CINEMA Juliet, naked

Juliet, naked La locandina dl film

JULIET, NAKED . Regia: Jesse Peretz. Interpreti: Rose Byrne, Ethan Hawke, Chris O’ Dowd, Ayoola Smart, Lily Brazier. Tratto dal romando di Nick Hornby. * visto in edizione originale inglese con sottotitoli in italiano.

Juliet, naked. I romanzi di Nick Hornby sembrano legati da cordoni ombelicali al cinema, ai film che ne sono stati tratti. L’ultimo s’inserisce a pieno titolo tra le opere migliori, perché Juliet, naked è una commedia intelligente, delicata e profonda, nella sua semplicità, sicuramente riuscita. La musica è l’anima del film ma anche un qualcosa che permette di parlare d’altro. D’amore, d’infelicità, di fanatismo, di mancate connessioni amorose che minano la riuscita di molte unioni sentimentali.

Ma anche della capacità di cambiare il corso di una vita, grazie a un episodio, a un incontro, a un album improvvisamente riscoperto. Perché il motore della vicenda è il culto di Duncan (Chris O’Dowd) per il cantante Tucker Crowe (Ethan Hawke), un’ossessione che dopo anni oscura tutto il resto, anche il rapporto con l’incantevole Annie (Rose Byrne), delusa, frustrata, spenta dal mondo che la circonda e la soffoca senza più guizzi.

Tutti i protagonisti danno il meglio e contribuiscono alla riuscita di un film originale, garbato, che sa essere malinconico e divertente, mai banale anche nel modo di raccontare e di calarsi all’interno di una storia.
Se ci si ferma in ambito musicale, si sottolinea come spesso il punto di vista del musicista non necessariamente corrisponda a quello dei suoi fan, con il paradosso che un appassionato può arrivare a contestare l’autore che sminuisce il suo stesso operato. Ma la musica, come altre arti, è così: ognuno aggiunge qualcosa di sé e ogni giudizio è meritevole. Mi è tornato in mente quanto David Gilmour ha dichiarato dell’album dei Pink Floyd Atom heart mother, (link, la splendida suite che dà il titolo: https://www.youtube.com/watch?v=Fku7hi5kI-c).  

In parole povere ha più o meno sostenuto in qualche intervista che l’album è una schifezza. Naturalmente io e altri milioni di ascoltatori lo ritengono invece un album innovativo e fondamentale, semplicemente bello in poche parole. Chiusa la parentesi, è quanto accade nel film, tra il club degli adepti del desaparecido Tucker Crowe e lo stesso artista. L’eterna e semplice verità: è bello ciò che piace, a prescindere da tutto.

Il rapporto tra l’artista e il suo pubblico, in realtà assume un valore secondario rispetto agli aspetti della vita vera e (mal)vissuta dal cantante, con enormi rimpianti e un futuro che può ancora regalare riscoperte e positività, anche grazie all’incontro fortuito, alla scintilla di umana comprensione, che non necessariamente deve trasformarsi in un rapporto classico. Ci sono incontri che sfociano in amori inesauribili, altri che si rivelano fonte di guai, altri ancora che regalano l’occasione di una presa di coscienza e di un cambiamento che nasce dalla (ri)scoperta di sè stessi e delle proprie priorità. In sintesi, Juliet, naked è un bel film e merita la visione. O la riscoperta.

trailer ufficiale
https://www.youtube.com/watch?v=oMjSNkAaABs

trailer italiano
https://www.youtube.com/watch?v=YBDk5TutH08

Nick Hornby
https://it.wikipedia.org/wiki/Nick_Hornby

Leandro De Sanctis

Torna in alto