Alfredino, perché non ho guardato la serie Tv

Alfredino, perché non ho guardato la serie Tv Sky (diretta da Marco Pontecorvo, con Anna Foglietta, Giacomo Ferrara, Vinicio Marchioni, Francesco Acquaroli, Riccardo De Filippis), sulla tragica vicenda di Vermicino che nel 1981 costò la vita al piccolo Alfredino Rampi. Una vicenda che tenne l’Italia col fiato sospeso per giorni, fra angoscia, trepidazione, rabbia, sconforto. E lacrime, tante lacrime. Alfredino Rampi il 10 giugno del 1981 non aveva ancora compiuto 6 anni. Cadde in un pozzo artesiano, non aveva ancora compiuto sei anni. Inizialmente precipitato a circa 36 metri di profondità, dopo tre giorni e sessanta ore di vani e inadeguati tentativi, il piccolo Alfredino morì, sprofondato nel pozzo fino a 60 metri. La tragedia si trasformò anche in una specie di reality ante litteram. Quando si capì la portata di quel che stava avvenendo, la vicenda di Alfredino divenne la cosa più importante per telegiornali e tv. Si stava ore e ore incollati allo schermo, sperando, trepidando, pregando per un miracolo che non si sarebbe realizzato. E già perché praticamente la Rai fece trasmissione no stop, una diretta senza interruzioni, fino al compiersi della tragedia e non senza sospetti e polemiche, come si seppe in seguito.
Questo in sintesi per dire che non era proprio il caso di rivivere quel dramma con una fiction. E’ vero che chi è nato dopo non visse quegli strazianti momenti. E’ vero che serie Tv e film consentono di scoprire e portare alla gente fatti magari sconosciuti o ingiustizie che meritano di essere raccontate. Ed è vero che dopo quell’evento, nacque la Protezione Civile, per non ripetere quegli errori, per non sprofondare nella disorganizzazione improvvisata. Ma su Alfredino non si può. Mi viene in mente la pubblicità della De Rica, con Gatto Silvestro che si fermava nella sua caccia, esclamando: No, su De Rica non si può!
Ho forti dubbi che chiunque partecipò a quel trauma collettivo, abbia ora avuto voglia di vedere la serie tv su Sky e di rivivere la rappresentazione di quel dramma. La fotografia di un’Italia che improvvisava, incapace di trovare soluzioni, con buona volontà ma senza il conforto di una seria organizzazione.

Il fatto, tra sospetti e polemiche

https://it.wikipedia.org/wiki/Incidente_di_Vermicino

Impressioni di settembre, la polemica

La Pfm ha espresso pubblicamente il suo dissociarsi dalla scelta dell’utilizzo, nella colonna sonora della serie Tv, di Impressioni di settembre. «La musica e il testo del brano rappresentano infatti un inno alla libertà, alla felicità e alla gioia, sentimenti opposti alla tragedia di Vermicino. Alfredino Rampi è un bambino che è rimasto nel cuore di tutti noi, che abbiamo seguito in Tv quella notte terribile. La sua tragica scomparsa ha scosso l’intera Nazione. Per queste ragioni, reputiamo che il brano non sia adatto a quelle immagini di dolore». La PFM è stata avvertita di questa scelta senza potere intervenire, in quanto non ha i diritti di sfruttamento commerciale di “Impressioni di settembre”
La società di produzione Lotus che ha realizzato la miniserie ha risposto (in realtà ad una osservazione che non è stata fatta) chiarendo che «i diritti per l’utilizzo del brano sono stati regolarmente concessi dalla casa discografica e in nessun caso sarebbero state utilizzate delle musiche senza averne l’autorizzazione.
“Alfredino – Una storia italiana” è un progetto realizzato in accordo con il Centro Alfredo Rampi per la Protezione Civile, che per conto della Famiglia Rampi ha visionato e autorizzato gli episodi. Lo scopo di questa produzione come concordato con il Centro Alfredo Rampi, è quello di far conoscere ciò che è successo dopo quei tragici eventi e come, grazie all’impegno e alla determinazione dei genitori di Alfredino e al sodalizio nato proprio a Vermicino tra Franca Rampi e il Presidente della Repubblica Sandro Pertini, si sia gettato il seme per la nascita della Protezione Civile, istituzione su cui tutti gli italiani oggi possono contare. Per quarant’anni il Centro Rampi ha lavorato per la prevenzione di incidenti e per la gestione di piccole e grandi emergenze. L’aver accettato di autorizzare e supportare questa produzione è in linea con il loro impegno profuso in tutti questi anni. Ed è proprio abbracciando il loro obiettivo che abbiamo, mano nella mano con la fondazione Rampi, realizzato questo progetto nel massimo rispetto delle volontà della famiglia».

Franco Mussida e la sincerità della musica

Sulla sua pagina Facebook si è espresso anche Franco Mussida, chitarrista e voce della PFM, nonché autore della musica di Impressioni di settembre (le parole sono di Mogol e Mauro Pagani). Come sempre nei suoi interventi, il musicista va oltre lo spunto iniziale, si pone interrogativi a più ampio respiro e invita alla riflessione.

di Franco Mussida

ALFREDINO E LA SINCERITA’ DELLA MUSICA
Il suono, la Musica in tutte le sue forme, ha un potere di suggestione formidabile. E’ tanto potente che, ad esempio, disgiunta dalle riprese cinematografiche, ci fa vivere esperienze emotive che spesso non hanno nulla a che vedere con ciò che ci raccontano gli occhi. Accade lo stesso per le canzoni. E’ per questo che non sarebbe sbagliato se avessero due titoli. Uno lo dà la storia del brano, la sua elaborazione testuale. L’altro lo dà il clima emotivo in cui la storia si svolge, quello offerto dalla Musica.
La Musica di Samarcanda, di Roberto Vecchioni, avvolge di gioiosità l’ineluttabilità dell’incontro con la morte.
Delilah, mitico brano di Tom Jones, con un valzerino in salsa spagnoleggiante, perfettamente adatto a sottolineare un clima birraiolo all’Oktober Fest di Monaco di Baviera, riveste invece di leggiadria la storia di un omicidio.
Io stesso, con la PFM, ho immaginato quel clima di leggerezza e di spensieratezza che vive nell’arrangiamento del Pescatore, pur essendo la storia di una fuga. La fuga di un assassino a cui una persona semplice, come può esserlo un pescatore, non nega, né il pane, né il vino, l’essenza stessa della sopravvivenza. Ma questa modifica sostanziale del clima fu condivisa ed approvata da Fabrizio De André.
Non è accaduta invece la stessa cosa per Impressioni di Settembre. Qualcuno ha voluto accostare quel brano, all’insaputa mia e della PFM, ad una storia di straziante dolore nazionale. Quella di Alfredino. Il senso generale del brano, il quadro emotivo della Musica e del testo, convergono nel celebrare la meraviglia di un’alba della vita che nasce ed evolve, fino ad esplodere in un sentimento di epicità che racconta di una raggiunta piena libertà senza confini; una sensazione che vive nel racconto melodico-armonico della frase musicale.
La questione mi fa sorgere alcune domande. A prescindere dalla legittimità dell’operazione, mi chiedo: fino a dove intendiamo spingere questa nostra società, in cui le emozioni siamo quasi costretti a ingurgitarle a forza, senza avere il tempo per elaborarle, per assimilarle? Siamo sicuri che la dozzinale logica dello spettacolo di intrattenimento che impone di scioccare la gente con emozioni sempre più forti, per poter dare scosse a cuori sempre più duri e deboli, non finisca per produrre effetti deleteri sulla struttura emotiva della gente? Siamo sicuri che l’insincerità, che la distorsione dei significati emotivi nella comunicazione di massa, associati alla logica delle fake news, non produca un incancrenire di quell’ipocrisia sociale che già oggi induce tanta gente ad abbandonare la speranza di un qualsiasi cambiamento? Quell’accettare tutto ciò che il mercato propone con un’alzata di spalle. Quell’abbandonarsi ad un flusso inarrestabile delle abitudini, ben rappresentato della consueta “pubblicità regresso”. Quell’acconsentire a tutto per sfinimento che, specie per la mia generazione, pare essere lo spirito con cui si accetta la “virtualità del presente”? Certo con il danaro si compra tutto, si possono legittimamente acquisire i diritti di una canzone, di una Musica, cambiarne il senso originario senza consultare chi l’ha immaginata e scritta, per poi darla ad una platea semiaddormentata di telespettatori, offrendo un elettroshock emotivo al fine di mantenere vigile l’attenzione su immagini penose. Tutto legittimo. Ma la sincerità emotiva dell’autore, ed etica, mi viene da dire, non valgono proprio niente? Se c’è una cosa preziosa, un valore importante da riconoscere alla Musica, credo sia appunto l’assoluta sincerità che dimora in lei. La Musica è infatti pura intenzione emotiva, pura immaginazione, pura esperienza affettiva da vivere e da assimilare senza paura. Se mai qualcuno fosse interessato a sapere quanto preziosa sia per me la Musica, lo si potrà ascoltare in una versione live de “Il mondo in una nota” .
Franco Mussida
(* dalla sua pagina Facebook)

https://www.youtube.com/watch?v=zOa5RBYA9Ns
Vermicino, il dramma di Alfredino Rampi, giugno 1981

Leandro De Sanctis

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