ma che si concluse in parità per l’annullamento irregolare del gol. Nessuno si accorse che c’era un giocatore dei campani che teneva in gioco.
3) Senza farla troppo lunga e andare troppo indietro nell’esercizio inutile dei se e dei ma, sarebbero bastati perfino due pareggi invece che le due ultime sconfitte, a Empoli e col MIlan. A Empoli il crollo dopo aver saputo del meno 10, col Milan in una gara che di conseguenza la Juventus pensava di dover vincere a tutti i costi.

Udinese-Juventus 0-1
La Conference, se Ceferin non si vendica

Alla fine dunque, non è servito il gol di Chiesa e la vittoria di misura a Udine per dare alla Juventus la partecipazione all’Europa League, secondo torneo europeo dopo la Champions e prima della Conference League, con cui l’Uefa ha opportunamente ripristinato il trittico di un tempo (Coppa Campioni, Coppa Uefa, Coppa delle Coppe) quando l’ Europa era più stretta e ci si andava per merito e non per far fare soldi alla Uefa e in parte ai club. Juventus in Conference League dunque, la manifestazione vinta un anno fa dalla Roma , la Coppa che la Fiorentina contenderà al West Ham mercoledì prossimo.
Sempre che mister Ceferin, boss della Uefa, non voglia estendere il suo potere alla vendetta personale, escludendo d’imperio la Juventus dalla coppa. Come se le penalizzazioni subite in Italia non fossero state già una punizione pesante a livello economico, non certo per la cifra della multa quanto per gli introiti da cui la squadra è stata esclusa togliendole il terzo posto acquisito sul campo, con 73 punti, uno meno della Lazio, uno più dell’Inter, tre più del Milan. Ovvero le altre tre squadre che disputeranno la Champions League insieme con il Napoli. Le campagne denigratorie contro Allegri dimenticano la storia di questa società e non considerano le tremende condizioni in cui la squadra, e dunque Allegri, è stato costretto a lavorare, E gli errori sono stati fatti dalla società, dalla vecchia dirigenza, non certo da Allegri. Chi strepita contro Allegri, dimentica la nuova situazione economica, dimentica i patemi e i settimi posti quando fu giubilato Ranieri dopo il ritorno in serie A. Dimentica che questa squadra resa così imperfetta anche da tutte le piccole e grandi sciagure vissute quest’anno, aveva saputo resistere al secondo posto fino al crollo della seconda penalizzazione.

Udinese-Juventus 0-1
Un lampo di Chiesa

L’ultima partita della stagione bianconera ha riservato un sorriso amaro. Dopo la traversa colpita di testa da Bonucci nel primo tempo, il gol di Chiesa ha fruttato i tre punti, in virtù dell’ingresso di Iling al posto dello spento Kostic. Molto bella l’azione della rete: Iling a Locatelli che in area si gira, cambia direzione e serve Chiesa, abile a trovare il gol nell’angolo lontano.
Per il resto, anche contro un’Udinese molto rimaneggiata e molto giovane, non si è visto molto. Lentezza, errori tecnici. Ma anche tanto cuore e questo va sottolineato. Il bilancio finale parla dunque di terzo posto sul campo, eliminazione al primo turno di Champions, semifinali raggiunte in Europa League e in Coppa Italia. Ma sarebbe davvero disonesto non tenere conto delle condizioni psicologiche in cui la squadra ha dovuto giocare per via del valzer di penalizzazioni (ventilate, date, tolte, riapplicate con comunicazione pochi minuti prima di una partita decisiva: come dire, offende anche il modo). Oltre a tutto ciò, le lunghe assenze per infortunio di molti giocatori (Pogba non c’è mai stato), il lento ritorno alla normalità di altri (Chiesa soprattutto). Tutte cose di cui si è già disquisito tante volte.
Ora il bilancio imporrà sacrifici: andrà via Rabiot, andrà via Di Maria, probabilmente dovrà essere sacrificato Vlahovic e magari nemmeno Milik verrà riscattato. Altri sono in bilico ma anche chi era dato per sicuro partente (Cuadrado, Alex Sandro), alla luce della nuova situazione nelle coppe, potrebbe invece restare. Miretti in prestito per farlo giocare con continuità. Sarà una campagna acquisti-cessioni particolarmente impegnativa, con un centrocampo e forse anche integralmente un attacco da riformare, se Vlahovic sarà ceduto.

Udinese-Juventus 0-1

Marcatore: Chiesa 68′ (J)

Udinese Silvestri, Abankwah (59′ Cocetta), Perez, Guessand (dal 80′ Buta); Pereyra, Samardzic, Walace (48′ Arslan), Lovric, Udogie; Thauvin (dal 80′ Semedo); Beto (dal 79′ Nestorovski). A disp. Padelli, Piana, Ulineia, Centis, Russo, Bassi, Castagnaviz. Allenatore: Sottil. 

Juventus: Szczesny; Gatti, Bonucci (Rugani 94′), Danilo; Cuadrado, Miretti (62′ Di Maria), Locatelli, Rabiot, Kostic (46′ Iling Jr); Chiesa (78′ Paredes), Milik (79′ Kean). A disp. Pinsoglio, Perin, Alex Sandro, Barbieri, Riccio, Sersanti. Allenatore: Allegri.

Arbitro: Guida (sez. Torre Annunziata)

VAR: Abisso

Ammoniti: Gatti 39′ (J), Paredes 88′ (J), Arslan 88′ (U), Nestorovski 89′ (U), Sottil 93′ (U).


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Leandro De Sanctis

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