VOLLEY Molinaroli e il PalaBanca saldi a porte… socchiuse

Di solito sono i tifosi che protestano. Nel calcio è capitato non di rado. La curva contestatrice decide di entrare dieci minuti dopo, di non tifare, di srotolare gli strisconi al contrario. Oppure, come è accaduto lo scorso 23 febbraio in Lazio-Sassuolo, ci si dà appuntamento, si paga il biglietto e si riempie lo stadio per contestare il presidente. Ma questo succede nel calcio. La pallavolo si vanta sempre di essere diversa, per cui in fondo non c’è troppo da stupirsi se anche nella protesta, le cose vanno alla rovescia.
    In occasione della terza semifinale dei play off tra Copra Piacenza e Sir Safety Perugia (che ora sono sul 2-1 per gli emiliani nella serie) il presidente della Copra, Guido Molinaroli ha messo in atto la sua fantasiosa protesta contro la Lega, rea di aver costretto la sua squadra a giocare di sabato e per di più nel pomeriggio. E soprattutto di non avere ascoltato la sua protesta.
    In un primo momento Molinaroli aveva annunciato che non avrebbe messo in vendita alcun biglietto: voleva far giocare la partita a porte chiuse. Poi, quando la Lega gli ha ricordato con un comunicato i regolamenti (si gioca a porte chiuse solo se c’è una squalifica o per motivi di ordine pubblico) e fatto presente che si sarebbe rivalsa per le inevitabili azioni legali riferite ai danni procurati, ha virato sulla proposta della semifinale a prezzo di saldo. Alle porte…socchiuse insomma.
    Posto unico a 20€. Ma per chi decide di assecondare la protesta di Molinaroli ed entrare solo quando ci sarà il primo time out tecnico, ovvero una delle due squadre raggiungerà il 12° punto, biglietto a metà prezzo, solo 10€.
    Lo scopo di Molinaroli era quello di mostrare un PalaBanca deserto o quasi alle telecamere della Rai (ma questo, grazie soprattutto ai tifosi umbri, non è successo). Curioso verificare il pensiero del pubblico piacentino: c’è chi se n’è infischiato e chi ha appoggiato l’idea di Molinaroli, non foss’altro che per risparmiare 10 euro a testa di biglietto. Il volley non ci ha fatto una bella figura: chi ignorava la protesta avrà pensato: poca gente per una semifinale, quanto posti vuoti…!
    Molinaroli aveva scritto una specie di lettera aperta ai tifosi, per spiegare le sue ragioni e convincerli a comprendere e condividere la sua “giusta causa”, tesa se non altro a cambiare le regole nella prossima stagione. Peccato che quando ci sono state le riunioni per varare il regolamento, nessuno (e quindi neppure Molinaroli) ha sollevato obiezioni. 
Ma c’è chi è autorizzato a pensare che questo polverone sia anche un segno della lotta più o meno strisciante che serpeggia tra i club, chiamati a scegliersi a breve un nuovo governo. Di sicuro è un siluro che mina nelle fondamenta l’annunciata riforma in discussione con la Fipav e della quale il rispetto delle regole è un fondamentale punto di partenza.

Leandro De Sanctis

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