Pechino 2022 | Visintin indomito, il bronzo due mesi dopo il trauma

Pechino 2022 | Visintin indomito, il bronzo due mesi dopo il trauma.
Il collega Fausto Narducci, che ha seguito nove Olimpiadi per la Gazzetta dello sport, scrive per noi di Pechino 2022. Ogni giorno il pagellone dell’Olimpiade Invernale. Da 10 a 1 un voto per tutte (o quasi) le discipline in programma, un modo diverso e divertente per rileggere la giornata olimpica.

La sesta giornata ha portato l’ottavo podio con lo snowboard Omar Visintin e ora il bottino di 10 medaglie di Pyeong Chang è ancora più vicino.


DIECI: non è mai tardi per Visintin

Omar Visintin era stato il punto di riferimento dello snowboard maschile nelle ultime Olimpiadi, sempre annunciato come possibile sorpresa e poi sempre costretto ad accontentarsi di piazzamenti di retroguardia. Con le sue otto vittorie in coppa del Mondo però non avevamo mai perso la speranza, anche quando lo scorso dicembre un infortunio gli aveva procurato una commozione cerebrale e l’intervento di un elicottero, mettendo in dubbio la sua stessa partecipazione olimpica. A 31 anni l’altoatesino ha tirato fuori gli artigli e, turno dopo turno, ha conquistato la finale con un’autorevolezza sconosciuta. Qui però veniva il difficile perché l’austriaco Alessandro Haemmerle e il canadese Eliot Grondin erano presumibilmente fuori portata e bisognava giocarsi tutto con l’altro austriaco Julian Lueftner. L’azzurro ha preferito la partenza lenta, è rimasto dietro ma all’ultima curva ha piazzato il sorpasso decisivo rendendo vana la rimonta di Lueftner. Un bronzo eccezionale, cercato con tutte le forze, che ci ripaga (parzialmente) dall’uscita di scena di Michela Moioli. Peccato invece per il più giovane e aggressivo Tommaso Leoni che nella semifinale in coppia con Visintin ha perso l’attimo fuggente e in finale è stato attardato da una caduta, conquistando comunque l’ottavo posto. Il record mondiale del programma corto è stato l’antipasto dello strepitoso libero che l’ha portato alla vittoria.

Pattinaggio velocità | La Lollobrigida ai piedi del podio (con il record italiano)

NOVE: Quarto posto che vale per la Lollobrigida

Record italiano (6’51”76) sotto la soglia psicologia dei 7 minuti e miglioramento personale di 13”: non si poteva chiedere di più del quarto posto a Francesca Lollobrigida nei 5000. Un’impresa che tecnicamente va messa sullo stesso piano del bronzo olimpico dei 3000 metri per la romana che era entrata col settimo tempo ed esce con un piazzamento ai piedi del podio dopo essere rimasta a lungo quinta. L’azzurra è partita forte e ha tenuto fino alla fine, anche se la leader olandese Irene Schouten ha presto messo in cassaforte l’oro togliendo il record olimpico dopo vent’anni alla grande assente tedesca Claudia Pechstein. Ha scavalcato così la canadese Isabelle Weidemann e la ceca Martina Sablikova (capace di vincere anche un bronzo europeo nel ciclismo) che avevano pattinato nelle serie precedenti. Ora Francesca è pronta per la mass start in cui ha un conto olimpico da regolare…

OTTO: Padre e figlio d’oro a distanza di 34 anni

Entra nella storia la vittoria in combinata dell’austriaco Johannes Strolz sul favorito norvegese Aamodt Kilde e sul canadese Crawford. Johannes, unico slalomista sul podio con due discesisti, imita il padre Hubert, campione 34 anni fa a Nagano: una famiglia di fenomeni. Una bella impresa anche quella del norvegese Kilde, dominatore della Coppa del Mondo, che non disputava uno slalom da due anni, aveva problemi a un ginocchio ma ha voluto compensare le delusioni della fidanzata Schiffrin. Deludente l’austriaco Marco Scwarz, solo quinto. Ma la storia forse più bella è quella di Barnabas Szollos, israeliano che si allena in Italia, che ha conquistato uno storico sesto posto per il suo Paese dopo una bellissima discesa.

SETTE: Nathan Chen e Grassl nella storia

Un voto che, ai rispettivi livelli, bell’individuale maschile del pattinaggio di figura va diviso equamente fra Nathan Chen e Daniel Grassl. Il 22 enne americano, stella assoluta della disciplina, nella gara a squadre aveva aggiunto un argento al bronzo di quattro anni fa a PyeongChang ma nell’individuale non poteva fallire l’assalto all’oro. Il record mondiale del programma corto è stato l’antipasto dello strepitoso libero che l’ha portato alla vittoria davanti a due giapponesi. Ha fatto più del suo dovere Daniel Grassl, argento europeo, che nel libero col quarto punteggio assoluto ha rimontato dal 12° posto del corto al settimo finale. Grassl è il primo degli europei e il miglior azzurro alle Olimpiadi dopo il sesto posto di Carlo Fassi a Helsinki 1952! Meno bene Matteo Rizzo che nel libero è retrocesso dal 13° al 16° posto un caduta iniziale che l’ha sbattuto contro la balaustra e qualche errore di troppo.


SEI: Fondo e slittino sul filo dei centesimi

Che emozione nel fondo femminile nell’unica gara con vecchia tecnica (classica) e nella staffetta dello slittino, sempre più simile a Giochi senza Frontiere. Dopo la 10 km di fondo solo 4 decimi alla fine hanno separato la fenomenale norvegese Therese Johaug, già oro nella skiathlon, e la finlandese Kerrtu Niskanen: una gioia doppia per l,a regina degli sci sottoli che è sulla strada per diventare uno dei grandi personaggi di queste Olimpiadi. Ma è anche la dimostrazione che non sono solo le gare sprint nel fondo a dispensare emozioni. Qualche piccolo segnale di risveglio fra le azzurre con Anna Comarella 26° posto. Martina Di Centa (37°) figlia e nipote d’arte deve ancora crescere. Nello slittino l’Italia ha pagato l’assenza per covid del bronzo Dominik Fischnaller accontentandosi del quinto posto ma le emozioni sono venute dal sorpasso finale della Germania sull’Austria. Il terzo titolo olimpico consecutivo a squadre e l’en-plein nello slittino di Pechino per i tedeschi è arrivato per soli 80 millesimi.

CINQUE: La prima sconfitta del curling

Constantini-Mosaner ci avevano abituati troppo bene. Così la sconfitta d’esordio della squadra guidata da Joel Retornaz (alla terza Olimpiade dopo Torino 2006 e PyeongChang) contro la Gran Bretagna non l’abbiamo presa bene. E’ vero che si trattava dei campioni d’Europa e vicecampioni del Mondo e che abbiamo perso per 7-5 sfiorando l’extra-end ma alle sconfitte con i birilli non eravamo più abituati. Niente di compromesso comunque, la semifinale è alla nostra portata, Stanotte ci aspettano i campioni del Mondo della Svezia che hanno battuto 7-4 gli Stati Uniti.

QUATTRO: Innerhofer almeno si è classificato

Continua il momento no del nostro sci alpino maschile. Non che ci si potesse aspettare molto di più del decimo posto conquistato dal veterano Christof Innerhofer, unico italiano in gara nella combinata, ma l’azzurro è sembrato appagato dall’aver almeno concluso la gara, dopo due ritiri, con 4”37 di ritardo dal vincitore. Un’Italia troppo rassegnata anche in questa brutta copia (valutando qualità e quantità degli iscritti) della classica combinata.

TRE: Dove sono i cuochi stellati?

All’organizzazione logistica cinese. Dopo la protesta del capo-delegazione tedesco per le stanze del Villaggio troppo piccole, è stata la biathleta russa Valeria Vasnetsona che ha denunciata su Instagram la scarsa qualità del cibo durante la quarantena ed è stata accontentata con un “upgrade della qualità. Come se gli addetti all’alimentazione non fossero presi in contropiede dalle lamentele. Peccato che il tecnico russo Aleksandr Tichonov non l’abbia presa bene: “Le taglierei la lingua. Pensi a quello che mangiavamo noi in passato”, ha detto.

DUE La chimera del pattinatore Hanyu

Alla lista dei grandi campioni delusi alle Olimpiadi si aggiunge anche il pattinatore giapponese Yuzuru Hanyu, solo quarto nell’individuale. Ma qui la storia è un po’ diversa rispetto a Bilem, Osaka e Shiffrin perché Hanyu ha semplicemente inseguito un sogno, quello di realizzare a questi livelli il famoso quadruplo axel, chimera del pattinaggio. Fallito nel corto, fallito ancora nel libero con tanto di cadute, a quanto pare fallito anche negli allenamenti di Pechino. Ma Hanyu, che poteva accontentarsi di un posto del podio, non ha voluto rinunciare al suo obiettivo, in fondo mai così vicino come nel libero di oggi. Ma i tifosi giapponesi l’avranno capito? Probabilmente no.

UNO: la regina dei pattini dopata?

Forse non era mai successo che un oro olimpico rimanesse congelato con il rinvio della premiazione. Invece è proprio quello che sta succedendo con la sospetta positività della pattinatrice artistica russa Kamila Valieva, che non può essere identificata perché è minore dei 16 anni (ne ha solo 15). Un caso limite che non fa bene allo sport. Se veramente è arrivata la segnalazione della sua positività, le ragioni dello sport prevalgono su quelle della privacy: a questi livelli una minorenne ha gli stessi diritti e doveri di una maggiorenne. Ma intanto l’oro del team non è stato ancora assegnato al Comitato Olimpico russo (che gareggia sotto bandiera olimpica proprio per il doping di stato) ed è in dubbio la partecipazione individuale della stella più attesa del pattinaggio di figura femminile, nonché primatista mondiale. Si è sempre detto che nell’artistico il doping non serve ma chissà cosa si sono inventati gli scienziati di Putin!

Fausto Narducci

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