CALCIO Real Juventus ancora in corsa

 

Strana notte di Champions League allo Juventus Stadium. Per 51 minuti vediamo una Juventus da stropicciarsi gli occhi, tenere in scacco il Real Madrid con una partita intensa, di grande attenzione e applicazione, da parte di tutti. Per lunghi tratti gli spagnoli non riescono a superare la metà campo. Tiri neanche a parlarne dopo un lampo iniziale di Bale parato da Buffon. La Juve

pressa, anticipa, pensa più velocemente dei blancos (in inedita maglia arancione che fa tanto… Barcellona: nel 1992 quando vinse la Champions battendo in finale la Sampdoria con una punizione di Koeman quasi allo scadere). Con sagacia tattica e pazienza, la squadra di Conte tiene sotto pressione il Real, sfiora il meritatissimo vantaggio con un colpo di testa di Marchisio sventato con la gamba da un super Casillas. Infine, al 42′ passa con un rigore, concesso dall’arbitro inglese Webb per un fallo del francese Varane sul francese Pogba. Netto nella sua dinamica. Tira Vidal, una botta alta sotto la traversa, alla sinistra di Casillas. L’1-0 va stretto ai bianconeri, che nella ripresa ripartono bene. Fino a quando Caceres, autore prima e dopo di una partita generosa e produttiva, firma una autentica follia: un passaggio indietro (l’ennesima sciocchezza da inserire nella collana dei passaggi indietro suicidi, una costante della Juventus di questa stagione, che non spazza mai e che ha il viziaccio di esasperare il concetto del retropassaggio) innesca il micidiale contropiede Real. E per uno come Cristiano Ronaldo, dopo aver ricevuto la palla da Benzema, è fin troppo facile presentarsi davanti a Buffon e batterlo aprendo il piatto destro verso il palo più lontano. Un gol che ha vagamente ricordato il 2-0 di Del Piero alla Germania, nella semifinale dei Mondiali 2006.
Juventus sulle ginocchia, Caceres distrutto. C’è un senso di spaesamento e frustrazione. Il Real prende una traversa con Xabi Alonso, raddoppia con Bale, approfittando di un’altra indecisione della retroguardia juventina. Roba da stendere un gigante, quale è stata la Juventus per quasi un’ora. Ma questa Juve ha sette vite e nessuna voglia di arrendersi.  Superato lo smarrimento per l’1-2 del Real Madrid i bianconeri rientrano in partita, anche se la stanchezza ha iniziato a farsi sentire, appannando idee e muscoli. Ma è proprio Caceres il simbolo di questa Juventus da battaglia. Parte dal suo piede un delizioso cross che beffa il difensore francese Varane (ancora lui, 20 anni e tanto da imparare, anche se Ancelotti scommette sulle sue qualità) che si fa superare non riuscendo ad impedire il colpo di testa di Llorente, preciso, imparabile anche per Casillas. E’ il 2-2 ma la partita non è finita. Benzema si mangia il terzo gol, Tevez lo insegue invano con un tiro da fuori area. 
Finisce in parità, per la prima volta tra Juventus e Real. Dal Parken Stadion arriva la notizia che il colpo di tacco di Braaten è stato decisivo fino alla fine. 

Il Copenaghen ha battuto 1-0 il Galatasaray di Mancini rimescolando le carte del girone. Il risultato è che ora la Juve è ultima, ma anche padrona del proprio destino, se riuscirà a vincere la prossima partita con i danesi in casa e poi a pareggiare a Istanbul (sempre che i turchi non vadano ad espugnare il Bernabeu). Con la vittoria la Juve avrebbe potuto ipotecare gli ottavi, ma avrebbe potuto anche andar peggio senza l’impresa del Copenaghen. E la Juve come dice Conte, è ancora viva.

Leandro De Sanctis

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