Il vizio della speranza | Recensione

Il vizio della speranza, presentato al Festival di Roma due anni fa e ora sulla piattaforma Sky, è un dramma potente eppure minimale. La dimostrazione di come si possa riuscire a far nascere un fiore dalla spazzatura, una gemma tra i rifiuti, un lampo di speranza anche in una terra che si direbbe dimenticata da Dio, tra esseri ormai poco umani e senza speranza.
Girato a Castel Volturno, Il vizio della speranza è una di quelle opere nelle quali il paesaggio, le location, diventano protagoniste e personaggi del dramma. Cielo perennemente livido, plumbeo, piedi che affondano nell’acqua e nella fanghiglia, una giostra dismessa a ribadire la decadenza e l’assenza di gioia. Si vive in una discarica a cielo aperto.
Maria, sempre accompagnata dal suo cane, mantiene la bizzarra famiglia aiutando uno squallido e spietato personaggio, interpretato da Marina Confalone. Eroinomane, fa affari con gli uteri in affitto di nigeriane costrette, per mantenersi in vita, a prostituirsi e a far figli, destinati a chi non può averli ma li desidera e se li compra.
Maria (Pina Turco) le traghetta sul fiume Volturno, accompagnandole da un triste destino all’altro.
Sofferenze senza soluzione di continuità, donne che hanno perso ogni briciolo di umanità, direttamente o indirettamente protagoniste della dissoluzione del concetto umano, prima ancora della libertà, della compassione, dell’empatia.
Figli che vanno, figli che vengono, con le splendide musiche e canzoni di Enzo Avitabile che elevano il tutto aggiungendo potenza alla storia, sia che canti in dialetto napoletano, che sottolineino lo scorrere delle immagini con le sue inconfondibili note di chitarra. Bellissima e dolente il brano composto per il film, “‘A speranza
Quando Maria scopre di essere incinta e quasi fuori tempo massimo per abortire, si ritroverà diversa e cambiata nella sua essenza, anche se mettere al mondo un figlio per lei significherà morire, glielo hanno detto e ribadito i medici.
Un cambiamento che determina ribellione e presa di coscienza quasi inconsapevole, che detterà le sue azioni. Un film coraggioso, come la protagonista, un film dove l’uomo è l’unico personaggio umano, come dice Maria, anche lui vittima di un passato ingiusto che ha cancellato la sua identità emarginandolo.
Molto bello, poetico si, il finale sulla spiaggia di questo viaggio della speranza di Maria, nome non casuale. Quella mano protettiva che dolcemente rimbocca le coperte.

Il vizio della speranza, la scheda

IL VIZIO DELLA SPERANZA – Italia 2018. Regia: Edoardo De Angelis. Interpreti: Pina Turco, Massimiliano Rossi, Marina Confalone, Cristina Donadio, Marcello Romolo. Musiche: Enzo Avitabile. Durata: 90 minuti. Sky Atlantic. Lingue: italiano e napoletano.

Candidature e premi

David di Donatello 2019: miglior attrice non protagonista Marina Confalone. Candidature: Pina Turco, Enzo Avitabile. Nastri d’argento 2019: Marina Confalone, Carmine Guarino (scenografia) Enzo Avitabile (colonna sonora). Candidature: Pina Turco, al regista Edoardo De Angelis, Umberto Contarello e Edoardo De Angelis (sceneggiatura), Vincenzo Urselli (sonoro in presa diretta), “‘A speranza” di Enzo Avitabile canzone originale. Ciak d’oro Marina Confalone. Festival del Cinema di Roma, Premio BNL del pubblico. Festival di Tokyo: miglior regista Edoardo De Angelis, miglior attrice Pina Turco. Candidato nella cinquina italiana per gli Oscar 2020.

Il trailer

Enzo Avitabile “‘A speranza”

Leandro De Sanctis

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